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E’ di nuovo tempo di pagelle per l’Italia di Conor O’Shea, uscita dal Soldier’s Field di Chicago bastonata otto volte dall’Irlanda. Il test match in terra statunitense, fra due formazioni sperimentali, è terminato con una severa lezione rimarcando ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, la distanza che permane tra il nostro rugby di vertice e quello del XV del Trifoglio, campioni in carica del Sei Nazioni e seconda forza mondiale dopo gli All Blacks. Dopo un primo tempo più che dignitoso, concluso dallo splendido intercetto di capitan Campagnaro, ci si aspettava tuttavia ben altra Italia. Le due mete subite a stretto giro nei primi minuti della ripresa hanno invece fatto crollare le speranze degli Azzurri che nel finale sono finiti al tappeto sotto i colpi impietosi degli irlandesi, autori di otto mete.

Le pagelle.

Sperandio. Non è facile debuttare da titolare in un simile contesto, anche perché la partita comincia subito in salita per gli Azzurri. Ci mette una pezza provvidenziale impedendo a Ringrose di segnare al primo attacco. Il giovane estremo trevisano Si fa trovare pronto sulle prese aeree ma sui capovolgimenti di fronte improvvisi fatica a ricucire le maglie difensive. Scarica nel fango un assist importante per Bisegni, dopo un bel movimento ad aggirare il difensore che lo aveva quasi lanciato nel buco. Si prende in faccia il passaggio di Campagnaro servendo involontariamente Larmour che fila in mezzo ai pali. Al ragazzo comunque va data fiducia, perché al netto di quanto visto al Soldier’s Field la stoffa c’è.   Voto 5 ½

Bisegni. Si danna come un pazzo per contenere le folate continue degli irlandesi, evitando spesso che la situazione degeneri. Non avrà la velocità pura di altre ali ma possiede senso della posizione e spirito battagliero che altri si sognano, che lo aiutano a non sfigurare sia in attacco sia in difesa. Con un servizio migliore da parte di Sperandio avrebbe anche potuto marcare una meta importante verso la fine del primo tempo. Voto 5/6

Campagnaro. Capitano per la prima volta, è sua l’unica meta dell’Italia – un intercetto fulmineo e inaspettato come una sberla in faccia - in un match che con qualche attenzione in più sarebbe potuto finire entro margini più accettabili. Una cosa è sicura: Michele è un giocatore unico attualmente nel panorama italiano, il solo trequarti di rango internazionale della nostra Nazionale, sempre avanzante e difficile da marcare. L’ha dimostrato ancora una volta, facendo da riferimento in ogni occasione con poche sbavature e generosità da vendere. Peccato per quel passaggio sul viso di Sperandio che regala la meta a Larmour ma il giudizio su di lui non cambia, meritando il voto più alto della squadra. 6 ½

Morisi. Tanta voglia da parte del rientrante – tre anni dopo l’ultima presenza in Nazionale - che nel primo tempo mostra attitudine e capacità di avanzamento. Peccato per la palla persa in avanti con l’Italia nei 22 avversari, su incrocio con Canna. In ogni caso bentornato in maglia azzurra Luca, talento che ha dovuto fare i conti con tanta sfortuna ma non si è mai arreso, come ieri a Chicago. Voto 6

Bellini. Pochissime sbavature e la capacità di farsi trovare pronto ed elettrico quando chiamato in causa, pur considerando l’entità della sconfitta. Entra meno nel vivo delle azioni rispetto a Bisegni ma difende bene, anche sui palloni aerei, e sbaglia poco con la palla in mano. Voto 5/6

Canna. Alcune idee ed esecuzioni di questo giocatore valgono sempre e comunque il prezzo del biglietto, come il delizioso “chip” con cui lancia nello spazio Meyer nel primo tempo, permettendo agli Azzurri di insediarsi a lungo in attacco. Non riesce però ad orchestrare a dovere la sua linea esterna, servendo troppo spesso palloni a giocatori senza profondità. Prova di rivedere, anche se resta l’unica vera alternativa ad Allan con la maglia numero 10. Voto 5 ½

Tebaldi. Gestisce tutto sommato bene nel primo tempo, anche se in più di un’occasione non riesce a mantenere il ritmo di uscita del pallone dalle ruck. Nella ripresa prima cede palla con un riciclo rischioso, che spiana la via alla terza meta avversaria, poi punta tutto sugli avanti nel tentativo di sfondare sotto i pali, senza risultato, beccandosi qualche rimbrotto da Canna e altri trequarti. Voto 5

