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Si è parlato soprattuto di Top10 con il Presidente FIR Marzio Innocenti, occasione è stata la presentazione della finale del massimo campionato domestico quando il numero uno del movimento italiano ha fatto un piccolo bilancio invitando le 10 società a investire maggiormente nel proprio torneo. Si è parlato anche di regole: del time-off prima delle mischie, del drop out e dell’avvento del TMO; sulla prima c’è qualche dubbio riguardo al rinnovo mentre per drop-out ma soprattutto TMO la conferma sembra garantita.

“L’evento della finale è stato studiato per fare un salto di qualità — esordisce Innocenti —, in modo che le persone, quando vanno a vedere le partite, trovino un ambiente conviviale, un clima di festa, di divertimento arricchito da eventi collaterali, rendendo gli incontri ancora più appetibili”.

Alcune società investono già da tempo nella “partita evento” e nel famoso terzo tempo, altre meno. Il messaggio, almeno per i 5000 spettatori presenti al Lanfranchi, crediamo sia passato.

 

Marzio Innocenti risponde alle domande di Rugbymeet.

 

Presidente, è passato poco più di un anno dalla sua nomina, è momento quindi di un primo bilancio.

“Il mio primo anno da Presidente è stato molto duro, complicato. Ho trovato molte cose che dal mio punto di vista non andavano bene e credo di averne modificate parecchie, ma ce ne sono ancora altre da risolvere”.

“Ancora non sono soddisfatto ma siamo a buon punto. Credo che il rugby italiano sicuramente non sia rimasto al 13 marzo 2021, sono quindi parzialmente soddisfatto. Questa avventura che ho iniziato si è rivelata moto dura anche a livello fisico ma la porterò fino in fondo”.

 

Parliamo di Peroni Top10, un campionato che si sta cercando di rilanciare sotto diversi aspetti, dall’aspetto tecnico a quello dell’interesse mediatico.

“Siamo voluti ripartire con nuovi criteri, questo grazie all’inserimento reale del Top10 nell’alto livello, un inserimento che non è stato fittizio, a dimostrarlo sono i diversi atleti del massimo campionato che oggi sono alle porte della nazionale maggiore”.

“Con l’inserimento del Top10 nell’alto livello abbiamo lanciato un messaggio alle società, bisogna cominciare a camminare, forse  anche a correre. Devo dire però che questo messaggio non viene sempre recepito perché bisogna investire tempo ed energie ma pian piano ci stiamo muovendo: abbiamo inserito il TMO, abbiamo modificato alcune regole, abbiamo lo staff della nazionale che segue gli staff del Top10”.

“Mi aspetto dal prossimo anno un grande apporto da parte delle dieci squadre che compongono il torneo, perché il torneo è loro e ci devono investire, certamente lo farà anche la Federazione ma non si può pensare che tutto pesi solo e soltanto sulle spalle di Fir”.

 

Si era parlato di una nuova struttura per il massimo campionato, riducendo le partecipanti a 8 o addirittura a 6 squadre.

“E’ ancora in progetto, ci vuole del tempo di adattamento ma ci stiamo avvicinando. Dal prossimo campionato modificheremo le regole in maniera da poter avere nella stagione 2023/24 un campionato diverso a livello di struttura”.

“Un campionato a formula chiusa? Non si può fare con la situazione attuale, ci dovranno essere delle società disponibili a rispettare determinati criteri che noi ovviamente individueremo. Nel frattempo ci saranno delle modifiche immediate come ad esempio la destinazione dei finanziamenti federali che verranno erogati in base a ben precisi obiettivi”.

 

 

Parliamo di Nazionale e dell’ultima sfida vinta con il Galles. Presidente, la abbiamo vista scendere in campo con i ragazzi, esultare e festeggiare e poi seguire la squadra in aereo.

“Per me è il modo giusto di vivere questi momenti. Cerco sempre di dare supporto morale e di esserci fisicamente, voglio far sentire ai giocatori che fanno parte di qualcosa. C’è una federazione che li supporta, quello che loro stanno facendo è una parte del lavoro, forse quella più importante e noi siamo qua per aiutarli a raggiungere i risultati”.

“Chiaro che dopo una vittoria storica come quella di Cardiff… Dopo tanta fatica… Per me è stato impossibile non festeggiare tutti insieme”.

 

 

Foto Alfio Guarise