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Quando avevo 14 anni andai con mio padre a vedere la mia prima partita dei Wallabies. Mi aveva detto di tenermi pronto, se durante il match ci fossero stati troppi infortunati e avessero lanciato un appello a qualcuno in tribuna. Così mi portai le scarpe da rugby.” (Stephen Larkham)

Gli esperti valutano che la miglior mediana nella storia del rugby australiano sia stata quella formata da Michael Lynagh e Nick Farr-Jones. Probabilente è vero. Ad ogni modo, il duo George Gregan e Stephen Larkham non sono molto indietro in quanto a indice di gradimento. La coppia, infatti, ha fornito una delle collaborazioni più affidabili e riconoscibili nel mondo del rugby, con il piccolo e grintoso George complimentato perfettamente dal longilineo e tranquillo Stephen. Per i Wallabies, i due hanno giocato insieme 79 volte, hanno vinto la Coppa del mondo del 1999 e due titoli del Tri Nations. A questo vanno aggiunti oltre dieci anni di partnership nei Brumbies, con la conquista di due campionati di Super Rugby. Insomma, ci sono matrimoni che durano molto meno e danno meno soddisfazioni.

Stephen Larkham, soprannominato Bernie, era il mediano d'apertura, erede di grandi numeri 10 australiani quali Mark Ella e Michael Lynagh. La sua falcata, il loping e il ritmo guizzante ed ingannevole hanno fatto di lui uno dei migliori interpreti del ruolo in epoca moderna. Come molti team hanno scoperto, lasciare il tempo e lo spazio a Larkham poteva avere conseguenze dannose.


Stephen James Larkham è nato il 29 maggio 1974 a Canberra. Talento precoce, a sedici anni Steve era già nel XV che rappresentava l'ACT and Southern NSW Rugby Union, la squadra della capitale australiana e del territorio che la circonda, il New South Wales.

Nel 1995 Stephen è apparso come riserva tra le fila dei Brumbies, nel Super 12, campionato nel quale ha esordito la stagione successiva come utility back.
Le sue performance non sono passate inosservate ai selezionatori della nazionale e il 22 giugno del 1996, nella partita con il Galles a Sydney, il coach Greg Smith lo ha fatto entrare dalla panchina per sostituire l’infortunato Ben Tune nel ruolo di estremo.

Per tutto il 1997 Steve ha giocato per i Wallabies con la maglia numero 15. Durante il Tri Nations, il primo da lui disputato, il ragazzo ha marcato una meta agli Springboks e due agli All Blacks a Dunedin. In una di queste, lo si è visto buttarsi a testa bassa in mezzo a una selva di maglie nere, per uscire dalla parte opposta, sgusciante come un'anguilla e correre a schiacciare l'ovale oltre la linea bianca.
Tuttavia, è stato con lo spostamento all’apertura che il talento del giovane di Canberra è esploso definitivamente.

Greg Smtih non era completamente riuscito a trovare la quadratura del cerchio per quanto riguarda la mediana giallo-oro. Nelle ultime gare, con la maglia numero 10 si erano alternati Pat Howard, il “padovano” David Knox, Elton Flatley e persino Tim Horan, uno dei più forti trequarti centro di tutti i tempi. A dire il vero, il coach aveva provato anche Stephen, quando, il 26 luglio 1997, lo ha fatto entrare dalla panchina per sostituire proprio Horan all'apertura. Questa è stata la prima volta in cui si è vista all'opera la premiata ditta Larkham-Gregan, anche se per pochi minuti. L’idea di spostare Larkham definitivamente all’epertura è venuta al nuovo coach, Rod Macqueen. All’inizio la mossa era sembrata un’azzardo, a causa di una presunta debolezza nei calci da parte del ragazzo dei Brumbies, ma la sua capacità di ottenere il meglio dalla propria backline, la visione di gioco e il passaggio lungo hanno presto cestinato le critiche. Da allora, la strategia di Macqueen è stata salutata come un vero colpo di genio. Il cambio di ruolo di Larkham, alla fine, ha caratterizzato lo stile e il successo dei Wallabies per un decennio.

Già al primo incontro nella nuova posizione, il 6  giugno 1998 a Brisbane, contro l’Inghilterra, Larkham ha realizzato una hat trick. Il ragazzo è andato oltre la linea bianca anche il 1 agosto, quando l'Australia ha espugnato Christchurch conquistando la Bledisloe Cup dopo quattro anni.

