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Padova  - Dicesi paradosso. Se con una mischia che subisce ho poche probabilità di vincere una partita, quando metto in campo una mischia dominante in chiusa, le mie probabilità di successo aumentano? Sì. Direbbero gli déi della Bislunga. E sbaglierebbero.

In uno stadio Plebiscito tirato a lucido e affollato da oltre 3 mila presenze, l’Italia under 20 di Troncon e Moretti si è arresa 14-24 a un Scozia non trascendentale, annientata nella guerra degli assetti e per metà ripresa in campo con un uomo in meno (due gialli), al termine di un match che ha evidenziato tutti, ma proprio tutti, i limiti dell’Italrugby del futuro.

Squadra piena di buona volontà e con qualche idea neanche tanto malvagia ma drammaticamente incapace di collegare al dominio nelle fasi statiche a terra uno straccio di consequenzialità efficace, in grado di incidere sugli equilibri della sfida.

In meta in avvio (chip assassino di Mantelli raccolto da Sperandio per il 7-0), l’Italia ha poi subito il controllo territoriale e il monopolio dei possessi che i ragazzi in blu hanno esercitato per tutta la prima metà gara. Sul 17-7 per gli ospiti arriva la meta di penalità che vale il -3 e che illude.

Ma l’uomo in più sul 14-17  (fuori l’apertura Hutchinson per placcaggio illegale su Minozzi) non porta alcun concreto vantaggio e sugli esiti di una mischia avanzante (!) il dispositivo difensivo delle terze linee in maglia bianca viene uccellato dall’imperiosa progressione dell’8 scozzese che replica l’azione del primo tempo, serva l’accorrente centro che finisce sparato sotto i pali.

Tutto qua: la Scozia un paio di giocatori veloci e reattivi li ha schierati. L’Italia no, per la banalissima ragione che non li ha. Alla fine: onore alla Scozia e tanta giustificata amarezza. Il Cucchiaio si avvicina.

 

Giorgio Sbrocco per Rugbymeet

 

Foto Elena Barbini

Risultati e classifica del 6 Nazioni U20