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L’argomento è stato da sempre motivo di discussione: quali sono le reali differenze tra il rugby che si gioca nell’emisfero nord (nei massimi campionati europei di Premiership, Top14 e Pro14) e quello che si gioca nell’emisfero sud, in Super Rugby?

Il confronto internazionale è impari, le nazionali dell’emisfero sud dominano con 8 Mondiali vinti su 9, solo l’Inghilterra nel 2003 ha fatto sentire la voce del vecchio continente. A livello di club invece qualche dubbio c’è, in primis perché sono state rare le occasioni di vedere, una fronte all’altra, squadre europee e club di Super Rugby (il calendario internazionale rende complicato organizzare questo tipo di sfide), inoltre i maggiori talenti del sud spesso vanno ad arricchire le formazioni dei ricchi campionati del nord. In rari casi si è visto il contrario. Parliamo di Gregor Townsend, mediano di apertura (oggi allenatore della Scozia) che ha militato in Sudafrica negli Sharks, orme poi seguite dal talento francese Frederick Michelack. L’estroso terza linea James Haskell si era misurato in Super Rugby con i neozelandesi Highlanders.

Oggi, prima dell’interruzione dei campionati, sono due i giocatori britannici che giocano in Super Rugby, parliamo dell’inglese Joe Marchant e del gallese Jamie Roberts, rispettivamente in forza ai Blues neozelandesi e agli Stormers sudafricani.

 

Joe Marchant in una recente intervista al Daily Telegraph ha definito il rugby che nei gioca al sud “di un altro pianeta”. Il 23enne è passato dagli Harlequins in Premiership ai Blues all’inizio della stagione australe, il 3 volte nazionale inglese con la squadra allenata da Leon MacDonald ha vinto cinque partite su sette prima che il torneo fosse sospeso da SANZAAR per covid-19.

“Sembra che il rugby neozelandese sia troppo veloce. Per giocare qui devi essere in grado di sopportare la sua velocità di gioco”, ha ammesso il trequarti centro.  “Prima di venir qui pensavo che la difesa fosse il mio forte e che avrei potuto essere tra i migliori placcatori. Si sente dire che qui la difesa non sia buona come in Premiership ma mi sono reso conto abbastanza rapidamente che non era affatto così. Qui il rugby è così veloce che spesso le difese non riescono a schierarsi. Ci sono a volte tre o quattro fasi di fila e tu non hai nemmeno il tempo di metterti in posizione”.

Marchant, che ha giocato le sue ultime due partite per il Blues all’ala, ha parlato di quanto sia difficile difendere nel ruolo di centro, quando si è in mezzo al campo. “Ho giocato contro Anton Lienert-Brown, Jack Goodhue e Ngani Laumape, questi sono tre straordinari centri internazionali e quando li hai davanti cerchi di fare il meglio possibile.”

Dopo non essere stato convocato con l’Inghilterra nella squadra per Coppa del Mondo dello scorso anno, Marchant ha ammesso di sperare che la sua esperienza con i Blues lo potrebbe aiutare a tornare tra i convocati di Eddie Jones. “Spero davvero che questa esperienza farà la differenza per me in futuro”.

 

Marchant non è l'unico centro britannico a giocare questa stagione nel Super Rugby, anche Jamie Roberts, ex nazionale gallese e British Lions (97 caps), gioca nell’emisfero sud, in Sudafrica con gli Stormers.

Il massiccio trequarti centro si era trasferito a Cape Town da Bath e ha raccontato al Daily Mail che il Super Rugby ha messo a dura prova le sue abilità in modi che in passato il rugby europeo non aveva mai fatto. “Sono un tipo piuttosto competitivo, il mio obiettivo è sempre quello di vincere. Il Super Rugby sta mettendo a dura prova le mie abilità, mi sento meno ball carrier e più come uno che distribuisce palloni.”

“Non sono il portatore di palla principe con gli Stormers, cosa che ha caratterizzato gran parte della mia carriera. Qui c'è una difesa veloce e più aggressiva, in Sudafrica le squadre devono difendersi sulla larghezza perché i punti d’incontro sono molto rapidi, il che significa che spesso ti trovi a giocare uno contro uno in spazi allargati.”

“Qui puoi sfruttare di più il tuo gioco di gambe e l’offload. Il Super Rugby sta testando anche la mia capacità di passare la palla, spesso sono chiamato a fare passaggi di 15-20 metri” conclude Roberts.