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Andrea Rinaldo aveva avvertito tutti dalle colonne di Allrugby: “Temo la vocazione dei veneti al suicidio politico, pari solo a quella della sinistra italiana”, aveva detto l’ex presidente del Petrarca, consigliere federale e rappresentante dell’Italia nel board della Erc.

Puntuali, le preoccupazioni di Rinaldo si sono avverate: timori di ordine e economico e forse anche sportivo (il ritorno di Treviso nel campionato di Eccellenza porterebbe immediatamente a tre le retrocessioni nel campionato in corso) hanno affondato il progetto e con esso l’unità del Veneto, della quale il presidente del Civ, Marzio Innocenti, aveva detto di essere custode, “come del sacro gral”.

I più amareggiati sono Francesco Zambelli, presidente del Rovigo, e Roberto Facchini, presidente del Mogliano. Facchini, al Gazzettino, ha detto di essere “molto deluso. Si è persa la grande occasione per fare la squadra del Veneto, sarà difficile si riproponga», ha spiegato.

Della stessa idea è Francesco Zambelli, che spiega in modo più articolato la situazione: “al tavolo c’erano posizioni asimmetriche – ha detto – perché quattro delle cinque società convenute devono partecipare anche al campionato di Eccellenza ed è evidente come questo renda difficile la posizione di chi deve investire su due fronti, i Dogi e  il proprio club. A quel punto sarebbe stato giusto chiedere allora anche a Treviso di tornare al campionato, così saremmo stati tutti sullo stesso piano. In effetti fino a pochi giorni fa i Dogi li volevano tutti, poi sono sorti problemi noti, come se non si sapesse fin dall’inizio quali sarebbero state le difficoltà dell’operazione”.

Che succederà?

Zambelli dice di non saperlo: “sul piano strettamente sportivo, non mi sembra giusto che la Fir finanzi con tutti quei soldi un solo club che peraltro ha annunciato già da qualche settimana la smobilitazione e quindi dovrebbe ripartire anch’esso da zero. Se non dovesse partecipare al campionato di Eccellenza, conti alla mano,  anche Rovigo sarebbe in grado di allestire un formazione per la Celtic League, mettendo insieme il budget attuale e i finanziamenti federali. Ma io ho un’idea diversa della franchigia: deve essere il momento di sintesi,  di rilancio di tutto il lavoro del territorio. A Rovigo i ragazzi cominciano a giocare sognando di vestire la maglia della prima squadra. Una selezione del Veneto permetterebbe loro di misurarsi con le necessità dell’alto livello e magari si arrivare in Nazionale, e dove non fossero all’altezza della situazione potrebbero continuare a  giocare per il proprio club, senza doversi allontanare da casa, dalle famiglie da dove lavorano.  Quanto a Benetton (nel senso della famiglia, ndr), mi chiedo perché debba avere come priorità assoluta, se ce l’ha,  quella di sponsorizzare una squadra di Treviso, anziché la rappresentativa  della regione. Forse non gli è stata spiegata bene la cosa”.

Prossimo passo?

“Penso che Treviso dovrà parlare con la Fir, io poi non so esattamente se esiste un diritto di prelazione, altro, come e perché.  Sono dispiaciuto perché il momento per fare una squadra di tutto il Veneto era questo, un obiettivo che c’eravamo dati tutti insieme un paio di anni fa quando c’eravamo spesi per l’unità del Veneto. Io una piccola speranza ce l’ho ancora, noi alle condizioni di cui si era parlato siamo sempre disposti. Vedremo”.

 

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Foto fotosportit.com

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