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Una strana atmosfera ha accompagnato gli ultimi giorni di raduno a Toyota per la squadra guidata da Conor O’Shea, che ha terminato anticipatamente la preparazione al quarto match del Girone B alla Rugby World Cup contro la Nuova Zelanda, a causa dell’annullamento del match contro gli All Blacks ufficializzato nella mattinata di giovedì.

Dopo 51 giorni consecutivi passati insieme, da 44 giocatori utilizzati nella preparazione estiva, e 33 giocatori utilizzati in allenamento (di cui le due riserve straordinarie, Danilo Fischetti e Giosuè Zilocchi, arrivati in Giappone per non giocare), si conclude l’avventura dell’Italia con due vittorie nelle prime due partite contro Namibia e Canada, una sconfitta contro il Sudafrica e un pareggio a tavolino contro la Nuova Zelanda. Tanta amarezza per quest ultimo match non giocato. Unica soddisfazione, la qualificazione alla prossima Rugby World Cup 2023 in Francia.

Un epilogo che non è piaciuto a nessuno, nemmeno a Conor O'Shea, che siederà sulla panchina Azzurra per altri cinque mesi, prima di lasciare la Nazionale (dopo il Sei Nazioni):

“Sono deluso per l’annullamento della partita per il tifone. Non penso al risultato finale ma al fatto che tu non puoi mai sapere cosa succede in un match e ai vari fattori che possono condizionarlo. Mi dispiace per i giocatori perché per loro è giusto finire una competizione del genere sul campo. Vittoria o sconfitta che sia: è arrivata la fine del nostro sogno in Giappone. Ho parlato con i ragazzi e ho detto a loro che sono orgoglioso di loro: abbiamo fatto due buone prestazioni nelle prime due partite e, ovviamente, dopo il match contro il Sudafrica nessuno era contento”.

“Abbiamo una speranza per il futuro. C’è una profondità più ampia e ora siamo saliti al dodicesimo posto nel ranking. Nel passato abbiamo vinto contro Fiji, Giappone e altre squadre che sono sopra di noi nella classifica mondiale. Il prossimo obiettivo di questo gruppo è arrivare all’altissimo livello e scalare posizioni. Ci sono le possibilità per farlo: in questo gruppo da un lato avevamo giocatori come Parisse, Zanni e Ghiraldini che hanno esperienza al Mondiale; dall’altro tanti giocatori – sia giovani che esperti – che erano alla prima Rugby World Cup, fattore su cui si può costruire per i prossimi anni. Guardiamo avanti”.

“Pensiamo a quanti giocatori si sono messi in mostra qui: saranno la base dei prossimi anni e ci sono tanti fattori che ci fanno sperare per un buon futuro. Con questa squadra – staff compreso – dobbiamo fare il tutto sempre al meglio anche per noi stessi per arrivare al livello che noi vogliamo. Non è facile, ma siamo sulla strada per poterlo fare. Una vita senza ambizione non è una vita”.

“E’ un privilegio essere in questo gruppo e poter guidare la Nazionale. Spero tra 10 o 20 anni, così come Parisse, Zanni e Ghiraldini hanno fatto tanto per questo sport, di poter vedere che tanti ragazzi giovani che sono qui oggi possano aver fatto qualcosa di simile per il futuro e avere una buona squadra” ha concluso il Commissario Tecnico Azzurro.

 

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Foto Alfio Guarise

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