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Diciamolo pure: ci voleva proprio, questa sensazione di sollievo. Battere la Georgia era la priorità per la Nazionale in questa tornata di test autunnali e la squadra ha risposto mettendo in chiaro che, al netto di errori e quel pizzico di sofferenza extra a cui siamo visceralmente affezionati, gli Azzurri sono più forti dei Lelos.

A dirlo sono, unanimemente, anche i più autorevoli media internazionali che hanno sintetizzato il tutto con la formula “caso chiuso”. La vittoria dell’Italia guidata questa volta da Leonardo Ghiraldini scaccia tanti fantasmi e ribadisce il ruolo di primo piano che la palla ovale azzurra è chiamata ad interpretare sullo scacchiere mondiale. Siamo distantissimi dalle più forti – due le affronteremo i prossimi due sabato – ma, parere personale, sbaglia chi ci ritiene ancorati per sempre ad un destino di seconda fascia, da eterna incompiuta “dalle buone potenzialità”. Questa Nazionale ha margine di crescita: ci sono segnali di bel gioco, di meccanismi efficaci, ogni tanto perfino di continuità. Dovrà però imparare a leggere meglio certe situazioni di gioco, specialmente in attacco, perché se contro la Georgia puoi vincere con relativa tranquillità anche sbagliando due-tre mete fatte, e concedendo parecchio, sicuramente Australia e Nuova Zelanda non ci daranno seconde possibilità, oltre ad essere già dannatamente più forti.

Detto ciò, prima di dilungarci in inutili panegirici, via alle pagelle della settimana.

Sperandio. In settimana O’Shea si era speso per il giovane estremo del Benetton Treviso, del quale ha detto: “Ha l’X factor”. Contro la Georgia però non ha inciso granché, pur giocando in maniera ordinata, senza grosse sbavature, azionando ogni tanto le sue splendide caviglie per incunearsi tra gli avversari. Appoggiandosi in ruck a Steyn (che fino a quel momento era ultimo uomo e poteva partire) vanifica la meta in tuffo del compagno, punita con un calcio contro. Voto 6

Benvenuti. Inizia la partita intercettando un paio di palloni mossi al largo dai georgiani, nel secondo caso bloccando una pericolosa incursione in situazione di vantaggio per i nostri avversari. E’ sfortunato sulla meta tecnica concessa ai georgiani per un suo placcaggio sull’uomo che stava per ricevere palla. Voto 6

Campagnaro. Come contro l’Irlanda è ancora lui a dare la scossa alla squadra, dopo il brivido della meta della Georgia in cui era stato decisivo il suo placcaggio sbagliato. Si riscatta subito da attaccante di razza, sbarazzandosi del suo difensore e resistendo all’assalto di altri tre avversari prima di planare oltre la linea. Sempre nel vivo della manovra, insieme a Bellini è stato il nostro trequarti più pericoloso. Voto 7

Castello. Si mangia una meta incredibile senza avversari davanti, rientrando invece di lanciarsi in bandierina. Nella ripresa spreca un due contro uno elementare. Per il resto è una furia che placca, carica, sostiene, incita, spinge e respinge senza sosta, avvicinandosi così alla sufficienza. Voto 5/6

Bellini. Peccato per quel pallone perso in avanti nei pressi della bandierina su off-load di Campagnaro, perché la partita del trequarti-ala delle Zebre è stata di gran livello. Rapido a togliere spazio agli avversari, duro quanto serve in difesa, ha fatto vedere ancora una volta che con palla in mano a cinque metri dalla linea è micidiale, agevolato dalla sua altezza, tuffandosi in bandierina grazie a uno “stop&go” che manda fuori tempo il diretto avversario. Finisce al tappeto nel finale, frontinato da Gorgodze: per fortuna la Georgia non ne approfitta. Voto 6.5

Allan. Lo prendono di mira, le terze linee dei Lelos, specialmente all’inizio ma Tommaso non si fa intimorire e rende pan per focaccia nei placcaggi. Gestisce la manovra con buon ordine anche se in alcuni momenti ci perdiamo in un bicchier d’acqua, faticando a sfruttare soprannumeri e spazi sguarniti. Nel secondo tempo chiude virtualmente la partita segnando la quarta meta con uno sprint da cinquanta metri che tramortisce la difesa georgiana sguarnita al largo. Qualche trasformazione in più non avrebbe guastato. Voto 6.5

