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La notizia della sua morte si è diffusa sabato notte tra gli amici a lui più vicini. Gabino Hidalgo, ex giocatore, capitano ed ex allenatore del Rugby Reggio ha passato la palla a 45 anni. Sulle cause viene mantenuta la massima riservatezza.

 

Nato a Cordoba, in Argentina, Hidalgo proveniva dal Tala, prestigioso club della sua città. Appena 20enne sbarcò in Emilia, per giocare a rugby; prima a Castel San Pietro, poi al Rugby Reggio, quindi al Guastalla.

 

Venti anni in Italia in cui si è fato conoscere da compagni e avversari come un rugbista vecchio stampo, seconda o terza linea che in campo sapeva sacrificarsi. “Mia nonna mi cuciva i calzoncini utilizzando ritagli della tovaglia, per comprarmi le scarpe da gioco ho iniziato a lavorare a dieci anni” aveva raccontato in una intervista.

 

Negli ultimissimi anni era tornato ad allenare prima l'Amatori Parma e poi il Castel San Pietro ma aveva continuato a giocare con gli Old Becks, i veterani del Rugby Reggio.

 

“E' anche grazie ai valori dello sport e della vita che lui ci ha insegnato se ci siamo innamorati del rugby. Legato a Reggio e al nostro rugby, dove aveva la maggior parte dei suoi amici. Sono attonito, è molto difficile farsene una ragione” ha dichiarato Matteo Grassi, preparatore atletico del Valorugby, dal Resto del Carlino.

 

Reggio saluta uno dei giocatori più carismatici nel decennio tra il 2001 e il 2010, quando prima da giocatore poi da allenatore Gabino aveva guidato la squadra insieme a Andrea Di Giandomenico.

 

Ricordiamo 'Gaba' con una sua frase:

“Il rugby è cadere e rialzarsi. Quante volte ti capita in una partita? Ti colpiscono, indietreggi, soffri, ma non ti arrendi. È una filosofia di vita”.