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Il ricordo più bello che ho del rugby giocato è che mi ha permesso di conoscere persone provenienti da ogni angolo del mondo, con i loro pregi e i loro difetti. Il rugby mi ha trasformato in un cittadino del mondo; una volta imparato l'inglese il gioco è fatto.” (Corrado Pilat)

"Il rugby è lo sport più completo al mondo. Abbina tecnica e tattica, ma anche altri valori importanti, come il rispetto per l'avversario ad esempio. In una partita di rugby c'è di tutto." (Corrado Pilat)

Apertura, estremo, anche ala, Corrado Pilat era un giocatore elegante, veloce, dotato di tecnica brillante e notevole intelligenza tattica. Pilat aveva nell’abitudine alla meta e, soprattutto, nella precisione del suo piede, due armi micidiali, che lo hanno posizionato all’attuale ottavo posto nella speciale classifica dei migliori realizzatori nella storia del campionato italiano, davanti ad un’icona quale Naas Botha.

Con la nazionale il trequarti bellunese ha giocato solamente sette partite, a causa di qualche infortunio di troppo e dell'allergia dei tecnici neozelandesi nei suoi confronti, mentre a livello di club ha conquistato due campionati italiani con la Benetton e ha vinto una Coppa Italia e una Super Coppa italiana con la maglia del Viadana.
Oggi, questo atleta serio e preparato si occupa della formazione dei giovani rugbysti.


 

Correado Pilat è nato il 24 settembre 1974 a Belluno e ha iniziato la sua carriera ovale, seguendo le orme del fratello maggiore, giocando apertura con i colori giallo-blu della sua città natale, dove ha compiuto tutti i passaggi nelle giovanili (è stato capitano dell'under 19) sino alla prima squadra.

L’ASD Belluno Rugby all’epoca veleggiava tra la serie A e la serie B, ma, nonostante questo, le doti del ragazzo sono state notate dall’allora coach della nazionale George Coste, il quale, il 20 dicembre 1997 lo ha fatto esordire all’Arcoveggio di Bologna contro l’Irlanda, schierato nel ruolo di estremo (apertura era un certo Diego Dominguez). Gli italiani erano già riusciti a sconfiggere il XV del Trifoglio a gennaio nella loro Dublino e a marzo avevano compiuto l’impresa di Grenoble. Nel capoluogo emiliano, Coste e la sua banda hanno vinto nuovamente. È stato un secco 37 a 22, con tre mete realizzate per gentile concessione dei signori Diego Dominguez, Cristian Stoica e Corrado Pilat, che ha bagnato così il suo debutto.

Il 24 gennaio 1998, una settimana dopo l’annuncio dell’ingresso dell’Italia nel Cinque Nazioni, Corrado ha preso parte anche alla prima vittoria sulla Scozia. A Treviso è finita 25 a 21, un risultato nato da una rimonta dopo che si era sotto 12 a 21 a quindici minuti dal termine, a causa di qualche svista arbitrale. Diego Dominguez ha siglato venti punti con il suo magico piede. Gli altri cinque sono merito di Paolo Vaccari, autore di una meta a due minuti dal fischio finale.
Due settimane più tardi, nel mitico Stradey Park di Llanelli, gli Azzurri hanno sfiorato l’impresa anche con il Galles. Ad un paio di minuti dal termine i padroni di casa erano avanti soltanto 16 a 13. Poi, ha marcato Gareth Thomas, al quale ha risposto subito Andrea Sgorlon per il 23 a 20 finale.

Proprio nel 1998 Pilat è stato assoldato dal Benetton Treviso e già nel suo primo anno nella Marca, sotto la guida del francese di Tolosa Christian Gajan, ha conquistato il titolo italiano.

La squadra bianco-verde ha vinto il proprio girone con 18 punti, 5 in più del Rovigo, ed è giunta davanti a tutti anche nella pool scudetto. Poi, i trevigiani hanno asfaltato il Calvisano in semifinale con il punteggio di 64 a 10. A quel punto tra loro ed il titolo c’era soltanto il Petrarca Padova di Vittorio Munari, alla sua ultima panchina.