Tebaldi. Tutta un’altra musica rispetto alla deludente prestazione di Chicago. Ispira spesso la manovra prendendosi anche responsabilità con penetrazioni efficaci che con un pizzico di fortuna in più avrebbero portato alla meta, come quando buca e calcia lungo ma il rimbalzo tradisce i suoi compagni. Si spende anche in difesa e copre bene sui calci dei nostri avversari. Voto 6/7

Steyn. Partita maiuscola che gli vale il titolo di Man of the Match, pienamente meritato. Allo stadio Franchi è come il prezzemolo, portando a casa un sacco di metri guadagnati, distribuendo placcaggi senza sconti, cacciando palloni a terra, bussando come un fabbro ogni volta che vede cremisi nel mirino. Avrebbe meritato quella meta in raccogli e vai sotto i pali, annullata con tanto di beffa del calcio contro. Voto 7.5

Polledri. Grande attitudine a rimanere in piedi per favorire il riciclo diretto per i compagni, riuscendo più di una volta a rendere elettrica l’avanzata degli Azzurri. Buono il dialogo sull’asse con i compagni di reparto e prezioso anche in sostegno al largo. Inesauribile in difesa, strappa dalle mani ai georgiani il pallone che diventa un assist per la meta di Allan. Voto 7

Negri. L’abbiamo ritrovato come ce lo ricordavamo, abrasivo in attacco e tostissimo i difesa, per la Georgia è uno dei più rognosi da fermare. Il flanker del Benetton Treviso macina che un piacere concedendo anche alcuni off-load di buona fattura. Voto 7

Budd. Merita fino in fondo la meta in ripartenza nei pressi della linea con cui l’Italia ad inizio ripresa presenta il conto agli ospiti. La ciliegina sulla torta di una bella gara, da parte del capitano del Treviso, che conferma le doti di leadership e si fa valere anche in rimessa laterale. Voto 7 +

Zanni. Fa vedere alla Georgia tutto il peso delle sue 107 presenze in Nazionale, giocando con grande mobilità oltre al consueto apporto di peso, esperienza e leadership. Indiscutibile. Voto 7

Ferrari. Esce qualche minuto prima del previsto zoppicante, dopo quasi un’ora di battaglia che per gli uomini di prima linea è stata particolarmente feroce. La Georgia puntava molto sulla spinta del suo pack e Simone ha retto egregiamente, pagando dazio solo perché al suo avversario dirette sono state concesse più volte legature inaccettabili con cui se lo trascinava al suolo. Voto 6

Ghiraldini. Il capitano si fa catturare a terra al primo impatto ma non si lascia innervosire e con il passare dei minuti prende sempre più confidenza. Bravo a tenere compatto il pack, lancia in touche con pochissime sbavature e cerca sempre di pestare sulle gambe a contatto, come quando rilancia l’azione che porterà alla meta di Budd spingendo sugli appoggi fino a dare l’abbrivio alla manovra. Voto 6.5

Lovotti. Altro giocatore messo sotto pressione in mischia, si fa punire più volte dall’arbitro che lo individua come principale colpevole quando ci sono dei crolli davanti, in realtà più spesso provocati dal suo omologo georgiano sull’altro lato. Fa tanti autoscontri, prendendone e ricevendone di santa ragione, aiutando con la sua carica a spianare la strada a Budd in occasione della terza meta. Voto 6

 

Pasquali. Quasi mezz’ora per il pilone maturato nei Leicester Tigers, che entra un attimo prima della quarta meta azzurra. Da lì in avanti per l’Italia comincia un periodo di sofferenza, culminato nella seconda meta della Georgia. Fatica in mischia ordinata ma l’impegno non è in discussione. Voto 5/6

Morisi. Seconda presenza consecutiva che testimonia tutta la sua voglia di giocare. Cerca di porre interrogativi alla difesa avversaria, non si sottrae alla sfida sull’uno contro uno. Voto 6 +

Fuser. Dà il dovuto ricambio a Zanni mettendo peso e aggressività davanti. Tanto lavoro sporco, sempre prezioso. Voto 6

Meyer. Entra dopo la seconda meta georgiana e deve sacrificarsi insieme ai compagni per conservare il vantaggio oltre il break. Voto 6

Bigi, Traorè, Palazzani, Canna. Troppo poco tempo in campo per una valutazione. N.G.

 

 

Italia - Georgia 28-17 (tabellino formazioni e statistiche)

 

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