A causa di un infortunio, Bernie è stato costretto al riposo per la prima parte della stagione 1999, saltando le sfide estive con Irlanda e Inghilterra e tutto il Tri Nations. L'apertura, però, si è rimessa in sesto per partecipare in autunno alla Coppa del Mondo in Galles.

L'esordio dell'Australia in quel mondiale è avvenuto il 3 ottobre contro la Romania, una gara in cui Larkham non ha giocato, sostituito da Rod Kafer. L'apertura era però in campo una settimana più tardi a Lansdowne Road, dove i Wallabies hanno passeggiato contro i padroni di casa dell'Irlanda, vincendo 23 a 3. La partita successiva, con gli USA, ha visto momentaneamente dividersi la coppia Larkham-Gregan, con il mediano di mischia sostituito da Chris Whiteaker. In questa gara, Stephen ha marcato una delle otto mete che i Wallabies hanno rifilato alle Aquile.

Arrivati primi nel loro girone a punteggio pieno, i Wallabies hanno affrontato nei quarti di finale il Galles al Millenium Stadium. Il 24 a 9 con cui è finita la gara la dice lunga su chi ha dominato il campo. L'Australia è andata in meta tre volte, con Ben Tune e una doppietta di Gregan, e si è ritrovata in semifinale con i campioni del mondo in carica del Sudafrica.

La sfida con gli Springboks non ha visto mete, ma è vissuta sulle punizioni calciate tra i pali da Matt Burke e Jannie de Beer. Alla fine saranno sei per parte, con le squadre che, in perfetta parità, si sono spinte nell'extra time. A quel punto, a sbloccare la situazione ci ha pensato Stephen Larkham. Uno dei ricordi migliori di quel mondiale è stato il drop mozzafiato con cui Steve ha dato la vittoria ai Wallabies. Con 14 dei 20 minuti dei tempi supplementari già giocati, e con le squadre ferme sul 21 a 21, l'apertura ha ricevuto l'ovale da George Gregan e ha lasciato partire un missile da 48 metri, che ha smentito tutte le critiche sulle sue capacità balistiche. Il fatto notevole è che Stephen stava giocando con un ginocchio infortunato, a causa di un colpo subito durante il match. L'impresa è stata ancora più rilevante in quanto la vista di Larkham era molto povera al momento. Quell’anno, infatti, il mediano ha subito un intervento chirurgico con il laser per correggere le sue diottrie, ma nel momento in cui ha calciato il famoso drop non riusciva a vedere i pali della porta in modo chiaro.

Il 6 novembre 1999 l'Australia si è schierata sull'erba del Millenium Stadium per la finale della Coppa del Mondo. Di fronte c'era la Francia, che a sorpresa, ma giocando davvero bene, aveva eliminato gli All Blacks dalla corsa al titolo. Capitan John Eales e la sua banda giallo-oro, grazie ad una gara strategicamente perfetta, hanno vinto 35 a 12 e sollevato per la seconda volta nella loro storia il Webb Ellis Trophy. Due mete realizzate, di Ben Tune e Owen Finegan, le trasformazioni di Matt Burke e ben sette penalties dello stesso estremo, a punire l'indisciplina dei Blues, che hanno messo punti sul tabellone solo grazie a quattro piazzati di Christophe Lamaison. Il successo degli oceanici è stato pienamente meritato. La loro difesa si è dimostrata impenetrabile, con una sola meta concessa, agli USA, nell’arco di sei partite. Anche i pericolosi trequarti francesi, che tanto male avevano fatto alla Nuova Zelanda in semifinale, sono stati costretti a gettare la spugna.

Nel 2000 i Wallabies hanno confermato il loro stato di grazia con il titolo del Tri Nations, concludendo il torneo con tre vittorie ed un pareggio. La sfida per la Bledisloe Cup, a Wellington, ha salutato una delle migliori prestazioni dell’Australia di quel periodo. I Wallabies, passati in vantaggio con le mete di Stirling Mortlock e Joe Roff, hanno subito due marcature in sette minuti da parte di Christian Cullen. A tempo scaduto, i padroni di casa erano in vantaggio 23 a 21. Poi, dopo avere rubato una touche, gli australiani hanno subito un fallo per un tenuto in ruck e John Eales ha piazzato tra i pali per il 24 a 23 finale.