La finale è andata in scena in un caldissimo 29 maggio 1999 al Battaglini di Rovigo. Quel giorno il granitico Petrarca, che aveva disputato tutto il campionato con un gioco basato sulla forza dei propri avanti, ha cambiato lo stile e provato a giocare alla mano, a cercare la linea di vantaggio, insomma, a dare spettacolo. Ma non era nel suo DNA.
Pronti e via. La partita era appena cominciata che Denis Dallan è andato in meta. Il guardalinee, però, ha visto che il trevigiano era stato spinto fuori dal campo un istante prima di schiacciare accanto alla bandierina. Al 3° minuto il Treviso ha marcato ancora e questa volta era buona. L’autore è stato Corrado Pilat, sulla chiusa dalla parte destra. Lo stesso estremo ha realizzato anche la trasformazione, ma poi, alla mezz’ora, è stato costretto a lasciare il campo. Al suo posto è entrato Francesco Mazzariol. Cinque minuti dopo l’estremo neozelandese del Petrarca, Kelly Rolleston, ha calciato tra i pali una punizione, ma ci ha pensato il flanker-calciatore Mario Pavin con un piazzato a metà del primo tempo a ristabilire le distanze. Le due squadre sono andate al riposo sul punteggio di 10 a 3.
La ripresa si è aperta con altri 3 punti realizzati grazie al piede di Pavin, seguiti da altrettanti di Rolleston. Al 53° minuto i patavini hanno superato la linea proibita con Marty Berry, altro giocatore kiwi, il quale ha approfittato di uno svarione in touche degli uomini di Gajan. Soltanto l’errore sulla trasformazione di Rolleston non ha sistemato le due squadre sul pari. Proprio l’estremo dei Tuttineri, miglior realizzatore del campionato, con quattro errori dalla piazzola ha un po’ rovinato il lavoro dei suoi compagni. Poco dopo ancora Mario Pavin ha realizzato un piazzato, seguito da Rolleston al 64° minuto. Quando mancavano 10 minuti al termine il tabellone segnalava Treviso 16 – Padova 14. Poteva accadere di tutto, anche perché la Benetton stava giocando in 14 per il sin bin comminato a Mazzariol. Ma proprio allora è arrivata la meta in mezzo ai pali di Tommaso Visentin, alla quale Pavin ha aggiunto 2 punti. I trevigiani si sono ritrovati oltre il break ed il risultato di 23 a 14 non è più cambiato sino al fischio finale del signor Salera di Roma.
Con questo successo la Benetton è diventata la prima squadra a conquistare tre titoli consecutivi nell’era dei play-off.

Quell’anno Pilat ha giocato anche una sfida di Heineken Cup contro il Colomiers, realizzando una meta e due piazzati.



Il campionato 1999-2000 ha visto la Benetton perdere la semifinale per mano de l’Aquila. Decisamente meglio è andata l’edizione di Heineken Cup. È stato quello, infatti, un torneo magico per i trevigiani, capaci di vincere entrambe le sfide con i londinesi Harlequins: 24 a 23 a Monigo e, soprattutto, lo storico 22 a 19 allo Stoop. Dal canto suo, Corrado ha inanellato sei presenze, ovvero tutte quelle cui ha preso parte il suo club, realizzando un’altra marcatura al Cardiff da lui stesso trasformata.

Intanto, a livello internazionale, Corrado ha ritrovato la maglia azzurra il 18 marzo del 2000, dopo un paio di anni di assenza, chiamato dal coach neozelandese Brad Johnstone per affrontare l’Inghilterra al Flaminio, nell’ambito del neonato Sei Nazioni. La forte squadra di Clive Woodward, che aveva già messo le basi che l’avrebbero portata a conquistare la Coppa del Mondo del 2003, ha disintegrato le velleità azzurre con un perentorio 59 a 12, con ben otto mete. I nostri colori sono stati onorati dalle marcature di Luca Martin e Cristian Stoica e da due punti di Diego Dominguez sulla trasformazione della prima.

In estate Pilat ha preso parte al tour che la nostra nazionale ha intrapreso nelle isole del Pacifico. È stata una spedizione disastrosa, con gli Azzurri che hanno perso tutte e quattro le partite da loro svolte: due non ufficiali e due con le nazionali di Fiji e Samoa. Di questi due test match l’estremo bellunese ha disputato quello contro i samoani ad Apia, finito con il risultato di 43 a 24 in favore dei padroni di casa. A loro discolpa gli italiani possono dire che il tour era stato funestato già prima di iniziare da alcuni episodi spiacevoli. Su tutti, il litigio tra il capitano Alessandro Troncon e Brad Johnstone. Troncky, che all'epoca era tesserato con il Clermont-Montferrand, aveva chiesto di essere escluso dal viaggio in quanto impegnato nelle semifinali del Top 14, ma il coach ha ribadito che l'unico modo per rinunciare era quello di ritirarsi dalla Nazionale. Il mediano di mischia è stato allora costretto ad annunciare il suo addio forzato alla maglia azzurra, cedendo il ruolo di capitano a Cristian Stoica. Oltre a questo, c’è da aggiungere anche l’assenza di Diego Dominguez, con la maglia numero 10 che se la sono giostrata Ramiro Pez e Andrea Scanavacca.

