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Con l'elezione di Marzio Innocenti la rivoluzione del rugby italiano sembra essere iniziata. Sono saltate le prime teste e si parla di nuovi progetti per le franchigie, le accademie, l'attuale Top12. Sullo sfondo, la ricerca del grande slam per il Galles e il sesto anniversario dell'ultima affermazione dell'Italia nel torneo contro la Scozia, nostra avversaria sabato.
In compagnia di Francesco Cocco Mazzariol e Vittorio Musso.

 

Cocco Mazzariol

"Io metterei un capitano giovane, con cinque leader di fianco ma in questo momento questi cinque non li vedo. Con il senno di poi, forse avrei riflettuto prima su chi togliere e chi tenere della vecchia guardia ma ora la via è tracciata".

"Secondo me esiste una via di mezzo tra quello che abbiamo fatto quando giocavo io e quanto fatto dopo che mi sono ritirato: ricordo una finale a Roma tra Viadana e Treviso con due italiani in campo, quello dava più spettacolo e visibilità, e qualche sponsor in più. Ma alla Nazionale non portava nulla [...] da lì ci siamo ritrovati ad avere quasi solo italiani e stranieri di scarsa qualità e a non investire sul campionato minimamente". 

 

Vittorio Musso

"Con le elezioni si è ragionato per un cambiamento e una testimonianza è arrivata da questo Tavolo del Nord Ovest. Si parla di ripartire dal rugby di base ma mantenendo il focus sull'alto livello perché la vetrina per attirare investimenti e interesse. Il cambiamento non è solo un cambiamento di vertici ma un modo di rapportarsi tra club e Federazione e tra Federazione e club".

"Le criticità legate al Covid adesso sono non aver potuto allargare il gruppo tecnici perché non era sostenibile firmare contratti a tempo indeterminato come fosse un'azienda. Lo dico perché come Rugby Biella noi abbiamo iniziato a ottenere risultati di un certo livello perché in passato abbiamo ingaggiato a tempo pieno un responsabile del settore giovanile, un tecnico per 8-10 ore al giorno. Di più non potevamo fare ma se iniziassimo a livello di club, o di Federazione a investire su formatori professionisti a quel punto lì la base avrebbe un solido muro cui appoggiarsi".

 

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