Francia - Italia 36-5: le pagelle
Poteva essere la riscossa, si è tramutata in un’altra scoppola tremenda. Chi sperava di tornare dallo Stade de France con lo scalpo delle “terze scelte della Francia” si è illuso di grosso. L’unica concessione alle nostre ambizioni è stato un po’ di smarrimento iniziale da parte dei nostri avversari prima di trovare la quadra ed iniziare a castigarci in virtù della maggiore caratura tecnica, oltre che per il fatto di essere forgiati da uno dei campionati più competitivi del mondo, specialmente dal punto di vista fisico.
L’Italia non ha vinto perché non ha messo a segno l’uno-due subito dopo aver marcato, pur avendone avuto l’occasione, per non essere stata umile nel capire che con 5 punti da recuperare e con un calcio a favore sotto i pali bisogna piazzare e soprattutto per aver ceduto di schianto, perdendo completamente la bussola, nei 10 minuti in cui ha giocato con un uomo in meno per via di un cartellino giallo certamente indigesto ma a termini di regolamento ben poco discutibile.
Non è detto che sarebbe andata peggio se la Francia avesse schierato tutti i suoi assi, visto quando doveva dimostrare chi li ha sostituiti. Piuttosto ha lasciato un po’ tutti interdetti vedere gli Azzurri intestardirsi su un piano di gioco - il calcio tattico ad oltranza – anche quando era evidente che risultava per essere controproducente, anche quando ormai si era sotto di 30 punti.
Di questo match difficile da inquadrare, per tante ragioni, rimangono poche indicazioni positive per Franco Smith e il gruppo azzurro, di cui provare a far tesoro sabato con il Galles, nella finalina per il 5° posto.
Le pagelle.
Minozzi. Non entra mai nel vivo del gioco, a volte perché innescato a ridosso della muraglia francese altre volte perché si complica la vita da solo. Che non sia giornata lo si capisce anche da un paio di episodi in cui litiga con la palla. Voto 5 -
Trulla. L’insufficienza è dovuta principalmente al fallo che ha costretto l’Italia in 14 per 10 terribili minuti che hanno spezzato in due il match. Voleva interrompere l’azione da meta francese? Non penso, personalmente, anche se per andare all’intercetto con una mano bisogna mostrare tutt’altra intenzione. Voto 5
Zanon. Per la seconda partita di fila crea il break da cui scaturisce la meta, respingendo il placcaggio di Serin e avanzando di potenza per una decina di metri. In attacco sportella e avanza che è un piacere, in difesa chiude la saracinesca. Voto 7
Canna. La meta, in perfetto sostegno al suo giovane regista che non a caso ha trovato in lui un alleato per questo tipo di incursioni, possedendo entrambi mani nobili, testa alta e buona accelerazione. Si segnala anche nel gioco al piede, prendendo in castagna Villiere con una traiettoria lunga. Voto 6,5
Sperandio. Trova un paio di buoni avanzamenti e strappa un pallone dalle mani di Dulin ma nel complesso non offre una prestazione lineare. Parte male isolandosi e concedendo subito turn over, soffre le risalite di Thomas e sbaglia la salita, insieme a Violi e Mori, sulla quarta meta transalpina. Voto 5,5
Garbisi. Tanti alti e bassi per il nostro talentuoso mediano d’apertura, che confeziona una meta goduriosa con un’altra delle sue finte da manuale ma commette molti errori d’esecuzione. Sul 10-5 firmato Danty viene colpevolmente lasciato da solo ma va a placcare troppo alto per lui e con una posizione del corpo inadeguata per fermare un bisonte simile. Voto 5,5
Violi. A parte un paio di belle fiammate azzurre nel primo tempo, tra cui quella che porta alla meta, non riesce a garantire un ritmo sufficiente per impensierire la diga difensiva avversaria. Commette anche tanti errori individuali che ne compromettono il giudizio complessivo. Voto 4.5
