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Sembra che soltanto in Italia e qualche altra nazione, culturalmente legata al rugby, non ci siano emittenti interessate ad inserire il rugby internazionale nei propri palinsesti. E se anche ci fossero, sarebbero reti private o pay-tv, visto che su questo punto è da escludere l'interesse della rete televisiva pubblica.

Negli Stati Uniti invece il potenziale della palla ovale lo si avverte e un grande network ha deciso di non aspettare. La NBC Universal ha infatti acquisito i diritti di messa in onda della prossima Women's Rugby World Cup e le due edizioni della Coppa del Mondo 2019 e 2023. La NBC aveva già garantito la messa in onda, nel territorio degli Stati Uniti, della RWC 2011 e 2015 tramite il canale Universal Sports.

Così dopo l'accordo tra ITV e World Rugby anche il colosso statunitense dei media ha deciso di puntare su un vasto pacchetto dedicato alla palla ovale. Ciò che stupisce di più è che a ottenere i diritti sia stato un conglomerato nato come joint venture tra due società (General Electric e Vivendi), che oggi gestisce i palinsesti di numerose reti televisivi locali sul territorio degli Stati Uniti e che ha battuto la concorrenza della ben nota emittente sportiva ESPN.

Allo stesso modo altre emittenti pubbliche stanno puntando sul rugby internazionale. La società Eir, che gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo in Irlanda, ha acquisito i diritti per la messa in onda della Rugby World Cup 2019 e della Women's Rugby World Cup 2017; così come France Télévisiones - sempre servizio pubblico - che trasmetterà il Mondiale femminile.

Pertanto sembra che ovunque le reti televisive di Stato stiano puntando sempre di più sul potere mediatico della palla ovale, mentre in Italia si continua a faticare per trovare uno spazio per il rugby sulle reti in chiaro. Perchè, intendiamoci, che il Sei Nazioni e i Test match finiscano su DMAX - rete tematica, di certo non di stampo sportivo -  possiamo accettarlo, ma che un evento Mondiale trovi spazio soltanto sulla pay-tv, resta incomprensibile.