Sei Nazioni: Henry, Hansen e ora Gatland hanno forgiato il gioco del Galles, l'Italia come si è evoluta?

Cosa si può dire di un rugby, di un torneo, che produce una partita come Galles-Irlanda? Che è noioso, che non offre lo stesso spettacolo del Super Rugby, che propone poche mete? A me il Super Rugby, con tutto il rispetto e la comprensione per chi lo ama, pare una versione muscolare del basket: unazione di qua, una di là, alla fine si contano i punti. E una questione di gusti, sia chiaro: non è che qualcuno ha ragione e gli altri hanno torto. Io personalmente mi entusiasmo e mi emoziono di più per i 289 placcaggi del Galles (record per il Sei Nazioni) e i 37 di Charteris (uno meno rispetto a quelli che Dusautoir fece contro gli All Blacks nel 2007) che per quattro mete. Ma non pretendo che gli altri le pensino come me.
Piuttosto penso che un rugby capace di produrre delle perfomance atletiche e sportive come quelle di Galles Irlanda debba interrogarsi sui limiti umani e su quale possa essere la prossima frontiera di questo sport che sta diventando roba da marziani. Detto ciò, il prossimo week end deciderà in volata la squadra vincitrice del Sei Nazioni: non ci sono i bonus, dipenderà dal numero di mete. Con i punteggi australi (bonus per la sconfitta di misura e le quattro mete) Inghilterra, Galles e Irlanda avrebbero tutte e tre 13 punti, la Francia ne avrebbe 10, lItalia 4 e la Scozia 3 (tre sconfitte di misura). Alla fine, come si vede, non cambia gran che. Il Galles, contro gli Azzurri, farà le prove in vista di due match fondamentali per il passaggio del turno alla Coppa del Mondo. I gallesi sono nella pool con Australia, Inghilterra, Fiji e Uruguay: può darsi che anche lì la graduatoria sarà decisa da bonus e mete. E quindi il Galles, che in questo torneo si sta dimostrando campione di difesa (e che con ogni probabilità a settembre giocherà nella stessa maniera anche con lAustralia e lInghilterra) forse con noi proverà a premere il piede sullacceleratore, per vedere quante mete può fare, in prospettiva, agli uruguaiani e ai figiani.
Il Galles, negli ultimi ventanni ha avuto tre allenatori neozelandesi: Graham Henry, Steve Hansen e, ora, Warren Gatland. Nel tempo ha costruito un gioco dalla caratteristiche ben precise: una difesa feroce, un eccellenza assoluta nel gioco aereo, la precisione di Halfpenny dalla piazzola. A qualcuno può non piacere, ma con queste caratteristiche i gallesi sono arrivati al quinto posto del ranking internazionale e quarti agli ultimi mondali.
LItalia che qualità ha coltivato nello stesso arco di tempo? Kirwan esortava a osare, Berbizier invocava lo spiritù, Mallett faceva ogni volta la danza della pioggia (la pioggia è il miglior difensore diceva), e Brunel è alla ricerca di quel centro di gravità permanente che è lequilibrio. Ma lequilibrio, come si è visto contro la Francia, non esiste: equilibrio è fare bene, possibilmente benissimo, quello che si è preparato in allenamento. Galles-Irlanda è stata una partita equilibrata? Certamente no, visto che ha vinto la squadra che ha avuto meno possesso e placcato di più. Scozia-Italia era stata un partita equilibrata, con due mete su rolling maul e una sul rimbalzo di un calcio di punizione stampato sul palo?
Sabato ci aspetta il confronto tra lequilibrio di Brunel e gli eccessi del Galles. Temiamo di sapere come andrà a finire.
Di Gianluca Barca - Allrugby mensile
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Foto Marco Dallara