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Abbiamo proseguito il percorso di interviste con i responsabili delle Accademie zonali con Nicola Mazzucato, responsabile tecnico dell'Accademia di Rovigo, 39 caps con la Nazionale italiana, una carriera che lo ha visto crescere nel Cus Padova con il quale è arrivato in serie A, giocare nella Benetton Treviso, Calvisano e Overmach Parma per approdare a fine carriera in Inghilterra a Liverpool dove ha conseguito i patentini da allenatore di 1° e 2° livello.

 

Primo anno di Accademia a Rovigo, alla fine di questo percorso come valuti la tua esperienza e come sta andando?

"Sicuramente un'esperienza molto positiva sotto il profilo formativo mio personale e sopratutto sotto il profilo di un progetto che sta intraprendendo la Federazione con l'Accademia di Rovigo, un'Accademia sperimentale dal momento che non tutti e trenta i ragazzi dormono nelle strutture. Mentre le altre accademie attingono atleti da tutta la regione o più regioni, la nostra è una seconda Accademia in Veneto che va a coprire delle province altrimenti non coperte dalla struttura di Mogliano (Vicenza, Verona, Rovigo e Ferrara)...è praticamente un esperimento per vedere se questa scelta può funzionare dal momento che il costo è nettamente inferiore rispetto alle altre 8, anche per vedere se si può replicare questo tipo di progetto ad altre realtà di club nel territorio.

Dodici ragazzi vengono da fuori e dormono in una struttura approntata dalla società, gli altri arrivano dopo la scuola (il complesso scolastico è vicino al Battaglini), mangiano, si allenano e poi tornano a casa a dormire alla sera. Un progetto sperimentale che potrebbe essere molto utile nel futuro.

Rispetto alle altre il nostro livello tecnico è più basso dal momento che andiamo a raccogliere giocatori in 3 province, andiamo a pescare giocatori da società che fanno ancora i campionati regionali mentre ad esempio a Mogliano vanno a pescare da 7 società che fanno il campionato di elite veneto. Ma in questo modo si è voluto allargare il bacino, si è dato modo di crescere a ragazzi che al momento sia fisicamente che tecnicamente non sono tra i migliori 30 veneti, anche perchè la maturazione fisica non è uguale per tutti e c'è chi si sviluppa a 16 e chi a 17/18 anni. Quest'anno è stata molto dura perchè non avendo molto selezione e una lista di soli 22 giocatori abbiamo dovuto lavorare con ragazzi "in prospettiva" ma non ancora pronti".

 

Cosa pensi possa dare questo tipo di lavoro continuativo con i ragazzi?

"Sono rimasto veramente colpito dalla crescita fisica in questi dieci mesi dei ragazzi, la raccolta dati e le fotografie fatte sono a testimonianza dei miglioramenti...sono ragazzi che non erano abituati a lavorare tutti i giorni e sopratutto non erano abituati a lavorare due ore e mezza al giorno con un'ora di parte fisica e una e mezza di parte tecnica. Forse la parte tecnica è quella in cui c'è bisogno di un pò più di tempo per vedere dei risultati ma sotto il profilo fisico è incredibile come sono migliorati, anche solo dalla foto a torso nudo a settembre e quella di adesso si vede il lavoro svolto che, come monte orario, è pari a due anni di lavoro nel club".

 

Secondo te come sarebbe migliorabile il format delle Accademie?

"Sicuramente tutto è migliorabile, quest'anno la Federazione è partita con questo progetto e a parte le accademie già rodate, tutte le altre hanno grossi margini di miglioramento. Una cosa fondamentale è sviluppare ancora di più questo progetto nel territorio e coinvolgere ancora di più i club anche sotto un profilo tecnico. Bisogna rendere comune il percorso di crescita formativa dei ragazzi e bisogna partire un pò prima, l'under 14 è un anno fondamentale per la crescita, i centri di formazione stanno lavorando bene con i giovani che iniziano ad abituarsi a spostarsi un pò.

In tutto questo processo i ragazzi meritano un rispetto enorme, nonostante tutti i piccoli problemi che sono sorti nel corso della stagione, perchè il carico mentale e fisico che hanno dovuto sostenere è stato enorme. Infatti la Federazione si sta muovendo per dar loro un supporto mentale perchè non tutti hanno da subito le motivazioni per reggere un carico di lavoro del genere.

Dal momento che non tutti gli atleti dormono qui noi non possiamo svolgere i due allenamenti mattutini come gli altri, quello delle 6 della mattina non riusciamo a svolgerlo. Ma non mi sembra corretto che si critichi questo format messo in atto dalla Federazione dicendo che vuol far tutto lei dal momento che lo sforzo che compie è importante. I ragazzi hanno a disposizione 2 tecnici per la parte tecnica, 1 per la parte fisica, 1 manager e 1 fisioterapista a disposizione dal lunedì al giovedì, cosa che non tutti i club possono permettersi a livello economico. Tutto ciò meriterebbe solo del gran rispetto piuttosto che critiche. 

Il processo è sicuramente migliorabile ma va lasciato un pò di tempo per lavorare ed entrare a regime, ma anche riuscire a giocare di più tra accademie anche quando diversi giocatori sono via nelle finestre internazionali. Il processo di crescita avviene attraverso il confronto, magari si potrebbe condensare in determinati periodi anche senza giocare contro tutte le accademie durante la finestra dei match internazionali. Ad esempio noi, con il turno di riposo (ci sono 9 accademie), non abbiamo giocato da inizio novembre a metà gennaio e non è facile mantenere la concentrazione".

 

Un’ultima domanda...l’attività Seven, sappiamo già che è propedeutica ed è già contemplata nell’attività dell’Accademia. Secondo te cosa può dare in più a dei giocatori di rugby che si stanno “sviluppando”, che importanza può avere?

"Andy Vilk, nuovo coach della Nazionale Seven, sta facendo un bellissimo lavoro pur essendo part-time dal momento che quest'anno giocava a Calvisano. L'anno prossimo diventerà full-time e comincerà a girare per le accademie per "insegnare" un pò, perchè i nostri ragazzi non sanno giocare a 7, non ci hanno neppure mai provato.

Nel programma, quando non ci sono le partite, sono stati inseriti dei momenti per allenare il 7. Qui a Rovigo ho "utilizzato" due nazionali per insegnare ai ragazzi, Basson, Bortolussi e Billy Ngawini. Il martedì e il mercoledì vengono ad allenare loro i giovani dedicati al 7 mentre gli altri fanno tecnica individuale. E' veramente molto bello e propedeutico, si impara a correre negli spazi allargati e skills specifici. Pensa che in Inghilterra, dove ho allenato a livello di college, sino a febbbraio si giocava a XV da febbraio in poi si allena il 7!".

 

Grazie mille per il tuo tempo Nicola!

"Grazie a voi".

 

 

Il campionato delle Accademie Zonali

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