Steyn. Regolare nel corso del match, con buona capacità di avanzamento e notevole presenza fisica sui punti d’incontro, brilla in rimessa laterale con due palloni schiaffeggiati e rubati dalle mani dei saltatori francesi. Voto 6 +
Mbandà. Disputa un buon primo tempo, avviando il forcing vincente con un placcaggio che fa scoppiare la palla in mano all’avversario e recuperando un pallone in ruck. Sulla meta di Danty avrebbe potuto aiutare Garbisi, in evidente difficoltà; nella ripresa accusa un calo ed esce per Lamaro. Voto 6 -
Meyer. Il migliore degli Azzurri insieme a Zanon. Mette le mani nelle ruck dei Galletti recuperando il possesso o guadagnando il calcio a favore sia ad inizio partita sia in avvio di ripresa. Attacca bene la linea ed avanza come un trattore, pagando dazio un paio di volte solo in touche. Puntuale all’appuntamento. Voto 7
Lazzaroni. Gara molto dispendiosa fisicamente per lui, regge l’urto con ammirevole determinazione ed appena possibile si mette in luce guidando gli assalti azzurri con incornate poderose. Efficiente in rimessa laterale. Voto 6
Cannone. Un passo indietro rispetto alle prestazioni dell’ultimo mese, in cui era sempre stato tra i migliori o comunque sopra la sufficienza. Pur giocando con la solita generosità, nel complesso ha sofferto il confronto con avversari che hanno acquisito via via sempre più sicurezza. Voto 5,5
Zilocchi. Garantisce all’Italia un discreto assetto in mischia ordinata e si fa trovare pronto a contribuire nei momenti migliori del pack azzurro, meritando una dignitosa sufficienza. Voto 6
Bigi. Niente da dire su lanci in rimessa laterale né sulle spinte in mischia, in cui gestisce tutto abbastanza tranquillamente. Purtroppo chi scrive queste pagelle è legato a dettami antichi – ma sempre salutari – che impongono ad un capitano in svantaggio di piazzare un calcio davanti ai pali a 20 secondi dall’intervallo. I tre punti sono sempre certi; solo le squadre dominanti vanno in meta in quei momenti e l’Italia non lo era per nulla. Voto 5
Fischetti. Altrettanto regolare la sua prestazione in spinta, dove fa la voce grosse in un paio di occasioni, brilla meno del solito a contatto e nel lavoro sui punti d’incontro. Chiude a metà del secondo tempo una partita sicuramente sufficiente. Voto 6 +
Ghiraldini. Contro avversari che lo conoscono bene e lo stimano si dimostra determinato a dar battaglia. Purtroppo il match aveva già preso una china discendente per gli Azzurri, che non trovano nuova linfa dall’ingresso del vecchio capitano. Voto 5,5
Allan. Ci si aspettava da lui il contributo d’esperienza e classe, nel momento decisivo, invece complice l’inferiorità numerica il suo ingresso ha di fatto indebolito la nostra linea esterna. Evanescente in fase offensiva e poco preciso al piede (non trova touche da calcio), chiude senza sprazzi di luce. Voto 5 -
Mori. Si presenta bene, mettendoci il fisico per avanzare com’è nelle sue corde ma alla lunga finisce per adattarsi all’andazzo generale. Non sempre sale in linea con i compagni. Voto 5/6
Ferrari. Prestazione incolore, non del tutto negativa ma neanche ispirata. Ha il suo bel da fare per tenere un colosso come Atonio: per fortuna non gli mancano schiena, spalle e peso specifico, anche se per irruenza concede fallo per ingresso anticipato. Voto 5,5
Ceccarelli. Finisce presto sotto pressione in mischia ordinata, evitando il peggio grazie ad un buon lavoro di tenuta legato strettissimo a Ghiraldini. Voto 5,5
Lamaro. L’esuberanza gli fa commettere subito un fallo per salita anticipata. Che sia voglia irrefrenabile di schiantare quanti più francesi possibile si capisce poco dopo, quando suona le ossa al primo malcapitato con la palla. Ad occhio e croce uno che placca davvero forte l’abbiamo trovato. Voto 6 +
Varney e Stoian. In campo troppo poco per un giudizio compiuto. SV
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