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Come ogni anno è ormai d’uopo dedicare un momento a coloro che ci hanno abbandonato. Così come l’Academy dedica un breve spazio agli artisti del cinema dipartiti, così noi lasciamo un ricordo di coloro che “hanno passato la palla”.

Un anno tragico questo 2018 rugbystico, carico di eventi spiacevoli e drammatici, verificatisi sui campi d’Italia e non solo.

Dal caso di Rebecca Braglia, ragazza diciottenne in forza all’Amatori Parma, deceduta lo scorso maggio in seguito ad un placcaggio durante una partita di Coppa Italia giocata a Ravenna. Un evento straziante, che ha fatto luce sugli enormi problemi di “sicurezza” nelle azioni di gioco durante le partite di rugby. Un triste fato che ha colpito un altro giovane, il 21enne francese Louis Frajfrowski, centro dell’Aurillac, club militante nel Pro D2. Il giocatore, sostituito dopo un placcaggio subito durante una partita contro il Rodz, ha perso i sensi. Rialzatosi, è stato accompagnato negli spogliatoi, dove è deceduto.

A luglio si accascia a terra un altro giocatore, il 32enne inglese Max Blakeley, del club dilettantistico Brikenshaw Bulldogs. Le cause della morte sono rimaste ignote, e si parla di un tragico incidente.

Come se non bastasse, il 2018 si chiude nel modo peggiore possibile: lo scorso 13 dicembre il diciannovenne Nicolas Chauvin, militante nello Stade Français, muore in seguito ad un placcaggio subito durante la partita contro il Bordeaux Bègles.

Eventi che hanno mosso addirittura la dirigenza della FFR a prendere provvedimenti regolamentari, al fine di migliorare le condizioni di gioco e la sicurezza nei placcaggi.

Parlare di persone che ci lasciano non è facile, in particolar modo se si tratta di giovani… o di persone vicine. E noi della redazione di Rugbymeet non potevamo non dedicare un momento al nostro direttore Giorgio Sbrocco, scomparso lo scorso aprile all'età di 64 anni. Giornalista, professore, rugbysta e allenatore di rugby, Sbrocco è stato direttore e “editorialista”, possiamo dire, di Rugbymeet, ma le sue collaborazioni hanno interessato quotidiani quali Il Giorno, e siti quali All Rugby e Quotidiano.net. Ha insegnato all’Università di Padova ed è stato allenatore del settore giovanile del Petrarca. A ottobre se ne va un altro ex del Petrarca, anche lui allenatore del settore giovanile: si tratta di Alessandro Battistin, deceduto a soli 52 anni. Affetto dalla SLA, Battistin denunciò di essere stato escluso dalle cure specialistiche. In carriera ha giocato con il Padova ed è statto allenatore di Valsugana e Bassano.

Diverse le stelle del rugby che ci hanno lasciato quest anno… più o meno note. Difficile che in tanti possano ricordare Keith Murdoch, noto come “il Black scomparso”, che negli anni ’70 dopo un evento che gli costò la maglia degli All Blacks, non fece ritorno in Nuova Zelanda e andò a vivere a Darwin, nel nord dell’Australia; di lui non si è saputo più nulla fino allo scorso 30 marzo, quando la notizia della sua morte fece il giro del mondo ovale.

Ad aprile diciamo addio ad una leggenda degli All Blacks, Fergie McCormick, deceduto il 10 aprile a causa di un cancro alla gola. Estremo in carriera, McCormick ha militato nella Nuova Zelanda tra il 1965 e il 1971 collezionando 16 caps e 121 punti. In carriera ha giocato con i Canterbury per ben 17 anni (1958-1975) collezionando 222 presenze e 1297 punti.

Il 19 ottobre passa la palla Robin Williams… non l’attore ahimè anche lui deceduto… ma Robin John Williams, estremo gallese del Cardiff e Newport tra il 1969 e 1974. Per lui anche due lunghe esperienze in Italia: a Brescia (tra il 1975 e 1980, con cui ha messo a segno 746 punti) e Calvisano (1980-1982).

 

Foto Elena Barbini