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I day after la sconfitta inglese contro il Galles, Londra e l’Inghilterra sembrano cadute in un profondo stato di depressione, la frustrazione degli appassionati e dei tifosi è evidente. Sui media e sulla carta stampata si è fatto un gran parlare e analizzato a fondo le ragioni della sconfitta, soprattutto in vista del match da dentro o fuori contro l’Australia di sabato.

Uno dei pezzi più azzeccati ed interessanti è stato quello del campione del mondo e legend dei Wallabies David Campese. Campese ha puntato il dito contro una serie di scelte di Lancaster & co. ma più in generale sul sistema di gioco inglese e sulla capacità decisionale dei giocatori.

Innanzitutto non ha molto senso secondo lui effettuare dei cambi “programmati” non dovuti ad infortunio nel corso del match, a causa dei quali l’Inghilterra è passata dal vincere di 10 punti al pareggio e ad andare sotto di tre con il calcio vittorioso di Biggar. Le scelte di Lancaster hanno “tolto” il ritmo a una squadra che stava giocando bene mettendo sotto il Galles, il non-sense per l’ex Wallaby è l’aver effettuato dei cambi prestabiliti quasi a non scontentare i giocatori in panchina

Solo le prime linee hanno un effettivo bisogno di rotazione nel corso del match a causa dello stress e dello sforzo dovuto alle mischie, per gli altri giocatori confuta il fatto che sono professionisti perfettamente allenati e in grado di giocare tutto il match, non vi sarebbe alcuna necessità di cambiarli soprattutto se il team sta vincendo e giocando bene.

In secondo luogo ha analizzato il tipo di gioco del XV della rosa definendolo troppo schematico e prestabilito, parlando di giocatori “succubi” dei messaggi tecnico tattici degli allenatori che li guidano quasi in ogni situazione, ha addirittura parlato di oltre 100 input nel corso del match, che non permetterebbe loro di prendere decisioni in autonomia nei momenti cruciali.

Quest’analisi è perfettamente condivisibile dal momento che fino a quando tutto è andato secondo il game plan l’Inghilterra è stata in pieno controllo, per poi perdersi con delle scelte discutibili una volta subita la rimonta del Galles. In effetti dice Campese:

“l’Inghilterra ma più in generale il rugby moderno è sempre più “guidato” da statistiche, analisi video e GPS lasciando poco spazio a quelli che si potrebbero rivelare i particolari vincenti come la capacità di ragionare con la propria testa e reagire agli stimoli esterni nei momenti topici del match. I giocatori professionisti moderni non sono più in grado di effettuare le proprie scelte in autonomia”.

A parte qualche raro caso che denota chi sia il vero giocatore world class, Sergio Parisse è uno di questi, ci troviamo in linea con il pensiero del campione australiano.

Nel frattempo tutti gli inglesi dicono che il Galles oggi perderà contro Fiji, forse un pronostico di parte perché una vittoria significherebbe quasi sicuramente qualificazione automatica per i gallesi e farebbe diventare ancor di più un match da “life or death” quello con i Wallabies.

Voi cosa ne pensate?

 

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