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I problemi di concussion continuano ad essere la bestia nera della maggior parte degli sport da contatto. Dalle arti marziali, al pugilato, dal football americano al rugby, passando per hockey, calcio, ecc. ecc. Nonostante gli interventi degli esperti in neurologia continua ad essere chiara l'assenza di una protezione efficace e completa  contro le concussion, e i danni esse causate nel lungo periodo, 

Negli ultimi due giorni a Clermont si è tenuto un congresso internazionale di neurologia in cui si è discusso a lungo delle conseguenze nel lungo periodo delle commozioni cerebrali e della mancanza di una prevenzione efficace nello sport.

Le Figaro ha riportato questa intervista rilasciata dal dott.Jean Chazal, specialista in neurologia, che ha presentato un quadro alquanto preoccupante.

"Abbiamo pubblicato oltre 400 articoli in materia, il mondo dello sport va sensibilizzato a prendere maggiori misure contro questo problema"

"Le commozioni cerebrali oggi non sono semplici da diagnosticare, anche durante un evento sportivo. Gli effetti si vedono nei giorni successivi: perdita di memoria, vertigini, irritabilità, cefalea. Col tempo l'accumulo di commozioni cerebrali provoca emicranie croniche, fino a malattie neurodegenerative come l'Alzahimer e il Parkinson".

A tutto ciò va aggiunta la predisposizione genetica a sviluppare tali patologie.Va sottolineato che i bambini sono più fragili, pertanto iniziare questi sport da piccoli aumenta il rischio di andare in contro a commozioni cerebrali.

Infine il dott.Chazal ha detto che

"In molti sport le concussion sono inevitabili, pertanto è opportuno che sin da piccoli i ragazzi vengano monitorati e controllati in modo serio, per evitare gli sviluppi di patologie cerebrali. Per i professionisti è senza ombra di dubbio difficile agire con tanta sicurezza dal momento che c'è un'elevata pressione finanziaria su di loro, senza parlare dei modelli sportivi, che impongono nuovi standard in molte discipline".

 

Foto Alfio Guarise