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Quelle che si chiamano coincidenze! L’altro giorno guardando su una mensola di casa mi è caduto lo sguardo su di un libro e mi ha colto un senso di colpa. Avevo promesso a Federico che dopo averlo letto ne avrei fatto la recensione. Sono passati almeno 9 mesi, quasi il tempo di una gravidanza!

Poco dopo ho visto un post Facebook di Federico, gli ho risposto ammettendo le mie colpe, mi è stato risposto che avrei potuto fare ammenda per Natale.

Il libro di Federico Meda?

“Una finta a destra, una finta a sinistra”

Paolo Rosi, il primo italiano a segnare a Twickenham

Posso dirlo senza vergogna che la richiesta di Federico mi ha colto di sorpresa, non mi sentivo la persona più qualificata per fare una recensione di un libro e soprattutto sulla storia sportiva e professionale di uno dei più grandi giocatori di rugby e di uno dei migliori telecronisti sportivi italiani, ma soprattutto della voce del rugby italiano prima dell’avvento della tv a pagamento.

Probabilmente c’è un perché a tutto, ora è passato il lasso di tempo adeguato e ho “digerito” quello che avevo letto.

Bello, il primo aggettivo è bello perché mi ha parlato di un rugby quasi sconosciuto ed epico, dei tempi delle docce fredde, del the caldo a fine primo tempo, del profumo dell’olio canforato utilizzato per tonificare i muscoli, delle trasferte in torpedone o in treno, rigorosamente in terza classe.

Il rugby delle goliardate alcune volte al limite dell’imbarazzo, del terzo tempo fino al mattino successivo ma di quel rugby che ci è stato trasmesso e che ci ha fatto innamorare, quello dei valori del campo dove te le dai di santa ragione e poi diventi amico fuori.

Un personaggio d’altri tempi e un vero rugbysta Paolo Rosi, il PRIMO ITALIANO A SEGNARE A TWICKENHAM. Mi ha colto un profondo senso di rispetto e ammirazione a leggere della sua vita e del suo rugby, ma anche di come era il rugby, quello “vero” prima dell’avvento del professionismo.

Altrettanto affascinante il racconto della sua carriera professionale, voce indimenticabile dell’oro di COVA COVA COVA nel 1983 in Finlandia sui 10.000 metri o del 5 Nazioni di rugby. Secondo molti ha fatto tantissimo per il rugby italiano, lo ha aiutato a crescere, come ha dichiarato l’ex presidente FIR Giancarlo Dondi, o come ha dichiarato Giorgio Cimbrico “Per il rugby italiano ha fatto più lui di tanti che hanno fatto la ruota”.

Da buon friulano emigrante l’ho apprezzato per quanto scoperto in questo libro: “Paolo Rosi adorava il Friuli, così ordinato, colorato e interessante”.

Insomma è proprio una gran bella lettura di Natale, compratela, regalatela, condividetela!

 

Buon Rugby

Marco

 

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