x

x

Sono trascorsi quasi vent’anni dall’inizio della prima edizione del 6 Nazioni: era il 5 febbraio del 2000 e l’Italia batteva la Scozia per 34 a 20. Erano davvero altri tempi e c’era un mondo totalmente diverso.
Un mondo che molti di noi ricordano benissimo, ma che tantissimi altri, invece, hanno conosciuto solamente grazie alle testimonianze di amici e conoscenti. Oppure con la diffusione di internet.
Il prezzo dei biglietti era ancora espresso in lire (il 28 luglio fu stampata l’ultima banconota da 5.000) e non era possibile acquistarli in rete.
Si giocava allo Stadio Flaminio di Roma, in quella dimensione ridotta, gonfia di passione calda e autentica che, molte volte, non è stata respirata allo Stadio Olimpico e il gioco aveva ancora quelle caratteristiche vintage che oggi sanno di romanticismo. Tutto continuava a cambiare irreversibilmente.
La Grecia entrava in Schengen, fu rilasciato Windows 2000, il Concorde 4590 dell’Air France precipitava all’aeroporto di Paris Le Bourget (uccidendo 113 persone e dando il là a quella che sarebbe stata la fine dei viaggi supersonici), Papa Giovanni Paolo II divulgava il Terzo Segreto di Fatima e Chernobyl spegneva l’ultimo dei suoi reattori. Mentre gli azzurri del rugby si confrontavano per la prima volta con le squadre del 5 Nazioni, gli azzurri del calcio perdevano la finale degli Europei in Belgio e Olanda contro la Francia.
Mentre a Sydney andavano in scena i giochi della Ventisettesima Olimpiade, Michael Schumacher vinceva il primo titolo mondiale di Formula 1 con la Ferrari e mentre l’Australia vinceva la sua nona Coppa del Mondo di rugby 13, la Città Eterna imparava a conoscere una manifestazione che avrebbe avvicinato in tanti a questo sport.
Queste furono le formazioni dell’esordio azzurro nel 6 Nazioni.

ITALIA: 15 Matt Pini, 14 Denis Dallan, 13 Manuel Dallan, 12 Luca Martin, 11 Cristian Stoica, 10 Diego Dominguez, 9 Alessandro Troncon (Capitano), 8 Wilhelmus Visser, 7 Mauro Bergamasco, 6 Massimo Giovanelli, 5 Andrea Gritti, 4 Carlo Checcinato, 3 Tino Paoletti, 2 Alessandro Moscardi, 1 Massimo Cuttita. All. Brad Johnstone.

SOSTITUZIONI: 16 Carlo Orlandi, 17 Giampiero de Carli, 18 Giuseppe Lanzi, 19 Aaron Persico, 20 Matteo Mazzantini, 21 Marco Rivaro, 22 Andrea Scanavacca.


SCOZIA: 15 Glenn Metcalfe, 14 Shaun Longstaff, 13 Jamie Mayer, 12 John Leslie (Capitano), 11 Kenny Logan, 10 Gregor Townsend, 9 Bryan Redpath, 8 Gordon Simpson, 7 Budge Pounteney, 6 Martin Leslie, 5 Stuart Grimes, 4 Scott Murray, 3 Mattie Stewart, 2 Gordon Bulloch, 1 Tom Smith. All. Ian McGeechan.
SOSTITIZIONI: 16 Rob Russell, 17 David Hilton, 18 Doddie Weir, 19 Stuart Reid, 20 Andy Nichol, 21 Duncan Hodge, 22 James McLaren.

ARBITRO: Jonathan Kaplan (Sudafrica).
GIUDICI DI LINEA: Joel Dume (Francia) e Mark Lawrence (Sudafrica).

La Scozia che affrontammo aveva vinto l’ultima edizione del 5 Nazioni, l’anno precedente, ed era stata sconfitta solamente dall’Inghilterra, l’Italia non era data come favorita, ma o non lo sapeva oppure aveva deciso che non importava.
Diego Dominguez trascinò i suoi compagni mettendo a segno una conversione, sei calci di punizione e tre drop goal (le cronache narrano anche di un quarto calcio tentato con il sinistro) mentre Giampiero De Carli segnò l’unica meta azzurra.

Gli scozzesi risposero con due mete (messe a segno da Gordon Bulloch e Martin Leslie), con una conversione per Kenny Logan ed una conversione, un calcio di punizione ed un drop goal di Gregor Townsend.

In un’atmosfera calda e colorata, con quasi 25.000 persone, l’Italia riuscì a gestire un match che, almeno alla vigilia, era apparso decisamente più complicato di quello che fu in realtà.
La Scozia sembrò solo il fantasma della squadra ammirata l’anno precedente, orfana dopo appena dodici minuti del capitano John Leslie (sostituito per infortunio da James McLaren) e i nostri parvero destinati a grandi imprese.

All’intervallo il punteggio era in bilico sul 12 a 10 per gli azzurri che, nel secondo tempo, dilagarono e segnarono più del doppio dei punti degli scozzesi (22 contro 10). 34 a 20, come detto, il risultato finale.
Quella fu l’unica vittoria, per la nostra nazionale, in quell’edizione e nelle due successive.

Per assistere ad un nuovo successo si dovette attendere il 15 febbraio 2003, sempre a Roma, sempre allo Stadio Flaminio, con il match contro il Galles che terminò 30 a 22 per gli azzurri.
Con un Diego Dominguez nuovamente sugli scudi.

La Scozia, dopo quella prima sconfitta inaspettata, perse anche contro Irlanda, Francia e Galles, ma impedì agli storici rivali inglesi - vincitori della manifestazione - di conquistare bottino pieno con anche il Grande Slam, il Triple Crown e la Calcutta Cup. All’ultima giornata, nello stadio scozzese di Murrayfield, gli scozzesi batterono l’Inghilterra per 19 a 13, grazie ad un’eccezionale partita di Duncan Hodge.

Questa fu la classifica della prima, storica, edizione del 6 Nazioni: Inghilterra 8 punti, Francia, Irlanda e Galles 6 punti, Scozia e Italia 2 punti.
La Scozia vinse la Calcutta Cup, l’Irlanda il Centenary Quaich e l’Inghilterra, invece, il Millennium Trophy.

Il Trofeo Garibaldi sarà istituito solamente nel 2007.

 

di Simone Ciancotti Petrucci

 

 

 

Il calendario completo del 6 Nazioni 2020