x

x

Abbiamo fatto due chiacchiere con l’head coach del Petrarca Rugby campione d’Italia in carica nella settimana successiva la vittoria ottenuta sul campo difficile del Mirabello di Reggio Emilia. L’ex mediano di apertura ed estremo dell’Italia Andrea Marcato (35 anni) ci ha parlato del loro andamento in campionato e ha dato il suo parere sul passaggio dell’Eccellenza (10 squadre) all’attuale Top12. Andrea ci ha anche parlato di gioco al piede e del Rugbymeet Summer Camp in programma a fine giugno.

 

Come valuti l’andamento del campionato del tuo Petrarca Padova?

“Siamo soddisfatti. L’anno dopo lo scudetto non è mai facile perché tutti pensano che basti lavorare come l’anno appena passato, ma non è così. Nelle prime 8 partite abbiamo sempre vinto e, guarda caso, la nostra prima sconfitta è arrivata in casa con il Valorugby (XV rivelazione dell’anno). Abbiamo avuto anche diversi infortuni e visto che la stagione, con l’aggiunta delle due squadre, è diventata molto lunga non sarebbe stato facile qualificarsi ai playoff. Ora ci manca soltanto un punto da portare a casa in due partite per accedere matematicamente alle semifinali scudetto, ma siamo fiduciosi perché a Reggio abbiamo dimostrato di saper affrontare bene le partite anche contro avversari ostici. Noi abbiamo girato molti giocatori ed è capitato anche di essere costretti ad utilizzare ragazzi fuori ruolo, come domenica Capraro, abitualmente all’ala, ha vestito la maglia numero 12. Affronteremo i playoff senza Lamaro, Nostran, Rossetto e probabilmente anche Riera, tutti titolari nella finale scudetto vinta con Calvisano lo scorso anno. Dunque sarà molto difficile”.

Cosa pensi della “meteora” Valorugby?

“Il Valorugby Emilia sta mantenendo quello che di buono aveva fatto nella seconda metà del campionato dello scorso anno. Aggiungendo ala rosa giocatori come Amenta e Vaega è normale che si trovino a quel punto. Per il campionato italiano è tutto di guadagnato trovarli ai playoff e sono sicuro sarà una pretendente solida per il titolo. Tutto questo è dovuto ad un lavoro straordinario di società ed allenatori che si sono sempre fatti trovare pronti.”

Mancano due partite e le qualificazioni ai playoff ormai sono fatte. A quale dei primi 4 posti il Petrarca ambisce?

“Il nostro obiettivo è provare ad arrivare terzi. Le ultime due partite che dovremo affrontare saranno con i Medicei in casa, squadra con la quale abbiamo perso all’andata, e Fiamme Oro a Roma, due partite molto dure e non scontate. Proveremo ad arrivare a due vittorie per qualificarci terzi, poi se capiterà il secondo o il quarto posto non è importante, la cosa che conta è dare il massimo per cercare di arrivare nel miglior modo possibile.”

Come vedi il livello in Top12 e in Continental Shield?

“La doppia retrocessione ha fatto in modo che tutte le partite non fossero scontate. I match sono tutti molto sudati perché i punti di bonus diventano fondamentali, sia offensivi che difensivi. L’anno scorso i primi 4 posti erano decisi molto presto, noi addirittura con 5 turni d’anticipo. Quest’anno, invece, ci sono state 5/6 squadre che hanno lottato fino all’ultimo per arrivare alla fase finale. Quindi è una formula che sta dando i suoi frutti, non dispiace affatto. La Continental Shield è una competizione europea, e di conseguenza importante, che darà un posto per la Challenge Cup dell’anno prossimo, ma il livello è fatto dai nostri team perché ad esempio la selezione belga vale una Serie A italiana.”

Quest’estate, a Giugno in Val D’Aosta, farai parte dello staff di allenatori per il primo Summer camp di Rugbymeet, cosa pensi sui giovani e sulla loro crescita?

“Si, per me sarà la prima volta e sono entusiasta all’idea di questa nuova esperienza con i giovani Under 14. La mia idea di Summer Camp è basata sul divertimento ma anche sulla crescita rugbystica.”

“Inoltre per far crescere i giovani sono determinanti le accademie, le franchigie celtiche ne dovrebbero avere una sotto di loro. Si dovrebbe investire tanto sui settori giovanili perché i ragazzi spesso arrivano in prima squadra con delle carenze tecniche, dunque spendere per riuscire a dare dei tecnici preparati ai giovani per farli arrivare pronti.”

Parlando di gioco al piede ti porto l’esempio di Gennari del Valorugby, un ragazzo che si allena pochissimo, ma nonostante questo è precisissimo ai pali anche da distanze ragguardevoli. Tu ti allenavi molto di più? Ai giovani cosa consigli?

“Gennari ha un gran talento e magari può permettersi di allenarsi un po’ meno, ma penso che il calcio piazzato vada assolutamente allenato. In Italia però non ci sono allenatori preparati su questo, l’unico che conosco è Corrado Pilat che lavora con l’accademia U18 di Treviso. Se pensiamo a Jonny Wilkinson che aveva il suo allenatore dei calci personale…. Capiamo quanto sia importante. Sicuramente Wilkinson è stato baciato dalla fortuna nell’avere questo talento, ma senza allenarsi con costanza non sarebbe arrivato ad essere il migliore di tutti i tempi.”

 

 

Tutte le info sul Rugbymeet Summer Camp tenuto da Andrea Marcato e Carlo Festuccia

 

 

Risultati e classifica della 20° giornata di Top12 - clicca sul match per tabellino e statistiche