Pilat è sceso nuovamente in campo con la nazionale il 3 febbraio 2001 per affrontare l’Irlanda a Roma. Quel pomeriggio il ragazzo, schierato trequarti ala perché la maglia numero 15 era stata affidata a Cristian Stoica, ha realizzato la sua seconda meta internazionale. La marcatura è davvero bella e vale la pena raccontarla. Il tutto è iniziato da una palla lanciata in touche dal capitano Alessandro Moscardi e portata a terra da Carlo Checchinato. Dopo un paio di raggruppamenti l’ovale è stato raccolto da Alessandro Troncon, il quale lo ha allargato a Ramiro Pez. L’italo-argentino lo ha ceduto subito a Cristian Stoica che arrivava a razzo dalle retrovie e ha bucato le maglie verdi percorrendo un bel po' di strada. Il giocatore in forza al Narbonne ha ceduto la palla a Luca Martin e questi gliela restituita subito. Stoica è avanzato ancora qualche metro, ha passato a Denis Dallan che gli correva a fianco e lui ha lanciato sulla fascia a Pilat. Il trequarti del Treviso ha percorso i dieci metri che lo separavano dalla linea proibita irlandese tenendo l’ovale con una mano, ha resistito al tardivo placcaggio di Tyrone Howe e ha schiacciato sull’erba. Purtroppo, la sua gara è stata funestata da un infortunio che lo ha escluso dalle sfide successive.

Corrado è rientrato in campo giusto in tempo per l’ultima giornata di quel Sei nazioni, l’8 aprile 2001, sempre a Roma, dove ha affrontato il Galles. È stata una semplice comparsa. Il ragazzo, infatti, è entrato sull’erba negli ultimi minuti come sostituto nel ruolo di trequarti centro. Gli Azzurri hanno ceduto per 23 a 33, realizzando solamente una meta con Carlo Checchinato a 4 minuti dal termine. Il resto dei punti sono arrivati grazie al piede di Diego Dominguez, il quale, grazie a cinque penalties ed un drop, ha vinto la sfida balistica con Neil Jenkins.

Dopo questa partita Pilat non è più stato chiamato ad indossare la maglia azzurra, Il nuovo allenatore, John Kirwan, ha ritenuto di non avere più bisogno dei suoi servigi.



Nella stagione 2000-01 la Benetton è riuscita nuovamente a laurearsi campione d’Italia. Dopo essersi sbarazzata in semifinale del Viadana, il 2 giugno 2001 la squadra del nuovo coach Alain Teixidor e del capitano Alessandro Moscardi ha battuto nella finale di Bologna il Fly Flot Amatori Calvisano. Il risultato di 33 a 13 la dice lunga su chi ha dominato l’incontro. Tre mete, per gentile concessione dei fratelli Denis e Manuel Dallan e di Walter Pozzebon, tutte trasformate da Corrado Pilat, che con l’uscita di scena di Mario Pavin era diventato il primo kicker della squadra. L’estremo ha centrato l’acca anche con quattro penalties, sbagliandone tre, per un bottino totale di 18 punti.

A quel punto Corrado ha lasciato la Marca e si è trasferito alla Rugby Parma griffata Overmach, con la quale ha partecipato a tre stagioni di Super 10 raggiungendo due quinti posti e un quarto nel campionato 2003-04. In questo caso la squadra giallo-blu è riuscita a centrare i play off, dove è stata eliminata in semifinale dai futuri campioni della Benetton. Al Lanfranchi l’andata era terminata 13 a 13, ma poi è arrivata l’asfaltata per 6 a 41 a Monigo.

