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La rivoluzione gallese è cominciata. La Welsh Rugby Union (WRU) ha reso noto la sua proposta e le tre possibili alternative per ridisegnare il rugby di vertice, renderlo economicamente più sostenibile e dargli migliore supporto con un campionato sottostante più competitivo (Super Rugby Cymru), un'accademia nazionale e un sistema di centri di formazione legativi ai club. "Nessuno sarà contento di questa riforma – afferma la chief executive Abi Tierney sul sito della Bbc – ma non pesno che l'attuale situazione sia la migliore, nemmeno per i fans. Dobbiamo farre qualcosa di radicale per migliorare il rugby in Galles e spero che tutti ci sosterranno in questo".

Franchigie ridotte da 4 a 2

La proposta della federazione gallese è di ridurre le franchigie di United Rugby Championship (URC) dalle attuali quattro squadre a due, con un budget di 7,8 milioni di sterline a testa, una rosa di 50 giocatori ciascuna e una squadra femminile di 40 giocatrici. Entrambe verrebbero controllate dalla WRU, che ora controlla solo il Cardiff (dopo il fallimento dei mesi scorsi), mentre Dragons, Scarlets e Ospreys sono rette da privati con il contributo della federazione. Dal modello Benetton, per fare un paragone con l'Italia, si passerebbe a un modello Zebre. Non è stato rivelato se le due squadre sarebbero create ex novo, o sarebbe due delle quattro attuali, con il taglio delle altre due. Con un budget simile sarebbero più competitive. La Bbc cita i salary cap dei due campionati europei maggiori: 7,8 milioni di sterline per la Premiership inglese e 9,2 per il Top 14 francese.

Le altre tre ipotesi

Prevedendo una forte resistenza la WRU ha proposto anche altri tre modelli. Restare a 4 squadre come ora, ma due d'elite con contributo di 6,9 milioni di sterline e due di sviluppo con 5,2 milioni. Ridurre a tre squadre con due ipotesi: 1) Budget uguale per tutti di 6,8 milioni; 2) Budget diversificato, 2 club d'élite a 6,9 milioni e uno di sviluppo a 5,4.

Le consultazioni

La decisione finale verrà presa entro ottobre, al termine di un giro di consultazione che partirà il primo settembre e coivolgerà, oltre che le quattro franchigie, tutte le componenti del rugby gallese, compresi i tifosi. Ospreys (ha lanciato il progetto di sistemare lo stadio di St Helens di Swansea), Scarlets (ha annunciato l'arrivo di nuovi sponsor) e Dragons (il proprietario è deciso a continuare) combatteranno con tutte le loro forse per sopravvivere. Vedremo se troveranno un punto di mediazione in una delle tre ipotesi alternative o se cederanno a quella delle sole due franchighie che vuola la federazione. Di certo dalla stagione 2026/27, quando è previsto parta questa rivoluzione, il rugby gallese non sarà più lo stesso. E nemmeno l'URC che con eventuali due franchigie gallesi in meno dovebbe cambiare la sua formula, o ammettere due squadre nuove nella competizione. Magari i Cheetahs sudafricani e i Black Lion georgiani he già giocano la Challenge Cup.