Foto @GonzaloQuesada
Foto @GonzaloQuesada

Gonzalo Quesada sarà il nuovo CT dell’Italia da gennaio 2024, da dopo il Mondiale di Francia, una rassegna iridata che non sembra indirizzata sui binari giusti per una serie di motivi: Nuova Zelanda e Francia padrone di casa nello stesso girone, tradotto? Possibilità di passare ai Quarti di finale (primo storico traguardo per gli Azzurri) ridotte al minimo. Aggiungiamoci che nonostante dei buoni risultati recenti come la prima vittoria sull’Australia l’allenatore Kieran Crowley non è stato confermato dopo il Mondiale con tanto di annuncio, che il capo preparatore atletico Quintin Kruger abbandona la nave nel periodo cruciale nella preparazione fisica alla Rugby World Cup… Eccoci a un Mondiale che finora, purtroppo, non promette nulla di buono.
 

A prendere i mano la nazionale tra meno di sei mesi sarà l’ex numero 10 dei Pumas Gonzalo Quesada, 49 anni, da giocatore un ottimo piede ma scarse doti difensive. Da allenatore invece (esperienza come assistant coach della Francia e allenatore di Jaguares e Stade Français ndr) molta stima ricevuta tanto da essere considerato uno dei migliori giovani allenatori emergenti del pianeta ovale.


 

Gonzalo Quesada risponde a un’intervista esclusiva de l’Equipe.

“Ho ricevuto alcune proposte (Lione e Montpellier), oltre all'Italia. I primi contatti risalgono a febbraio, ma gli incontri concreti sono iniziati dopo il Sei Nazioni. Decisivo è stato il presidente Marzio Innocenti. Sono stato convinto dal suo progetto e dalla sua visione. Ho capito che condividevamo valori e la stessa idea di rugby. Ho sentito molta fiducia e le sue parole mi hanno toccato. So che l'Italia è la 14esima nazione al mondo e che la maggior parte dei giocatori nazionali gioca solo in due squadre (Treviso e Parma). Ma c'è una buona generazione di atleti. La sfida è bella. L'Italia è una grande nazione di rugby. Essere il loro allenatore è un onore”.


 

Cosa ti ha spinto ad accettare questo difficile incarico?

“Volevo tornare al rugby internazionale (è stato assistente dei Pumas per sei mesi nel 2018, dopo una prima esperienza con i Blues tra il 2008 e il 2011). L’Italia, con questa giovane generazione e qualche avversità, mi fa pensare a quello che ho vissuto quando sono arrivato allo Stade Français nel 2013 o ai Jaguares nel 2018. Mi piace costruire le basi di un progetto di squadra, mettere in campo una visione, un'identità, una cultura del lavoro e del successo, creare un progetto di gioco innovativo. Accompagnare i giocatori nel loro sviluppo individuale e soprattutto di squadra”.


 

“Voglio vivere tutto l'anno in Italia, lavorare con i club e impegnarmi al 200%.”

 

Lo staff della nazionale maggiore sembra confermato da quanto dice Quesada. Dovrebbero quindi rimanere Andrea Moretti allenatore della mischia e delle touche assieme a Marius Goosen allenatore della difesa, Corrado Pilat allenatore delle skills. Da capire se il ruolo di preparatore atletico sarà mantenuto dall’inglese George Petrakos anche dopo la RWC.

 

“Arriverò a gennaio 2024 mantenendo lo staff attuale. Ho iniziato a guardare le loro ultime partite, a preparare alcune basi per il lavoro. So che ci saranno grandi aspettative e che dovremo ottenere risultati in fretta”.

“Quale obiettivo mi sono prefissato? Iniziare con una buona diagnosi. Prima ascoltare, conoscere la cultura e l'identità del rugby italiano e rimetterlo al centro del sistema”.

 

In bocca al Lupo, o ai Lupi, Gonza!