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Foto France Rugby
Foto France Rugby

Mal comune mezzo gaudio. Quando abbiamo scritto del profondo rosso con il quale è stato approvato dalla Fir il bilancio di previsione 2024 (quasi 8 milioni, più altri 8 milioni di possibile passivo nel bilancio consuntivo 2023 da approvare) avevamo dato anche la disponibilità a ospitare spiegazioni o riflessioni della Federazione italiana rugby sui conti negativi (leggi articolo). Rugbymeet non ha avuto risposte dirette da Fir ma possiamo mostrare i dati di questo grafico pervenuti alla nostra redazione da fonti attendibili. La tabella qui sotto ci può dare un'idea dei bilanci delle altre Union:

Federazione  Ultimo esercizio 2022  
Inghilterra (RFU) 258 milioni di Euro +4 milioni di Euro
Francia (FFR) 135 milioni di Euro -16 milioni di Euro
Irlanda (IRFU) 107,5 milioni di Euro -7,4 milioni di Euro
Galles (WRU) 105 milioni di Euro -4,3 milioni di Euro
Scozia (SRU) 79 milioni di Euro -10,5 milioni di Euro
Italia (FIR) 45 milioni di Euro +1,5 milioni di Euro
(stima 2023: -8 milioni)

Nel 2022 solo Inghilterra e Italia in attivo

Come si vede, tutte le federazioni del Sei Nazioni sono in passivo secondo i dati dell'ultimo conto consuntivo approvato, relativo al 2022 per la Fir e (si deduce) per le altre federazioni. L'unica in attivo di 4 milioni di euro è quella inglese (Rugby Football Union, RFU) partendo da 258 milioni di euro di ricavi, più di cinque volte quelli dell'Italia (45 milioni) che ha chiuso con 1,5 milioni di attivo, che nel 2023 dovrebbero diventare gli 8 milioni di passivo.

Molto male le altre quattro 

Da male a malissimo va invece alle altre "quattro sorelle" del Sei Nazioni. La Francia (Federation Francais du Rugby, FFR) ha un passivo di ben 16 milioni, partendo da un budget complessivo di 135 milioni. Per il 2023 le cose non andranno meglio nonostante la Coppa del mondo ospitata, anzi è il passivo stimato salirà a 24 milioni, portando a un profondo rosso di 40 milioni in due stagioni (vedi articolo). La Scozia (Scottish Rugby Union, SRU) ha un pesante passivo di 10,5 milioni su un monte ricavi di 79 milioni, in pratica un ottavo del budget. L'Irlanda (Ireland Rugby Football Union, IRFU) ha un dato negativo di 7,4 milioni su un budget complessivo di 107,5 milioni. Infine il Galles (Welsh Rugby Union, WRU) ha un passivo di "soli" 4,3 milioni di euro, su un bilancio di 105 milioni. Ma anche qui la situazione è destinata a peggiorare e ha fatto già sentire pesantemente suoi effetti sulla competitività della nazionale (Cucchiaio di legno), delle franchige di Urc (solo gli Ospreys in corsa per i play-off) e nel parco giocatori internazionali (buona parte dei big emigrati all'estero o ritirati dalla nazionale).

Quale strada prenderà la Fir?

Da una simile situazione si può trarre una doppia morale, positiva o negativa per la Fir e il rugby italiano. Positiva: nelle difficoltà finanziarie comuni l'Italia riesce a cavarsela meglio degli altri, ottiene risultati miglior del passato (Sei Nazioni record, 8° posto del ranking), costruisce nel movimento le basi per dare continuità ai risultati gestendo in modo oculato le risorse. Negativa: siccome mal comune è mezzo gaudio, avanti senza preoccuparsi dei passivi, sperpero di risorse, erosione del prezioso gruzzolo (fra i 40 e i 50 milioni) arrivato dalla cessione delle quote di Sei Nazioni e Urc al fondo Cvc e mancata costruzione delle basi economica e tecnica per il futuro. Quale strada prenderà (o ha già preso)la Federazione italiana?