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Il 6 Nazioni, il più grande evento del rugby europeo, ha subito una pausa forzata a causa del COVID-19. Non è la prima volta però che il Torneo deve osservare uno stop a causa di forza maggiore. Quella del 2020 si chiama Coronavirus, una influenza molto contagiosa che sta mettendo in crisi i paesi di tutto il mondo, nel 2001 invece il 6 Nazioni si fermò per un’altra epidemia che riguardava gli allevamenti di animali. Le ultime tre partite dell’Irlanda furono rimandate proprio a causa dello scoppio dell'afta epizootica, una malattia del bestiame. Cosa molto simile a quella accaduta quest’anno a causa della diffusione di Covid-19, con partite riprogrammate che probabilmente si giocheranno a fine ottobre.

Commenta la situazione il 58 volte tallonatore dell'Irlanda (5 volte British Lions) Keith Wood. L’ex capitano irlandese ha ricordato la situazione simile di 19 anni fa, l’impatto che può avere su una squadra e i pericoli che si attendono quando il campionato è soggetto a una lunga interruzione.

L'Inghilterra per l’ultima decisiva partita giocherà in Italia ma dovrà evitare il destino capitato ai suoi predecessori di quasi due decenni fa, gli inglesi capitanati da Lawrence Dallaglio nel novembre 2001 arrivarono a  Dublino per conquistare 6 Nazioni e Grande Slam ma vennero sconfitti dall’Irlanda 20-14 (con meta di Wood da giocata in touche).

Quel giorno furono presi alla sprovvista, impreparati davanti alla squadra irlandese rafforzata dalle partite precedentemente recuperate contro Scozia e Galles.

“Avevo sentito alcuni ragazzi inglesi dire che ci avrebbero sicuramente battuti in primavera anche se eravamo in gran forma anche allora, credo davvero che abbiano perso la possibilità di fare il Grande Slam a causa del ritardo”, ha detto Keith Wood alla stampa britannica.

Mentre Wood preferirebbe il 6 Nazioni posticipato di un anno, i British Lions (a giugno 2021 ci sarà il Tour in Sudafrica) mettono in guardia gli amministratori di Six Nations facendo notare un programma già pieno di impegni internazionali.

“Il problema del rugby moderno è l’alto numero di partite. Fisicamente troppo stressante per un piccolo gruppo di giocatori” spiega Wood. “Ci sono troppe partite da giocare, potrebbero esserci solo due o tre fine settimana ipotizzabili per i recuperi in una intera stagione” rimarca Wood.

Tutti i campionati sono in pausa, PRO14 e Premiership inglese compresa, si prospetta un lungo periodo senza rugby .“I ragazzi devono sfruttare questo periodo di grande turbamento e prendersi una settimana di pausa, rilassarsi un po', mangiare un po' di cibo spazzatura e bere qualche birra.”

 

Non ci resta che attendere nel limbo imposto dal Coronavirus anche se ci viene difficile credere che l’Inghilterra si faccia sorprendere dall’Italia, Eddie Jones e la sua truppa arriveranno all’Olimpico di Roma per fare almeno 4 mete. Sarà un fine settimana difficile per l’Italia.

 

 

 

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