Nel 2001 i Brumbies hanno vinto il Super 12.
Dopo essere arrivata prima nella regular season, ottenendo otto vittorie e tre sconfitte, la franchigia di Canberra ha affrontato in semifinale i Reds. Il derby australiano non ha avuto praticamente storia. Larkham e compagni si sono imposti con un netto 30 a 6.
La finale si è giocata il 26 maggio al Bruce Stadium di Canberra. Di fronte ai Brumbies c’erano i sudafricani Sharks, che durante il campionato avevano vinto lo scontro diretto a Durban 17 a 16. Questa volta, però, la supremazia degli uomini di Eddie Jones è stata fin troppo evidente. La partita si è conclusa 36 a 6, grazie a due mete di Joe Roff e a quella di David Giffin, oltre ai punti al piede dell’estremo Andrew Walker.

Lo stesso anno, in Australia sono arrivati i British & Irish Lions. I rossi del coach Graham Henry, capitanati da Martin Johnson, hanno vinto il primo test match a Brisbane 29 a 13, grazie a un totale di quattro mete, marcate da Jason Robinson, dopo soli tre minuti, Dafydd James, Brian O’Driscoll e Scott Quinnell.
Il secondo test, disputato al Colonial Stadium di Melbourne, ha visto una rivincita dei padroni di casa, che si sono imposti 34 a 15 con una doppietta di Joe Roff e una meta di Matt Burke, autore anche di sei piazzati, nonostante i Leoni si erano portati in vantaggio per primi grazie a due penalties di Jonny Wilkinson.
Stephen Larkham è stato costretto a saltare il terzo match, decisivo per la conquista della serie, sostituito da Elton Flatley. La sfida, giocata sul filo del rasoio, è stata vinta 28 a 23.dagli uomini di Rod Macqueen.

Nel giugno del 2002, un mese dopo che i Bumbies erano stati sconfitti dai Crusaders nella finale di Super Rugby, Stephen ha marcato una meta nella serie casalinga con la Francia, sfociata in due vittorie in altrettante sfide.

Il nativo di Canberra ha di nuovo svolto un ruolo fondamentale nella corsa dell'Australia verso la finale della Coppa del Mondo 2003. Bernie ha giocato tutte le partite di quel torneo, saltando solo quella con la Namibia nella prima fase, con la maglia numero 10 ceduta a Matt Giteau. Nel girone A, l'Australia ha totalizzato quattro vittorie, con la Namibia, appunto, l'Argentina, l'Irlanda e la Romania, partita quest'ultima in cui l'apertura ha realizzato una doppietta.

Ai quarti di finale, al Suncorp Stadium di Brisbane, a cadere sotto i colpi dei padroni di casa è stata la Scozia: 33 a 16 il risultato, con tre mete segnate contro una sola degli avversari, marcata, tra l'altro, a tempo scaduto.
In semifinale, i campioni del mondo in carica hanno marciato verso l’ultimo atto demolendo, con una gara cinica, coloro che erano considerati i favoriti del torneo: gli All Blacks. Sotto assedio da parte dei media, a seguito di una serie di prestazioni sotto tono, i Wallabies hanno dominato lo scontro di Sydney dall'inizio alla fine. Stirling Mortlock ha segnato una fantastica meta di intercetto dopo dieci minuti, rubando al volo un passaggio di Carlos Spencer per poi correre 75 metri sino alla linea bianca avversaria. Il piede di Elton Flatley ha aggiunto altri 17 punti allo score, facendo pagare cara agli All Blacks la loro indisciplina. Stephen ha letto molto bene il modello di difesa impostato dagli avversari: ha preso lo spazio quando era disponibile, calciato la palla quando era un'opzione e lanciato i trequarti quando ha potuto.

Il 22 novembre, al Telstra Stadium di Sydney, è andato in scena l'atto conclusivo. Si è trattato di una sfida molto combattuta, che si è trascinata sino ai tempi supplementari in perfetta parità. Gli 80 minuti regolamentari sono terminati 14 a 14, grazie alle mete di Lote Tuqiri e Jason Robinson, e a due calci a testa di Elton Flatley e Jonny Wilkinson. Nell’extra time, i due cecchini hanno centrato i pali ancora con un piazzato a testa, con il tabellone a segnalare 17 a 17. Mentre il cronometro registrava il 99’34” di gioco, a poco meno di 30 secondi dalla lotteria dei calci, dopo un imponente lavoro degli avanti inglesi, Wilkinson ha raccolto la palla a circa 30 metri dai pali avversari e ha sparato un drop perfetto con il piede destro: la palla ha centrato l’acca e l’Inghilterra, con quel 20 a 17, ha conquistato la Coppa del Mondo.

