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Agli addii già annunciati di Edoardo Padovani (Benetton Rugby) e Giamba Venditti (Avezzano) si aggiungo oggi altri 6 atleti che non vestiranno la maglia delle Zebre Rugby la prossima stagione. Tra questi George Biagi che ha annunciato oggi il ritiro, il pilone beneventano Roberto Tenga (Fiamme Oro) e il mediano di apertura sudafricano François Brummer.

 

Gli 8 giocatori che non faranno parte della rosa delle Zebre Rugby 2020/21:

  • Paula Balekana (ala, 2 stagioni, 25 presenze, 4 mete)
  • George Biagi (seconda linea, 7 stagioni, 119 presenze, 7 mete)
  • Francois Brummer (mediano d’apertura, 2 stagioni, 25 presenze, 31 punti)
  • Edoardo Padovani (estremo, 6 stagioni, 83 presenze, 127 punti)
  • Apisai Tauyavuca (seconda linea, 2 stagioni, 28 presenze, 25 punti)
  • Roberto Tenga (pilone destro, 3 stagioni, 27 presenze, 5 punti)
  • Giovanbattista Venditti (ala, 8 stagioni, 79 presenze, 95 punti)
  • Charlie Walker (ala, 1 stagione, 12 presenze, 25 punti)

 

Il saluto del team manager dello Zebre Rugby Club Andrea De Rossi: “Ringrazio questi atleti protagonisti di risultati storici ed indelebili per il nostro club, come la prima vittoria in terra inglese, quella in Sudafrica, quella a Newport, quella di Parigi e pure l’ultimo successo da record siglato al Lanfranchi a gennaio contro i Cheetahs. Alla luce della sopraggiunta emergenza coronavirus, è un peccato non averli salutati a dovere in campo davanti al loro pubblico, soprattutto alla luce dei buoni presupposti intravisti lo scorso inverno che sicuramente ci avrebbero permesso di toglierci altre soddisfazioni nel finale di stagione. Un ringraziamento particolare va a George Biagi, centurione e leader della speciale classifica di apparizioni da capitano della franchigia federale. E’ stato un esempio dentro e fuori dal campo per molti giovani che sono cresciuti nel nostro club in questi sette anni insieme, ma soprattutto un amico che ho avuto anche il piacere di incontrare in campo da avversario, in occasione di un’amichevole tra l’Amatori Milano e i Cavalieri di Prato”.