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Il Rugby sta diventando sempre più un gioco fisico dove i giocatori sono portati a giocare a velocità sempre più elevata e sono sottoposti a sforzi fisici e impatti sempre più traumatici a livello fisico.

Il 6 Nazioni è cominciato portandosi dietro il bollettino medico dei primi due turni. Oggi, oltre ai risultati, tecnicismi e tanti commenti è ora di fare una piccola riflessione sul numero e sull’incidenza degli infortuni che accadono nell’alto livello. Partiamo con qualche dato sui giocatori non disponibili precedentemente, all’inizio del Torneo. Questi sono riferiti a tutti gli atleti convocabili nel giro delle sei nazionali.

Scozia: 19 giocatori non disponibili

Galles :  15 giocatori non disponibili

Irlanda: 14 giocatori non disponibili

Inghilterra : 10 giocatori non disponibili

Francia : 5 giocatori non disponibili

Italia : 9 giocatori non disponibili

 

Dopo solo due sole partite alcuni giocatori come gli inglesi Maro Itoje (ginocchio) e Mako Vunipola (caviglia), gli irlandesi CJ Stander (Zigomo) e Devin Toner (caviglia), e lo scozzese Stuart Hogg (spalla) hanno già concluso la loro partecipazione al torneo, questo perché il livello di impatti, torsioni, cadute e gesti tecnici ad alta velocità continua crescere ogni anno aumentando la possibilità di incappare in uno stop forzato.

Premettendo che anche se dietro a questi atleti c’è un grande lavoro di prevenzione, rinforzo muscolare, attenzione nella preparazione atletica, gestione dei carichi di lavoro e quindi della performance a 360°, si può comunque incappare in infortuni più o meno gravi. I più comuni sono: fratture ossee, lesioni articolari, lesioni muscolari e concussion; ognuno di questi può essere causato da trauma diretto  o indiretto. Quindi la domanda sorge spontanea: è possibile ridurre questi numeri e, soprattutto, cosa si può fare con una previsione e un’analisi statistica dettagliata sul rischio di infortunio ?

Prossimamente qui su Rugbymeet proveremo a dare qualche spunto e qualche consiglio sul come arrivare pronti e saper gestire un problema sempre più presente nei campi da rugby, e non solo a livello  internazionale.

 

Con così tante partite da giocare - sia a livello nazionale che europeo - le possibilità di avere tutti i giocatori disponibili all’inizio del Torneo sono ridotte a zero intitola un articolo del Telegraph. Agli allenatori delle maggiori Union europee come Eddie Jones, Joe Schmidt, Gregor Townsend e Warren Gatland non resta semplicemente che incrociare le dita e pregare.

Se ricordiamo bene l'anno scorso l'Inghilterra è stata penalizzata da una notevole lista di infortuni e ha finito per chiudere il 6 Nazioni con un deludente quinto posto. Quest’anno però è andata diversamente (nonostante sia comunque assente gente del calibro di Sam Underhill, Dylan Hartley, Chris Robshaw e Anthony Watson  ndr), Jones è stato in grado di scegliere con molti più giocatori a disposizione, i risultato del campo parlano chiaro. L'australiano ha persino affermato che questa è la squadra più forte che ha avuto il lusso di selezionare da quando ha preso il comando tecnico  dell’Inghilterra, infortuni permettendo.

Ma mentre all'Inghilterra mancano davvero poche persone chiave quest'anno, Irlanda, Scozia e Galles sono state molto penalizzate dagli infortuni. Il Galles, in particolare, è privo di alcuni grandi nomi quali Leigh Halfpenny e Toby Faletau.

 

Di Matteo Arbelti - Dottore in Scienze delle attività Motorie. Personal Trainer ed ex preparatore atletico di Zebre Rugby e GranDucato Parma Rugby.