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I vertici del rugby mondiale si incontreranno a Dublino per discutere le eventuali modifiche del calendario condiviso internazionale e l’introduzione della Nations Championship.

L'idea di una competizione ogni due anni al di fuori dei Mondiali e del tour dei British Lions non è riuscita a decollare tre anni fa a causa di disaccordi tra gli emisferi e preoccupazioni sul benessere dei giocatori.

L’innovativa Nations Championship sarebbe composta da due divisioni. La prima divisione composta da 12 squadre, sei per ciascun emisfero (le sei del 6 Nazioni, le quattro del Rugby Championship più Giappone e Fiji), che giocherebbero nelle finestre internazionali estive e autunnali, chiudendo il tutto  con una grande finale.

La seconda divisione consisterà nello sviluppo di squadre in grado di guadagnare la promozione nella massima divisione facilitando un percorso di crescita più strutturato.

I media britannici anticipano che questa settimana verrà raggiunto un accordo iniziale affinché la Nations Championship  possa essere introdotta dal 2026, con l’annuncio ufficiale di World Rugby previsto dopo novembre.

Una delle preoccupazioni principali è come e quanto la nuova struttura produca incertezza commerciale nel mondo del rugby, mondo del rugby che si sta ancora riprendendo dall'impatto finanziario della pandemia di Covid-19.

L’attuale configurazione, decisa nel 2017, oggi consente alle federazioni di organizzare le proprie finanze in base a flussi di entrate più o meno stabiliti.

Alla base del concetto del meeting di World Rugby la volontà di garantire una struttura più allineata alla stagione internazionale e un percorso più forte e preciso per le nazionali dei paesi in via di sviluppo.