Giammarioli. Si danna come un pazzo per esibire le sue tante doti, sia in attacco sia in difesa. A lungo andare paga dazio fisicamente ma la sua resta una delle presenze in campo più positive, insieme ai compagni di reparto. Voto 5/6

Steyn. Il migliore degli avanti azzurri, fa riferimento come Campagnaro per i trequarti. Begli avanzamenti ed elmetto abbassato in difesa, della sua prova rimane sul gozzo quella meta sfiorata alla base dei pali irlandesi per questioni millimetriche, che avrebbe consegnato il pareggio all’Italia. Scala troppo presto salendo con Meyer sulla seconda meta, facendosi battere all’interno. Voto 6 -

Meyer. Parte male il debuttante, facendosi sfuggire Stockdale sulla salita da calcio d’inizio ma poi è sua la francesina provvidenziale che impedisce a Ringrose di entrare in area indisturbato. Ha sulla coscienza anche la penetrazione di Larmour che innesca la seconda meta del Trifoglio, segnata dal mediano Luke McGrath. Si vede comunque che è un ball carrier di valore, dotato anche di buona reattività e in ottica futura potrebbe rappresentare un valida alternativa a Negri, Polledri o allo stesso Steyn. Voto 5/6

Biagi. Giornata tosta per il capitano delle Zebre, costretto agli straordinari in difesa insieme al compagni di reparto Fuser. Encomiabile dal punto di vista dell’impegno, paga dazio spesso sugli impatti anche perché l’Irlanda raddoppia quasi sempre il placcaggio sul portatore di palla. Voto 5/6

Fuser. Il più fisico dei nostri uomini, rispedisce al mittente un paio di penetranti irlandesi centrandoli in pieno. Non sale su Beirne sulla prima meta irlandese del secondo tempo lasciando solo Meyer. Qualche problema in rimessa laterale e tanto lavoro sporco, gli consentono di avvicinarsi alla sufficienza nonostante la dura lezione ricevuta. Voto 5/6

Pasquali. Passa alle spalle di Canna e Tebaldi sulla prima meta, quando il suo peso sarebbe servito per fermare il gigantesco Beirne affrontato - non si sa bene perché - dai nostri mediani invece che da un paio di avanti. Buona la sua posizione e la stabilità in mischia ordinata, che evita cedimenti rovinosi al nostro pack sotto pressione. Pochi gli avanzamenti significativi. Voto 5 ½

Bigi.  Partita difficile per il tallonatore del Benetton, che parte malissimo facendosi sfuggire dalle mani Stockdale sul calcio d’inizio e salendo male su Ringrose che lo batte all’interno e manca la meta solo per un nonnulla. Pesa anche qualche lancio storto in attacco. Voto 5

Quaglio. Occasione sfortunata per il pilone rodigino in forza al Treviso. Bibi è costretto ad uscire dopo una ventina di minuti per la maggior parte vissuti in trincea sotto gli assalti dei verdi d’Irlanda. Voto 5 +

 

Traore. Entrato presto per Quaglio si presenta tentando un off load azzardato ma poi si riscatta mettendoci sempre il fisico. 5/6

Tuvaiti. Si presenta bussando forte e sui due successivi impatti gli uomini in maglia verde gli fanno capire che non è giornata, rispedendolo indietro e rubandogli anche un pallone. Benvenuto sul palcoscenico internazionale al neozelandese di Auckland, che in contesti migliori potrebbe rivelarsi un impact player. Voto 5/6

McKinley. Discorso simile per l’apertura nata a Dublino. Dimostra coraggio e tanta voglia di mettersi in luce, contro la Nazionale del suo Paese d’origine. Anche lui comunque viene “accolto” a suon di placcaggi e palloni strappati dalle mani, nonostante le buone iniziative. Voto 5/6

Fabiani, Zilocchi, Lazzaroni, Ruzza, Palazzani. In campo troppo poco quando ormai si era aperto il Mar Rosso, con gli Azzurri nei panni degli egiziani. Ingiudicabili, anche se l’attitudine di Lazzaroni, sempre avanzante, merita almeno una segnalazione di segno positivo.

 

 

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Foto Instagram Irish Rugby

 

 

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