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International Rugby Board Hall of Fame, a essa sono stati ammessi, ad oggi, più di ottanta personaggi, giocatori, tecnici e amministratori che hanno dato lustro al gioco del rugby attraverso le loro imprese. Molti di loro appartengono alle Home Unions, alla Nuova Zelanda, al Sudafrica, all’Australia e alla Francia, e sono stati protagonisti di imprese universalmente note nel mondo del rugby internazionale, ma non mancano rappresentanti del Giappone, dello Zimbabwe, del Canada, delle Fiji, di Samoa, della Russia e della Romania, il cui contributo al movimento ovale è stato pure significativo nella logica dell’allargamento dei confini del gioco. Tra loro però nessun italiano!

L’autorevole mensile Allrugby ha scritto una lettera all’IRB International Rugby Board per cercare di colmare questa mancanza: “Noi riteniamo che anche l’Italia meriti di avere in questo prestigioso consesso almeno un rappresentante, simbolo di ciò che il nostro Paese ha dato a questo gioco dal 1928, anno della fondazione della Federazione Italiana Rugby, in poi.”

Di seguito una lista di nomi che auspichiamo troverete adeguata ai requisiti per l’ammissione alla Hall of Fame. Si tratta di giocatori che tra il 1950 e il 2000 hanno vestito la maglia della Nazionale italiana contribuendo a guadagnare a essa il rispetto di tutto il mondo, fino all’ammissione dell’Italia al Sei Nazioni, alla fine degli anni Novanta.
Troverete descrizioni e contenuti completi nel numero 85 di Allrugby!!

 

Mario Battaglini (1919-1971) 5 caps (1940-1953, uno da capitano)
A Rovigo gli hanno dedicato lo stadio di rugby, il minimo che potessero fare per un Mito. Mario “Maci” (da Maciste...) Battaglini, Le Grand Batà per i francesi, morì il primo gennaio 1971, a soli 51 anni, per embolia polmonare. Da Tolone a Vienne, da Milano a Rovigo, Padova, Treviso e Bologna per non parlare della Nazionale italiana, tappe di una vita all’insegna del Rugby…
 

Sergio Lanfranchi (1925 – 2001) 21 caps (1949-1964, 8 volte capitano)
In un rugby che non c’è più, scolpito sulle vite leggendarie, sulle ferite rimediate sul campo di battaglia, sulla forza bruta, sulla sofferenza, Sergio Lanfranchi merita un posto tra gli eletti. Ha giocato fin quando il fisico glielo ha permesso, dicono che l’ultima partita di una carriera infinita l’abbia disputata con il Montceau a 48 anni…
 

Paolo Rosi (1924-1997) 12 caps (1948-1954, quattro da capitano)
Paolo Rosi merita l’Hall of Fame in quanto predicatore del verbo del rugby. Non ha solo giocato, vinto scudetti e capitanato gli Azzurri: ha insegnato rugby a Napoli, a L’Aquila (portandola per la prima volta in serie A) e a generazioni di ragazzi romani. E poi il lavoro in televisione…
 

Franco Zani (1938) , 11 caps (1960-1966)
Numero otto dai mezzi fisici straordinari e dalla volontà di ferro vinse in Italia (due scudetti con le FFOO, nel 1960 e nel 1961) e in Francia, dove alla sua prima stagione (1962), guidò l’Agen alla conquista del Bouclier de Brennus, replicando il successo anche nel 1965 e nel 1966. Esordì in Nazionale ad Aprile del 1960 e fu tra i protagonisti della “mala Pasqua” del 1962 quando gli Azzurri furono sconfitti a Grenoble 12-14 con una meta dei francesi all’ultimo istante del match. Oltralpe divenne un “rital” di successo, uomo “copertina”, appariva sui manifesti e nelle pubblicità più famose…
 

Marco Bollesan (1941) 47 caps (1963-1975, 34 da capitano)
Marco Bollesan addosso ha cuciti così tanti punti che di sé ha detto: “Non sono un uomo, sono un tailleur”. L’esordio in Nazionale quando non aveva ancora 22 anni, nella Mala Pasqua del ’63: “Dopo mezz’ora eravamo rossi come papaveri”, racconta. Dieci anni dopo diventò il condottiero del Tour in Sudafrica mettendo assieme, per questa tappa storica, la pattuglia dei suoi banditi: dopo più di quarant’anni li chiama sempre e ancora così….
 

Stefano Bettarello (1958) 55 caps (1979-1988, una volta capitano)
Dice tutto che il suo nome venga evocato a giorni alterni, ogni volta che il rugby italiano scopre di non avere un numero 10 di valore internazionale cresciuto in casa. Fischiano le orecchie, al “Betta”, interprete del ruolo di regista in un modo talmente sopraffino che alle nostre latitudini è rimasto ineguagliato, anche in tempi di Sei Nazioni di rugby hi-tech, di accademie e progetti. Dice tutto che sia stato, e resterà sempre, il primo Barbarian vero del nostro rugby, quando i Baa- Baas erano marziani, come l'Nba di Kareem, Erving e Bird per i nostri cestisti….
 

Massimo Giovanelli (1967) 60 caps (1989-2000, 37 volte capitano)
Una pagina intera sul Sunday Times non se l'era mai meritata alcun rugbista azzurro fino a quando il columnist Stephen Jones, nel 2003, tratteggiò un monumentale e pirotecnico ritratto di Massimo Giovanelli, capitano dei pirati di Coste che avevano violato il porto più difeso dei sette mari: il Cinque Nazioni…
 

Bruno, Nello, Rino, Ivan Francescato, 125 caps (1972-1997)
Una delle più belle favole del rugby italiano, da tramandare alla Hall of Fame, è legata al nome dei fratelli Francescato. Sei rugbisti, tutti di linee arretrate, solidi e guizzanti, 4 in azzurro per 125 maglie, 2 nelle nazionali minori. Per un quarto di secolo (1972- 1997). tranne una breve parentesi, nelle formazioni dell’Italia un Francescato c’è sempre stato….
 

Diego Dominguez (Cordoba, 1966) 74 caps (1991-2003, 2 da capitano)
Diego Dominguez è il rugbista che l’Italia è stata fortunata di ricevere in dono dall’Argentina, quello che vorrebbe ancora avere, soprattutto quello che non sa sostituire. Con la maglia azzurra ha debuttato nel 1991 contro la Francia, la sua terza patria, finendo per giocare tre Mondiali e guadagnandosi 74 caps. E’ stato un’apertura completa, un capitano carismatico, un piede infallibile, uno dei cinque giocatori capaci di superare i 1000 punti in match internazionali….
 

Alessandro Troncon (1973) 101 caps (1994/2007, 21 volte capitano)
In 13 anni non ha mancato una prima volta importante. Cambiava tutto (cinque i ct che lo hanno utilizzato) ma il mediano di mischia era lui. Sempre. Prima vittoria con l'Irlanda in casa e fuori (Treviso 1995, Dublino 1997), prima vittoria con la Francia (Grenoble 1997) e ai danni della Scozia (Treviso 1998), esordio vincente nel Sei Nazioni (da capitano, ancora sulla Scozia, Roma 2000), prima vittoria sul Galles (Roma 2003), prima affermazione in Scozia (e unico successo esterno nel Sei Nazioni, Edimburgo2007). Alessandro Troncon, classe 1973, esordiente in azzurro a 20 anni, ha vinto “anche” sette scudetti con il Benetton, mentre a Clermont-Ferrand si è aggiudicato la Challenge Cup…
 

 

Approfondimenti e molto altro ancora nel prossimo numero di ALL RUGBY!!   Abbonati subito!

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