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Abbiamo intervistato l’ex tallonatore della Nazionale Carlo Festuccia (54 caps), l’aquilano di nascita, parmigiano di adozione e londinese per lavoro è da 2 anni agli Wasps, pur giocando titolare in Aviva Premiership in una delle squadre più forti d’Europa sono ormai 3 anni che non viene chiamato a vestire la maglia dell’Italia. 

Analizziamo con Carlo il mondiale dell’ItalRugby di Jacques Brunel:

 

L’Italia ha giocato delle brutte partite con Francia e Canada ma ha convinto con l’Irlanda e per 65 minuti anche con la Romania, come giudichi le prove degli azzurri? 

“Ho visto cose positive e negative in queste partite. Partiamo dalle cose positive: sono contento di aver visto giocare bene Edoardo Gori su tutti, in diverse partite ha preso in mano la squadra e ha saputo gestire ritmo e gioco, penso anche io che potrà essere lui il futuro capitano di questa nazionale.

Sono stato colpito positivamente anche da Tommaso Allan, Tommy sta crescendo ed è migliorato molto nella gestione della squadra. 

Diciamo che la mediana è la cosa che mi ha colpito maggiormente.

Ho rivisto con piacere un buon Leonardo Sarto che non avrà il fisico da rugbista professionista ma ha la capacità di dare quella accelerata e fare quell’azione che porta in avanzamento tutta la squadra.

La prima cosa negativa è stata la touche che dopo l’infortunio a Ghiraldini non è andata per niente bene. Vuoi per le chiamate, per il lancio o per il sollevamento, queste cose da esterni non possiamo saperle. Ci sono molte varianti ma sta di fatto che sono andate molto male ed è stato uno dei punti deboli della nostra nazionale.

Contro la Francia il problema è stata la disciplina, non puoi pensare di vincere la partita se prendi 19 calci di punizione contro, a livello internazionale ti puoi permettere al massimo 8/10 calci a partita. Contro la Francia ne abbiamo presi addirittura il doppio. Secondo me abbiamo avuto un approccio mentale alla partita totalmente sbagliato.

Con il Canada forse abbiamo sottovalutato un po' la partita, i canadesi hanno dei trequarti che arrivano dal rugby a 7 molto bravi ad attaccarci negli spazi e nei contrattacchi in velocità. Per quanto riguarda la mischia non siamo stati capaci di adattarci al loro tipo di difesa, in touche i canadesi non volevano impostare la maul e noi non siamo stati in grado di reagire, questo tipo di difesa la inventammo noi nel 2005 con Pierre Berbizier, è stupido farsi fregare con un’arma inventata da noi. Comunque abbiamo abbiamo raggiunto il risultato che ci serviva, la vittoria. 

Con l’Irlanda abbiamo fatto la migliore partita soprattutto dal punto di vista caratteriale, il problema come sappiamo è stata la touche, vincere 3 touche su 10, ovvero il 30% dei palloni ci ha penalizzato moltissimo.
Il ritorno di Sergio Parisse, pur non essendo al 100%, ha dato una spinta in più a tutto il gruppo.

Con la Romania sinceramente dopo che ho visto la prima mischia dove siamo stati carrettati ho detto qui si mette male, invece poi i ragazzi hanno ripreso il controllo della situazione.
E’ stata una partita gestita bene fino al 65’, poi dopo la girandola dei cambi e con qualche giocatore messo fuori ruolo, abbiamo subito il gioco rumeno, per fortuna mancava poco ma se la partita fosse durata 10 minuti in più non so come sarebbe andata a finire. "

 

Ci sono stati parecchi infortunati nell’Italia: Morisi, Parisse, Masi, Rizzo, Ghiraldini, Castrogiovanni. Qual’è secondo te il problema?

“Molte squadre hanno avuto tanti infortunati, tra queste anche l’Italia, penso sia dovuto a un carico eccessivo di lavoro, ci sono giocatori che riposano poco e non vengono gestiti bene.
A questi livelli il rugby è sempre più uno sport fisico dove gli impatti ad alta velocità sono continui. Lo stress fisico alla lunga si sente e infatti noi abbiamo avuto infortuni abbastanza importanti alle articolazioni come ginocchia e tendini. L’unico problema muscolare credo sia stato quello a Ghiraldini. Il rugby si sta evolvendo e sta diventando sempre più fisico.”

 

Come giudichi il Mondiale dell’Italia? 

“E’ stato un mondiale mediocre. I ragazzi sono arrivati al giorno del raduno alla preparazione al mondiale senza aver trovato l’accordo economico, l’approccio è stato sbagliato.

Inoltre penso non ci sia stata comunicazione tra staff e giocatori, ancora una volta abbiamo commesso l’errore di arrivare al mondiale con dei problemi tra staff tecnico e giocatori, quando ci sono dei problemi del genere non arrivi concentrato e con la testa giusta a un appuntamento importante quale la Rugby World Cup. Abbiamo mostrato quali sono i limiti del rugby italiano.

Sicuramente siamo stati sfortunati a incontrare la Francia, la squadra con cui ci giocavamo il passaggio, alla prima partita. Perdere con un netto 32-10 dal punto di vista mentale non ci ha fatto bene. I giocatori vanno in campo ma chi li mette in campo è l’allenatore, come vengono prepararti è responsabilità del coach.
Si vede quando una prestazione non c’è dal punto di vista tecnico….

In conclusione c’è da lavorare, si è visto che i giocatori di qualità ci sono e se li metti in condizione di lavorare bene primo o poi possiamo toglierci delle soddisfazioni

 

Infine cosa pensi della scelta di Brunel, Mauro Bergamasco doveva giocare contro la Romania?

“Non sono stato d’accordo sulla sua esclusione. Mauro è sicuramente uno dei giocatori italiani più conosciuti a livello mondiale assieme a Sergio Parisse e Andrea Lo Cicero.

In una partita come quella contro la Romania un giocatore dell’esperienza di Mauro sarebbe servito. Mauro è un giocatore grintoso che fa il lavoro sporco, non solo doveva giocare ma doveva essere anche il capitano.

Mauro Bergamasco ha lavorato 15 anni per portare la Nazionale dove è ora.

E’ una questione di rispetto, spesso ci dimentichiamo che alla base di questo sport ci sono dei valori, questi stessi valori piano piano si stanno perdendo.”

 

 

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