La stagione 2004-05 Pilat l’ha trascorsa con il Rugby Bologna 1928 del presidente Zaccanti, appena promosso dalla serie B alla A2. La squadra si è classificata quarta nel proprio girone, ma l’anno successivo è entrata in crisi ed è stata retrocessa in C. Complice anche una serie di infortuni, Corrado ha deciso di lasciare l’Italia. Il bellunese ha così firmato per il Barking, club londinese nel quale ha militato Jason Leonard, che disputava la seconda divisione inglese. Al Goresbrook il trequarti bellunese vi è rimasto una stagione, ha realizzato 197 punti in 23 partite e ha conquistato la Essex Cup.

Nel 2006 Pilat è tornato in Italia per giocare tra le fila del Viadana del presidente Silvano Melegari, sponsorizzato Arix.

La prima stagione in maglia giallo-nera di Corrado è stata bagnata con la vittoria della Coppa Italia, conquistata il 18 marzo 2007 all’Armando Picchi di Jesolo grazie alla vittoria per 16 a 9 sul Calvisano. Il bellunese quel giorno ha giocato gli ultimi 7 minuti di gara, entrato dalla panchina al 73° per sostituire l’estremo Hayden Reid.

Due mesi più tardi, esattamente il 19 maggio 2007, il club mantovano ha disputato la finale del Super 10 al Brianteo di Monza , dove è stato sconfitto dal Benetton Treviso con il punteggio di 24 a 28. È stata una partita molto combattuta, terminata ai supplementari per la prima volta da quando erano stati istituiti i play-off. Le due squadre avevano finito la sfida sul 18 a 18, con il Treviso che era riuscito a raggiungere il pari grazie ad una meta dell’ala Massimiliano “Maci” Perziano al 87' minuto. Nel secondo tempo supplementare, il tallonatore del Viadana Andrea Moretti ha avuto tra le mani il pallone della probabile vittoria, ma, a cinque metri dalla linea proibita, e con due compagni liberi al largo, se l'è fatto cadere in avanti.
Schierato apertura, Pilat ha realizzato tutti i 24 punti del Viadana, con un drop e sette piazzati, due dei quali nell’extra-time, e alla fine è stato insignito del titolo di Man of the Match.

Il 5 ottobre, sempre del 2007, i giallo-neri ora griffati Montepaschi, si sono vendicati dei trevigiani battendoli allo Zaffanella nella sfida che ha consegnato la Super Coppa italiana. La gara è terminata 12 a 6, senza alcuna meta, e Pilat ha calciato tra i pali un piazzato a tempo praticamente scaduto.

Nel 2008 il bellunese ha firmato per il Venezia-Mestre, allora guidato da Christian Gajan, il suo primo allenatore ai tempi della Benetton. Con gli amaranto-oro Corrado ha trascorso ancora due stagioni nella massima serie, totalizzando 201 punti in 31 partite.

Dopo il ritiro dell’apertura rodigina Andrea Scanavacca, Pilat è diventato il miglior marcatore in attività del campionato italiano. All’undicesima giornata della stagione 2009-10, l’ultimo da lui disputato, il trequarti ha raggiunto quota 1764 punti, superando così Naas Botha all’ottavo posto nella classifica dei migliori marcatori del campionato italiano di tutti i tempi.

Pilat ha deciso di ritirarsi dal rugby giocato alla fine di quella stagione, dopo 12 anni trascorsi a livello professionistico, per intraprendere una carriera da allenatore. Un anno più tardi, però, il ragazzo è stato allettato dall’offerta del Montebelluna, squadra di serie C1 che gli ha chiesto di rientrare come allenatore-giocatore per la stagione 2010-11.

Laureato Isef ed in possesso del diploma di allenatore di quarto livello FIR, nel 2014 Corrado è entrato a far parte dello staff tecnico del Mirano, in serie B, per curare il settore dei trequarti, del gioco al piede, del condizionamento fisico e delle strategia di gioco, in aiuto al Head Coach Nicola Volpato. Quando nel 2016 il tecnico miranese è stato sostituito con Federico “Chicco” Prosdocimi, già allenatore della Under 18 bianconera, Pilat è stato mantenuto nella sua posizione.

Sempre nel 2016, l’ex trequarti è stato allenatore presso il raggruppamento del Centro di Formazione Federale under 16 per la provincia di Venezia, che si è tenuto proprio a Mirano.

Contemporaneamente, Pilat stà formando in ragazzi under 16 del Centro Formazione Dolomiti, selezione di tre realtà solitamente divise dal campanilismo quali Belluno, Feltre e Alpago.

 

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