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Nelle scorse settimane attraverso le dirette Instagram di Rugbymeet abbiamo raggiunto Giada Franco, la terza linea azzurra si trova nei pressi di Londra, a Guilford. Giada vive con altre due compagne di squadra a due passi dai campi di allenamento degli Harlequins di Premiership. Con Giada abbiamo parlato della sua ascesa verso la Nazionale Femminile e il Sei Nazioni (Player of the match contro il Galles) e del rugby femminile in Inghilterra. Ecco l’intervista alla 23enne giocatrice delle Harlequins Ladies.

 

Quando e come ti sei avvicinata al rugby? Soprattuto al sud il rugby è poco diffuso, il rugby femminile ancor di più.
“Ho iniziato a Salerno tramite un progetto scuola, ho sempre fatto diversi tipi di sport ma in realtà ho iniziato per caso e non ho più smesso. Qui il lavoro di reclutamento inizia soprattutto nelle scuole per far avvicinare i giovani al rugby.”

 

Come sta andando la tua prima esperienza all’estero? E’ stato facile ambientarsi?
“Nessuna difficoltà nell’ambientarmi con questa nuova realtà, ho conosciuto delle fantastiche compagne di squadra e buone amiche. A livello di competizione interna ho trovato molta più concorrenza nel mio ruolo specifico, qui siamo 5 terze linee di cui 4 sono internazionali, parlo ovviamente di forte concorrenza sempre nei limiti della sportività. E questa è una cosa che mi ha spinto a fare di più e a migliorarmi”.

 

Quanto è riconosciuto il rugby femminile in Inghilterra rispetto all’Italia? Sappiamo che la RFU negli ultimi anni ha fatto molti sforzi per allargare il già buon movimento femminile.
“Negli ultimi anni c’è stata una attenzione sempre più in crescita, merito sicuramente dei risultati positivi della nazionale inglese, anche se, a livello di pubblico, siamo ancora un pò indietro. Qualche mese fa c’è stato il “Big Game”, abbiamo giocato a Twickenham dopo i maschi, da uno stadio con 70.000 spettatori ne sono poi rimasti 7.000 a vederci giocare, detta così sembra molto poco ma per una partita di campionato femminile è un numero altissimo. Si muovono bene qui.”

 

La Nazionale Femminile è il fiore all’occhiello del rugby italiano.
“Faccio parte della nazionale femminile da 3 anni, stiamo raccogliendo il frutto di quanto fatto negli anni precedenti. Tutti, le giocatrici e lo staff lavorano duramente per raggiungere gli obbiettivi. Nessuno ci ha regalato niente, i buoni risultati arrivati sin qui sono stati tutti meritati”.

 

Dal trasferimento dalla Campania a Colorno fino alla Nazionale è passato poco tempo, ora sei una delle migliori azzurre. Come hai vissuto questo salto verso l’alto in un periodo tanto breve?
“Con un pò di ansia. Sono molto ansiosa come persona, è un’ansia continua ogni volta che c’è una partita, sia con la nazionale che con il club. A Salerno e Benevento c’erano dinamiche diverse, delle difficoltà generali rispetto ad altre realtà. Quando sono arrivata a Colorno c’è stato un salto di livello, giocando nel girone nord di Serie A Femminile contro le squadre più forti sono migliorata, è stato un bel percorso e sono felice di averlo fatto”.

 

Come si sta comportando la RFU rispetto al Covid, in Italia ci si può allenare con le dovute restrizioni, voi a che punto siete?
“Qui siamo ancora un pò indietro, da noi la pandemia è iniziata dopo e quindi siamo nel pieno, non si sta parlando ancora di riprendere l’attività ma ci stiamo allenando all’aperto visto che qui non è proibito. Lo staff delle Harlequins Ladies ci sta aiutando con delle challenge divertenti, attività che ci stanno facendo rimanere in contatto e in competizione tra noi. Ci divertiamo.”

 

Programmi per il futuro? A luglio il Mondiale Femminile in Nuova Zelanda dovrebbe essere comunque disputato.
“Si, a luglio dovrebbe esserci il Mondiale in Nuova Zelanda. In ogni caso sarà un Mondiale diverso sopratutto dal punto di vista della preparazione.”

 

La prossima stagione che dove ti vedremo giocare?
“Ancora non lo so, niente di ufficiale.”

 

 

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