RWC 2031: ben 27 città USA in corsa per un Mondiale che rischia il flop
L'annuncio enfatico di World Rugby potrebbe essere, invece, un segnale di debolezza
Il tutto esaurito in prevendita fatto registrare al Soldiers Field di Chicago per il test match Irlanda-Stati Uniti, in programma sabato sera alle 21, è stato l’occasione per un summit organizzativo e un annuncio di World Rugby in chiave Coppa del mondo 2031, assegnata da tempo agli Stati Uniti. L’annuncio enfatico riguarda le 27 città o aree geografiche (con 33 potenziali siti per gli stadi dove giocare) che hanno dato l’adesione a ospitare le partite del Mondiale a 24 squadre. Un numero elevato, dal quale dopo un lungo processo si selezioneranno entro il 2027 le sedi effettive. Ma è davvero un bene un numero così elevato? O è indice di eccessiva frammentazione attraverso un Paese così grande come gli Usa e uno specchio della crisi che il rugby sta vivendo in quel paese, con la Major League Rugby che perde continuamente squadre (vedi articolo) e la nazionale che galleggia fra il 20° posto nel ranking (peggiore piazzamenteo nel 2022) e l’attuale 15° posto?
Le 27 candidate
Scrive World Rugby: «Facendo seguito alle manifestazione d’interesse pervenute, queste sono le 27 città/areee (33 sedi) pervenute: Arizona, Atlanta, Baltimora, Birmingham, Boston, Charlotte, Chicago, Cincinnati, Denver, Houston, Kansas City, regione di Los Angeles, Miami, Minneapolis, Nashville, New Orleans, New York/New Jersey, Orlando, Philadelphia, Pittsburgh, Salt Lake City, San Diego, Baia di San Francisco Bay area, Seattle, St. Louis, Vancouver e Washington DC». Come si vede è rappresentata un’ampia fetta del territorio degli Stati Uniti e c’è anche una sede in Canada (Vancouver).-
La soddisfazione di World Rugby
«Questa entusiastica risposta è straordinaria - afferma il chief executive di World Rugby Alan Gilpin - Il loro impegno dà l’opportunità alla Coppa del mondo maschile 2031 di proporsi come un collante per lo status degli Usa come un player principale nel mondo del rugby globale». «Questa fase di adesione - scrive la federazione mondiale in un comunicato - non è solo una pietra miliare del viaggio che porta al successo economico della World Cup, ma anche una pietra angolare del Progetto di World Rugby per la crescita degli Stati Uniti, che ambisce nei prossimi sei anni a ospitare eventi in accordo con le al altre Unions per sviluppare l’audience nelle aree interessate».
La sfida lanciata
La sfida lanciata da World Rugby assegnando il Mondiale agli Usa è quella di farlo diventare un business come avviene per tutti gli sport professionistici in quel Paese, dal basket al baseball, dall’hockey su ghiaccio al football americano. Ma finora in questa operazione non è riuscito nemmeno il calcio, altro sport europeo, che pure ha attechito più della palla ovale. Ci riuscirà il rugby? Fra sei anni la risposta. Intanto il cammino è iniziato.