Prendere “una botta in testa” è un’esperienza comune, una situazione che coinvolge adulti e bambini e che non desta grande allarme. Tuttavia, in alcuni casi particolari, magari durante una partita di rugby, sbattere la testa può diventare rischioso, causando quella che nel linguaggio medico si definisce concussione cerebrale: una lesione del cervello che porta ad un’alterazione della funzione delle sue cellule e, nel 10% dei casi, i sintomi che ne derivano, come cefalee, vertigini, problemi di equilibrio etc, possono durare anche per mesi.

 

Giocare CON-TESTA” è un ambizioso progetto proposto dai ricercatori della Pediatria di Padova e sostenuto da Fondazione Salus Pueri, in collaborazione con Federazione Italiana di Rugby e Comitato Regionale Veneto Rugby, che hanno colto al volo l’importanza di questo progetto per i giovani giocatori e per la loro salute. L’indagine mira a colmare il gap in tema di gestione della concussione cerebrale fornendo dati scientifici aggiornati, puntando a ridurre i rischi per i giovani e offrendo anche strumenti pratici per guidare la gestione ottimale di chi è colpito da concussione cerebrale, salvaguardando quindi la salute dei bambini e degli adolescenti, nel breve e lungo periodo. CON-TESTA si pone come punto di partenza e riferimento per il riconoscimento e la gestione di questa condizione, per i giovani giocatori di rugby veneti (categorie under 15-17-19) e i loro allenatori. FIR e CR Veneto stanno coinvolgendo le numerose squadre nella partecipazione alla prima fase della ricerca: comprendere il livello di conoscenza della concussione cerebrale nel mondo del rugby giovanile tramite un questionario dedicato ad atleti e allenatori. Disponibile qui: https://www.fondazionesaluspueri.it/index.php/portfolio-posts/giocare-con-testa/

 

Una sinergia, quella tra il mondo del rugby e la medicina pediatrica, che da sempre si impegnano a favore della salute e della crescita fisica e psicologica dei bambini e dei ragazzi, che è strategica oggi più che mai. Un primo passo verso un’alleanza che faccia arrivare “alla meta” la ricerca scientifica a favore dei giovani sportivi.