Il 2004 ha salutato di nuovo i Brumbies campioni di Super Rugby. Dopo un campionato terminato in cima alla classifica, e dopo avere sconfitto i Chiefs in semifinale, la squadra di Larkham ha affrontato in finale i Crusaders, in un remake della finale del 2002. A Canberra è andata in scena la partita che è considerata una delle più belle nella storia del Super Rugby.
Gli australiani, allenati da David Nucifora, hanno iniziato la sfida con impeto. Già al primo minuto Joe Roff, sfruttando un lungo calcio di Larkham da metà campo, ha varcato la linea di meta neozelandese. Dopo altri due minuti, è arrivata anche la marcatura di Mark Gerrad. Al decimo è stato Jeremy Paul ha siglare una meta, seguito sei minuti più tardi ancora da Gerrard. Quando il cronometro segnava il minuto numero 19 dall’inizio della partita, Matt Giteau ha schiacciato l’ovale oltre la linea bianca avversaria per la quinta volta, a seguito di un’azione nata da un’iniziativa di Stephen Larkham, il quale si è infilato in un varco e ha guadagnato terreno in velocità. Aggiungendo i punti al piede di Roff, al ventesimo minuto i Brumbies erano in vantaggio 33 a 0. A quel punto si sono mossi gli ospiti, i quali, grazie alle mete di Richie McCaw e Aaron Mauger, entrambe trasformate da Dan Carter, hanno ridotto lo svantaggio. Le due squadre sono andate al riposo sul 33 a 14. Nella ripresa i primi a segnare sono stati di nuovo i Brumbies, per la hat trick di Mark Gerrad, che ha raccolto al volo e schiacciato sull’erba un calcio alto di Larkham nell'area di meta dei Crusaders. Quindi, è uscito l’orgoglio dei neozelandesi, che hanno provato a farsi sotto segnando due mete, con Brad Thorn e il neo entrato Chris King. La seconda meta della partita da parte di Roff, a dieci minuti dal termine, ha praticamente rimosso ogni desiderio di velleità dei neozelandesi. La gara, comunque non era ancora finita. Prima del fischio finale c’è stato il tempo per altre due segnature da parte degli uomini di Robbie Deans, con Casey Laulala e, a tempo ormai scaduto, con Dan Carter.
Il 47 a 38 finale è il punteggio complessivo più alto realizzato in una finale di Super Rugby.

Nel luglio 2005 Stephen Larkham ha segnato una meta dopo una corsa di 70 metri, durante la partita con la Francia al Suncorp Stadium di Brisbane. A passare la palla all’apertura, è stato l’amico George Gregan.

Purtroppo, gli infortuni sono stati una costante spina nel fianco di Larkham. Il ragazzo ha sofferto molto per numerosi incidenti attraverso la sua carriera, in particolare alle ginocchia e al gomito destro. Nonostante questo, e nonostante la sua struttura relativamente leggera, egli è rimasto sempre un difensore competente. Il momento più terrificante della sua vita, però, non è avvenuto in campo, ma nella sala d'attesa del medico, dopo che gli è stato diagnosticato un cancro della pelle. Nel 2005, al trequarti è stato asportato un melanoma maligno nella parte posteriore del ginocchio. Per questo motivo, Larkham ha cominciato a spalmarsi di protezione solare in ogni sessione di allenamento e per tale problema, il ragazzo ha mancato la seconda metà della stagione 2005.

Larkham e GreganBernie è rientrato in squadra nel luglio del 2006, dopo undici mesi di assenza, quando i Wallabies hanno sconfitto due volte l’Inghilterra, a Sydney e a Melbourne. Il suo ritorno è stato festeggiato da una meta nel secondo incontro. Poi, dopo un Tri Nations in cui hanno vinto due gare e perse altrettante, gli uomini di John Connolly sono partiti per il tour invernale in Europa. In questa occasione, il coach ha provato a schierare Larkham trequarti centro per le sfide con il Galles e l’Italia. L'esperimento, però, non è stato considerato un successo e il ragazzo non ha mai più giocato in quel ruolo. Schierato di nuovo apertura per le restanti due sfide, con Irlanda e Scozia, dove ha segnato la prima meta della gara, Steve non ha trovato al suo fianco l'amico Gregan, rimasto in Australia a causa di un infortunio, ma l'eclettico Matt Giteau.

