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Si è parlato molto del fallimento delle nazioni dell'Emisfero Nord in questa Rugby World Cup 2015, Italia ed Inghilterra non sono arrivate neppure ai quarti di finale, se ce lo si poteva aspettare da Italrugby, non tanto dai padroni di casa che avevano programmato ed investito pesantemente in questa competizione.

In molti hanno puntato il dito sulla struttura dei campionati che impiegano troppi stranieri, Top14 primo fra tutti, e "tolgono" spazio ai giocatori "autoctoni" che non riuscirebbero così ad avere un minutaggio adeguato in un campionato abbastanza competitivo. Altri hanno paventato la possibilità di creare un torneo sovranazionale che comprenda club inglesi, francesi e celtici alla stregua del Super Rugby in modo da farli confrontare ad un livello più alto.

Tutto vero e anche tutto opinabile, la competizione in genere innalza la qualità, i campioni stranieri in genere fanno da traino al movimento e "insegnano", esistono le coppe europee gestite da EPCR che da sempre mettono a confronto squadre e franchigie di diverse nazioni.

Potremmo forse parlare di programmazione sbagliata, sia per quanto riguarda l'avvicinamento alla RWC che per la strutturazione del lavoro nel corso degli anni e dei campionati (forse).

In generale quello che risalta evidente è la quantità di infortuni che ha decimato le nazionali dell'Emisfero Nord, nessuna esclusa. Le grandi del Sud non hanno sofferto il tasso di infortuni delle le Europee, Sud Africa a parte ma ancora durante il Rugby Championship, questo cosa vuol dire?

Probabilmente la programmazione dei match e la preparazione fisica pre RWC è stata sbagliata, troppo intensa la preparazione che ha prodotto scorie e "facilitato" gli infortuni così come il calendario dei test match premondiali, con molti giocatori a giocarsi il posto in squadra ancora con nel corpo dei carichi di lavoro troppo elevati e un recupero troppo scarso.

Al contrario le nazioni che partecipano al Rugby Championship una volta terminato il torneo e l'ultimo test match di ferragosto hanno preso un periodo di recupero e poi hanno fatto un richiamo di preparazione in vista dell'inizio della coppa. Non a caso sono tutte risultate più brillanti in campo e hanno sofferto un tasso di infortuni minimo, sta di fatto che sono arrivate tutte in semifinale, Australia e Sud Africa domando delle volitive e sfortunate Scozia e Galles nei minuti finali del match anche e sopratutto grazie a una miglior condizione psico-fisica. All Blacks e Argentina hanno anche dominato le direte avversarie invece! 

 

Foto Elena Barbini

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