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Chi ha avuto la fortuna, sabato mattina, di vedere la finale di NPC, tra Taranaki e Tasman (36-32), ha assistito a una partita di grande qualità, un match di Super Rugby in sedicesimo.

Ovviamente le abilità individuali e il talento dei giocatori non erano quelle degli All Blacks, anche se Jimmy Cowan (Tasman) con la maglia numero 9 della Nuova Zelanda ha giocato più di 50 partite. L’impianto di gioco, però, la ricerca dello spazio, la velocità di esecuzione e il ritmo impresso dalle due squadre, erano gli stessi che da anni caratterizzano il gioco neozelandese. E questo spiega parecchie cose: gli All Blacks, alla fine, sono il vertice di una piramide che fin dalla base lavora sugli stessi principi. In maglia nera arrivano i migliori dei migliori, ma tutti in Nuova Zelanda giocano a rugby con le stesse attitudini e la stessa ricerca della velocità. Non sorprende pertanto che ai massimi livelli il risultato sia straordinario.

Note a margine: Il capitano del Taranaki era James Marshall che nel 2011 giocò poco meno di una ventina di partite nel Pro 12 con gli Aironi, senza lasciare di sé ricordi particolari. Nei Tasman Alex Ainley (ex Rugby Parma) con il 4, la maglia numero 15 era indossata da Robbie Malneek, altra vecchia conoscenza del rugby italiano,  con trascorsi a Parma e Reggio Emilia.

Sorprende insomma la capacità del nostro campionato (o se preferite delle nostre squadre) di divorarsi, come Crono, talenti che altrove fanno ancora la differenza: da noi sono passati senza lasciare traccia Sireli Bobo (ex Rugby Parma e ancora oggi, a 39 anni, un fenomeno a La Rochelle), James Downey (ex Calvisano passato a Northampton Saints, Munster e oggi Glasgow), Chris Hala'ufia (ex Gran Parma passato poi agli Harlequins e London Irish), Alesana Tuilagi (ex Rugby Parma poi a Leicester) e tanti altri.

Davanti ai risultati che le nostre squadre ottengono mediamente a livello internazionale  (il Treviso non ne vince una dallo scorso 12 aprile  e l’ultimo successo di un’italiana in Heineken/Champions Cup  è del gennaio 2013…) forse dovremmo cominciare a interrogarci sul perché nè i club, né le franchigie, né la Nazionale, riescano a fare un salto di qualità. Ci sono state stagioni in cui i club schieravano giocatori che oggi potrebbero tranquillamente vestire le maglie di Treviso e Zebre, e i risultati erano forse anche migliori di quelli che oggi le due formazioni ottengono in Celtic league. Però abbiamo buttato tutto a mare per inseguire una chimera e la conseguenza è che oggi ancora non troviamo il bandolo della matassa, né in Pro12, né nelle coppe e nemmeno in campionato. E se il Rovigo ne prende dal Cardiff meno di quante ne hanno prese le Zebre, qualcosa che non funziona, da qualche parte c’è. 

 

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In foto Robbie Malneek nella sua ultima stagione italiana al Rugby ReggioFoto rugbyreggio.it

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il video delle finali neozelandesi: