x

x

Otto e non sentirle. Andrea Di Giandomenico, ct dell’Italia femminile del rugby si appresta in questi giorni a preparare l’ottava spedizione delle sue ragazze ovali nel Torneo dei tornei. “Con la consapevolezza – osserva  - che qualcosa di buono fin qui l’abbiamo fatto. Ma che molto resta ancora da fare”. L’Italdonne frequenta il Sei Nazioni dal 2007, quando subentrò alla Spagna e, a suon di risultati sul campo, dimostrò di non aver alcuna intenzione di uscire.

“Finalmente!” esordisce il tecnico, che in questi giorni ha messo a punto il programma dei raduni di Parma e di Jesi (sede della partita con il Galles). “Ci attendono sfide che ogni atleta sogna di accettare e che ogni tecnico desidera vivere”.

ï         Come sta il movimento femminile alla vigilia del Sei Nazioni e di un Mondiale centrato con pieno merito?
-          Il movimento sono loro, le ragazze che in campo e in palestra faticano e cercano sempre di dare il massimo. Veniamo da anni di buone soddisfazioni. Confermarsi ad alti livelli, si sa, facile e scontato non è.

ï         Ma quante sono le rugbiste in attività nel nostro paese?
-          Più di 5 mila.

ï         Tante?
-          Per un Paese di oltre 60 milioni di abitanti… Però il dato è in costante crescita. I club del territorio hanno dimostrato sensibilità e interesse. Mi sento di dire che tutti, oggi, remano nella stessa direzione. Non è poco.

ï         Ora che un posto al Mondiale è stato conquistato, la mancata qualificazione del 2013…
-          Brucia! Dio, se brucia. Ma le sconfitte servono a una sola cosa. A insegnare come ci si deve comportare per evitarne altre. Direi che da questo punto di vista: missione compiuta!

ï         Quali le tappe più significative di questa Italia?
-          In cima a tutto metto la prima vittoria sulla Francia, poi la striscia del 2015, quando cominciammo con due brutte sconfitte e poi: basta errori fino alla vittoria sul Galles del Plebiscito a Padova.

ï         Da allora il gruppo…
-          Ha capito che l’obiettivo è la costanza delle prestazioni. Questa Nazionale si è guadagnata sul campo la consapevolezza del proprio valore. Ora dobbiamo lavorare per altre conferme. Ne ho parlato con O’Shea, siamo sulla stessa lunghezza d’onda.

ï         È un gruppo che si sta rinnovando…
-          E nel farlo non abbassa i propri standard di rendimento. Qualcuno esce, altri entrano. E mi verrebbe da dire che lo fanno con una certa facilità. Insomma, cambiano alcune facce ma la squadra continua a fornire riscontri positivi.

ï         Uno sguardo alle avversarie nel Torneo
-          Fascia 1: Inghilterra, Francia, Irlanda. Fascia 2: Italia, Scozia, Galles. Noi siamo i migliori del secondo gruppo. E vorrei fosse chiaro che con Inghilterra e le altre siamo in grado di competere. Con le inglesi abbiamo perso 5 mete a 4, la Francia l’abbiamo battuta due volte, con l’Irlanda è finita 14-3. L’Italia c’è!

ï         Obiettivo del Torneo?
-          Insisto: la prestazione che forniremo sarà in linea von la qualità del nostro comportamento sul campo.

ï         Un numero, per favore. Quante pensa di vincerne?
-          Tre

ï         Reclutamento delle donne rugbiste. Da quali sport provengono?
-          C’è un po’ di tutto. Pallavoliste, saltatrici in lungo, ragazze che provengono dal judo. C’è un po’ di tutto, in effetti. Però mi piace annotare che Zangirolamio, Rigoni e Sillari si sono formate nel Minirugby giocando con i maschi fino a 12 anni. Sarà per questo che sono quelle che del gioco hanno una percezione più chiara e concettualmente corretta? Credo di sì.

ï         Certo che il salto under 12 – under 16…
-          Vero. A questo si può porre rimedio solo attraverso incrementi di pratica notevoli. Però qualcosa si sta già muovendo. Al prossimo torneo di Treviso ci sarà una competizione riservata alle u14 femminili. L’anno scorso andò molto bene. Merito di tecnici preparati e di dirigenti accorti. Un’unità di intenti che farà il bene del movimento.

ï         Un occhio sulla World Cup (12 squadre, nessuna retrocessione, ndr) : Nuova Zelanda fuori portata?
-          Mi verrebbe da dire di sì. Dal momento che considero un incidente di percorso la sconfitta con l’Irlanda che ha, di fatto, retrocesso le Blacks Ferns in seconda fascia. Ma è meglio sospendere il giudizio. Canada, Inghilterra e Francia un gradino sopra la concorrenza, non credo si possa negare una tale evidenza.

ï         Due nomi per il futuro Azzurro?
-          Lisa Giordano, n. 8 del Valsugana. Sarà la vice Gaudino (neo mamma) almeno nel Sei Nazioni. Melissa Bettori, tallonatore che gioca in Francia.

ï         A proposito di Emigrants, quante sono le giocatrici che provengono da altri campionati?

-          Sette in tutto. Cinque giocano a Rennes, in Bretagna, due a Londra con le Quins.

 

Il calendario del 6 Nazioni Femminile 

Foto Elena Barbini