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La Federazione Italiana Rugby annuncia una grande riforma del progetto didattico rivolto agli allenatori, progetto sviluppato dopo un percorso di analisi dell’offerta formativa da parte della Commissione Tecnica Federale di cui è a capo l’irlandese Stephen Aboud, responsabile della Formazione dei giocatori di alto livello giovanile e degli allenatori.

Le modifiche sono state studiate per adattare dinamicamente gli allenatori alle modifiche  del gioco e alle necessità degli atleti, il cui sviluppo rimane inevitabilmente al centro del percorso tecnico federale.

 

Da Federugby:
La struttura su quattro livelli rimane immutata, ma diventa possibile individuare da subito sulla base degli obiettivi individuali del tecnico il corso di riferimento, senza dover necessariamente aver preso parte ai livelli precedenti.

Una struttura didattica fortemente verticale, mirata a generare competenze specifiche per le categorie di intervento con il fine ultimo di migliorare il processo di allenamento dell’atleta/persona.

Ecco dunque che la struttura dei corsi, e dei successivi momenti di aggiornamento, vedranno il livello 1 formare tecnici specifici per i bambini (6-12 anni), il livello 2 sarà rivolto agli allenatori di atleti in età adolescenziale (13-18 anni), il livello 3 garantirà l’abilitazione ad allenare squadre seniores Maschili e Femminili dalla Serie C sino all’Eccellenza

Il livello 4, i cui contenuti sono rivolti alla gestione delle Squadre Nazionali FIR o delle Franchigie di PRO14, rimarrà l’unico per accedere al quale sarà necessario l’invito della FIR stessa.
 

Il responsabile della Formazione dei giocatori di alto livello giovanile e degli allenatori Stephen Aboud: “Il nostro obiettivo è quello di formare allenatori che sappiano allenare in sicurezza, offrendo un’esperienza positiva agli atleti e che abbiano su di essi un risultato positivo in ogni singolo allenamento, a ogni livelloL’offerta didattica non può che svilupparsi nel lungo termine e deve essere centrata sui giocatori, tenendo presente in ogni momento che il nostro sport cambia radicalmente in base al livello, all’esperienza, all’età di chi lo pratica. Pertanto, dobbiamo assicurarci di formare allenatori che sappiano interagire efficacemente con gli atleti, con il giusto approccio e l’appropriata prospettiva, in base alle specificità dettate dal livello di gioco. Abbiamo la possibilità di innalzare la qualità degli allenatori migliorando il processo che usiamo nella loro formazione, rivedendo i processi d’interazione tanto tra formatori e allenatori che tra allenatori e atleti: ogni livello di gioco è specifico, e nessun livello di gioco che mantiene l’interesse degli atleti al centro è più importante di quello che lo precede o lo segue”.

 

Foto Daniel Cau