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Foto Thibaut Bossenie
Foto Thibaut Bossenie

Febbre gialla (dal colore della maglia) a La Rochelle, due volte campione d'Europa. La società annuncia dati "monstre" in fatto di pubblico. Oltre agli 80 tutto esaurito fatti segnare nelle scorse stagioni dallo stadio "Marcel Deflandre" (capienza 16.000 posti), per la prossima il 99,5% dei tifosi ha già rinnovato l'abbonamento e si stima una lista d'attesa di 7.000 persone per l'acquisto di un abbonamento.

IN ITALIA - La notizia è l'ulteriore conferma di quanto scritto ieri in merito alla campagna abbonamenti del Benetton Treviso, annunciata con il record di 3.800 spettatori medi a partita della stagione precedente. Un dato lusinghiero per il club di Urc trevigiano, a cui vanno fatti i complimenti, ma un boomergan per il movimento italiano, incapace di raggiungere livelli simili altrove e destinato a non raggiungerli mai fino a quando il meglio dell'ovale italico (giocatori azzurri, stranieri, giovani, risultati, partite della nazionale extra Sei Nazioni, ecc.) sarà concentrato a Treviso. Se cresce solo Benetton, e non insieme a esso tutto il resto (Zebre e club di campionato), non crescerà mai l'intero movimento italiano.

IN FRANCIA - Infatti in Francia i numeri record di La Rochelle sono accompagnati da quelli di tutti gli altri club del Top 14, e del movimento in generale. Scriveva Rugbymeet in passato: «Le 182 partite giocate nei 26 turni di regular season del Top 14 2022/23 sono state viste in media da 14.841 spettatori medi a gara (oltre 2,7 milioni complessivi). Un record da quando il campionato francese ha assunto questa formula nella stagione 2005/06. Il primato di giornata spetta alla numero 21 con 22.795 spettatori di media. Sette club hanno superato l'80% di riempimento degli spalti, Tolosa e La Rochelle hanno giocato quasi sempre con il tutto esaurito. Il Bordeaux ha avuto l'affluenza media più alta con 28.216 spettatori. Dati lontani anni luce dal panorama del rugby italiano, ma anche dell'Urc».

IL BOOMERGAN - Quando anche l'Italia avrà qualcosa di lontanamente paragonabile a questa omogeneità di pubblico e interesse, i 3.800 spettatori del Treviso non saranno più un boomerang.