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Si è tenuta poco fa la conferenza stampa del Presidente Fir Alfredo Gavazzi e Jacques Brunel al NH President Hotel di Milano. All’incontro erano presenti giornalisti di tutta Italia, si è discusso di Sei Nazioni e futuro del rugby italiano. 

 

Jacques Brunel:

“Non sono soddisfatto da 10 della mia esperienza italiana ma l’esperienza che ho fatto, per il fatto che ho conosciuto il paese è da 10, i risultati sicuramente no.

Arrivato in Italia mi ero accorto del gap fisico tra i giocatori italiani e quelli francesi, ma no siamo riusciti a colmarlo abbastanza.

Alcuni giocatori non sono stati chiamati al 6 Nazioni perché non hanno giocato abbastanza, o non avevano il livello fisico ad esempio Bacchin che già in preparazione al mondiale non aveva il livello fisico adeguato. Venditti e Benvenuti non giocavano abbastanza nel club.

Difficile da dire chi tra i giovani azzurri emergerà, abbiamo preparato un futuro per i giocatori. Ad esempio all’apertura dei 3 (Canna, Padovani, Allan) speriamo che almeno uno emerga a livello internazionale.

Riguardo ai centri, Campagnaro ha già dimostrato qualcosa come speriamo che Sarto faccia il salto di qualità a Glasgow.

Siamo a un cambio generazionale, deve ricrearsi un gruppo e i giovani devono prendere potere nella squadra.

Il rapporto tra Fir e franchigie è cambiato, nel futuro la possibilità di crescita starà nelle sinergie che si creeranno tra staff delle nazionale e squadre. Con me non c’è stata, io non sono riuscito a crearlo e purtroppo abbiamo iniziato solo quest’anno.”

 

 

Alfredo Gavazzi:

"Diversi giocatori che giocano all’estero, Furno, Ghiraldini, Campagnaro, non hanno seguito la preparazione delle franchigie, il rugby sta diventando sempre più performante e fisico. Negli obiettivi c’è anche di migliorare in questo aspetto per non subire i 17 infortuni patiti in questo Sei Nazioni. 

Ci sono degli standard qualitativi e fisici da rispettare per approdare all’alto livello, ma questo era il materiale umano a disposizione. Avevamo programmato un ricambio generazionale nella tournee estiva ma abbiamo dovuto anticipare.

In questo Sei Nazioni abbiamo avuto due gravi defezioni cioè quelle di Favaro e di Aguero, Aguero si era appena trasferito a Leicester ed aspettava il figlio ed ha deciso di focalizzarsi sul club.

Favaro, con il quale ho parlato più volte, ha dichiarato che aveva bisogno di ricaricare le pile per riacquistare il suo equilibrio, non si sentiva in grado di dare il 100% sotto il piano mentale dopo la Rugby World Cup.

Tutto è perfettibile ma il processo di miglioramento nei rapporti anche con Benetton è evidente. Ci sarà un ulteriore avvicinamento tecnico grazie al lavoro sinergico con il nuovo staff della nazionale. Non sono rose e fiori sia in Irlanda che Galles nei rapporti tra federazione e franchigie.

 

Dopo il match con la Francia ai mondiali avevamo stilato una lista di giocatori di interesse nazionale compresa la Under 20. Benetton ha già virato nelle scelte verso una rosa di composizione più italiana. Non posso imporre dei nomi a nessuno ovviamente.

Ma alla fine due franchigie sono troppo poche per utilizzare tutti i giocatori ma attualmente non possiamo creare una terza franchigia. Pertanto abbiamo sviluppato un lavoro con la Scozia con la quale giocheremo delle partite in settembre, oltre che la Qualification cup.

La Federazione attualmente non ha i soldi per investire nelle terza franchigia e a Roma non ci sono gli impianti ma le proiezioni economiche sono favorevoli. E ripeto avremmo bisogno anche di 3 franchigie che possano formare all’alto livello i giocatori. 

E' anche vero che un giocatore di U20 non può andare per norma subito in Pro12, si rischierebbe di bruciarli. Il processo formativo per essere completato necessita del campionato d'Eccellenza, e in Eccellenza ci vogliono 2 anni per valutare se un giocatore ha la qualità o meno, e della Nazionale  Emergenti, quest’anno ben 2 squadre si confronteranno contro la Scozia. Ricordo che la nostra Nazionale Emergenti ha vinto contro Georgia e Uruguay. 

Lavoreremo invece per creare 2 accademie (u19 e u20) legata una anche a Benetton ma dovremo inoltre ottimizzare il modello accademie, perché determinate situazioni logistiche sono perfettibili.

 

Quando un giocatore di formazione italiana giovane va all’estero per me è una sconfitta, o meglio, quando al quarto anno un giocatore uscito dall’accademia va all’estero è una sconfitta (c’è la regola per la quale gli accademici non possono andare all’estero prima di 3 anni). Ho il dovere morale di rafforzare il rugby italiano, ma è il mercato ha decidere dove un giocatore può andare.

Non riusciamo a competere con le squadre di Top14 e Premiership per un discorso di bilanci e di soldi a disposizione. Il rapporto è molto sbilanciato. 

I giocatori sono attratti da sirene estere, ma tanti sono tornati ancora indietro, Campagnaro che è andato all’estero per me è una sconfitta. 

 

Anche l’Inghilterra ha scelto un tecnico straniero, così come Galles e Scozia. Treviso ha fatto un’esperienza con un tecnico italiano che sulla carta aveva le migliori qualità ma non l’hanno reputata positiva pertanto hanno scelto un altro straniero. Non ho cambiato idea, ma probabilmente non abbiamo ancora adesso le risorse per quei posti.

 

 

Come facciamo a rinforzare allora l’appetibilità e l’offerta del rugby italiano? A livello di introiti e livello tecnico.

Stiamo ricontrattando il valore dei diritti televisivi (ad esempio ITV è passata da 40 milioni a 60 mio). Il gap finanziario è importante ma è legato alla crescita dell’economia. Nel 2008 il bilancio dell’Eccellenza era di 3.5 o 4 milioni di €. Oggi una squadra come Rovigo ha 1.5 milioni di budget.

Nel 2013 La7 ci ha lasciato a piedi e abbiamo dato i diritti tv a Sky. I nostri test autunnali sono stati venduti in tutto il mondo. Oggi con DMax vendiamo i diritti tv sino al 2019, abbiamo definito la cartellonistica sino al 2019, così come abbiamo definito dove si faranno tutti i test sino al 2019. Sembra che il campionato di Pro12 si vedrà in modalità completamente diversa. La programmazione sarà completamente diversa. A breve faremo un’altra conferenza stampa per comunicare i Test Match sino al 2019.

Le opportunità commerciali e la crescita sono strettamente legate. Ci siamo sempre mossi con una programmazione da Coppa del Mondo a Coppa del Mondo ma noi dobbiamo crescere molto sotto il profilo del pubblico in Eccellenza. La crescita passa anche di lì.

Per essere cacciati dal 6 Nazioni è l’Italia che dovrebbe votare di non essere più nel Torneo. La votazione dev’essere all’unanimità.

L’Italia è un paese appetibile, in Italia lo stadio è pieno, in Galles e Irlanda lo era.”