Il 7 luglio 2007, durante la partita con gli Springboks a Sydney, nel’ambito del Tri Nations, Stephen è diventato il terzo australiano a raggiungere la quota di 100 caps per la sua nazionale, dopo David Campese e George Gregan.

Alla fine dell’estate, Larkham è stato convocato per partecipare alla Coppa del Mondo in Francia; la sua terza edizione. Purtroppo, a causa di un infortunio al ginocchio patito in allenamento, che lo ha costretto a ben due interventi chirurgici, il ragazzo di Canberra ha disputato solo una partita, quella di Lione con il Giappone durante la fase a gironi. Questa è stata l’ultima apparizione di Steve con i Wallabies.
Con Berrick Barnes come nuova apertura, l’Australia è stata eliminata nei quarti di finale per mano ancora dell’Inghilterra; una partita finita 12 a 10, dove la meta di Lote Tuqiri è stata contrastata da quattro piazzati di Jonny Wilkinson.

Il ritiro di Stephen si è rivelato essere la triste fine di una grande carriera. Assieme a lui ha detto addio al rugby giocato anche George Gregan. Tanto importanti erano per i Brumbies Larkham e Gregan, che al Canberra Stadium è stato loro dedicata un nuova tribuna: la "Gregan-Larkham stand".

Prima della Coppa del Mondo francese, esattamente il 14 maggio 2007, nonostante le grandi offerte piovute da squadre francesi e inglesi, Larkham aveva firmato un contratto con l’Edinburgh Rugby, per unirsi a loro al termine del mondiale. Tuttavia, l'accordo è fallito, in quanto la Scottish Rugby Union non ha finanziato l'affare. La neopromossa Leeds si è detta interessata all'acquisto del campione, così come hanno fatto i gallesi Dragons. Tuttavia, il 16 gennaio 2008 Larkham ha firmato un contratto triennale con il club giapponese Ricoh Black Rams.

Pochi mesi più tardi, tra il 24 maggio e il primo di giugno, Steve è stato invitato dai Barbarians per disputare tre incontri: con Belgio, Irlanda XV e Inghilterra XV. I Baa-baas hanno vinto i primi due, e uscendo sconfitti con gli inglesi. Larkham ha realizzando quattro punti nella sfida con il Belgio, frutto di due trasformazioni.

Dopo due stagioni complete in Giappone, Larkham ha negoziato un rilascio anticipato al fine di tornare in Australia. L'apertura ha giocato in Giappone per la prima metà della stagione di Top League 2010-11 e poi è rientrato a Canberra nel novembre 2010, per assumere il ruolo di allenatore dei trequarti dei Brumbies.

Nel 2012, causa anche gli infortuni di Christian Lealiifano e Matt Toomua, il coach dei Brumbies, Jack White, ha chiesto a Larkham di rientrare in campo per guidare di nuovo la squadra con la sua esperienza. L'ex Wallaby, però, ha rifutato.

Nel mese di settembre delo stesso anno, Larkham ha giocato con gli ACT Veterans Rugby Club al World Vintage Rugby Carnival, alle Hawaii. Durante questo torneo ha giocato anche come riserva per una squadra old brasiliana che, senza rendersi conto di chi fosse, gli ha chiesto di giocare seconda linea perché era alto.

Sempre nel 2012, Larkham è stato inserito nella Sport Australia Hall of Fame.

Nel 2014 Steve è diventato head coach dei Brumbies. In autunno, quando Michael Cheika è stato eletto nuovo allenatore dei Wallabies al posto del dimissionario Ewen McKenzie, è stato chiesto a Stephen di entrare a far parte dello staff. L’ex apertura ha prima declinato l’invito, adducendo al fatto di voler concentrarsi solo sulla sua prima stagione da allenatore nel Super Rugby, quindi, ha accettato, accompagnando la squadra alla Coppa del Mondo in Inghilterra.

 

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