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Dopo aver sentito pareri da Rovigo, Viadana e San Donà riguardo al momento che stanno vivendo le squadre di TOP12, Rugbymeet stavolta ha consultato la neo promossa Rugby Colorno. Club della provincia di Parma, in Emilia - Romagna, una delle regioni d’Italia più colpite dall’epidemia del virus Covid-19.
In particolar modo Lombardia ed Emilia stanno attraversando un periodo difficile, le misure di contenimento attuate per combattere il Coronavirus impediscono le normali attività sportive, l’incertezza regna, l’unica certezza è che la Federazione Italia Rugby e il CONI hanno fermato tutto lo sport sino al prossimo 3 aprile.

Ognuno è chiuso nelle proprie abitazioni e il tempo per riflettere di certo non manca. Abbiamo raggiunto telefonicamente Paolo Bergonzi, per tutti “Tobo”, attuale Direttore Sportivo dei bianco rossi del Rugby Colorno.

 

Come prima cosa, che ruolo è quello del direttore sportivo?

“E’ un’avventura partita quasi per gioco, due anni fa, terminata la mia attività lavorativa, mi è stato proposto di dare una mano. Oggi devo dire che è un lavoro che mi ha assorbito a tempo pieno, dalle prime ore del mattino fino alla sera. Mi piace, è esaltante, soprattutto perché grazie ai ragazzi con cui abbiamo costruito questa avventura siamo arrivati al successo. La piazza di Colorno, un piccolo paese di provincia, per la prima volta è in massima serie italiana. Provo un certo orgoglio per questo traguardo ma logicamente chi ha vinto sono stati i ragazzi che sono scesi in campo.”

 

Come valuti la stagione del Rugby Colorno sino ad oggi?

“Tutto sommato la reputo positiva, abbiamo giocato alla pari con tutte le più grandi del campionato anche se, a volte, è mancata un pò di esperienza della categoria; solo due partite (Medicei e Fiamme Oro) non sono state all’altezza delle nostre capacità. Oggi siamo 10°, ma qualche punto in più in classifica si poteva fare per navigare in acque più tranquille. Sono comunque soddisfatto dei ragazzi, dei tecnici e della società, tutti stanno dando il massimo affinché questa avventura prosegua nel migliore dei modi.”

 

Se il campionato dovesse finire ora, visto lo stop forzato dal Coronavirus, avreste raggiunto l’obiettivo salvezza.

“Diciamo di si, però ora, vista la situazione che stiamo vivendo, è la cosa che ci preme meno. La prima cosa è la salute e l’incolumità dei giocatori. Penso che i giocatori siano abituati a combattere, ora però il nemico è invisibile e non è facile da debellare. Ci vuole molta attenzione. Noi siamo stati i primi assieme agli amici di Piacenza e Viadana a renderci realmente conto di questo problema quando ancora non era ai livelli allarmanti di oggi.”

“Abbiamo partecipato a delle riunioni tra società e penso che a certe riunioni debbano essere coinvolte anche delle rappresentanze di giocatori, sono loro gli attori che vanno in scena e che rischiano di più.” Aggiunge Bergonzi.

 

A tal proposito, che aria tira riguardo al proseguimento del campionato? Proposte?

“Ci stiamo sentendo in modo informale tra società, c’è chi parla di fare playoff o playout ma è difficile ora capire come possa realizzarsi questa eventualità. Non sappiamo se e quando si potrà ricominciare, in che modo, e soprattuto in che tipo di forma fisica si troveranno gli atleti che oggi sono rinchiusi come tutti nelle loro case, impossibilitati a svolgere allenamenti adeguati. Comunque vada sarà un campionato  falsato. Sposo le teorie esposte dal presidente del Rugby San Donà Marusso, sarei favorevole a un campionato congelato per poi giocare in 14 la prossima stagione. Credo non spaventi nessuno una ipotesi di questo genere”.

 

Ma se il campionato verrà annullato, come si possono stabilire le promosse dalla Serie A?

“Altro tema complicato. E' difficile dire chi salirà e soprattuto se ci sarà spazio per riprendere la stagione anche nei campionati minori. Sono molte le ipotesi al vaglio visto il tanto tempo fermo.”

 

Ricordiamo che sono in pausa anche tutti i campionati d’Italia.

“La lunga sosta influirà anche per le attività giovanili, il rugby di base è importantissimo. L’unica cosa che conta in questo difficile momento è salvaguardare la salute di ragazzi e ragazze, dai bambini agli Old. Uno scudetto o una retrocessione in questo momento non valgono nulla. La nostra vittoria deve essere battere il virus, dobbiamo unirci per questo obbiettivo comune. Il Rugby è uno sport di eletti, facciamo vedere quali sono i nostri veri valori, ci sono cose in ballo che vanno oltre alla vittoria di uno scudetto.”

 

Con i giocatori come vi comporterete?

“E’ nostra volontà onorare tutti gli impegni, stiamo inoltre cercando di aiutare i giocatori stranieri che hanno espresso la volontà di tornare nel loro paese. Di sicuro per noi come per tutte le altre società sarà un momento difficile, servirà necessariamente un aiuto economico da parte della Federazione per la prossima stagione.
Le aziende sponsor in questo momento sono una incognita, avranno altre priorità come la produzione e pagare gli operai. A tempo debito parleremo con i ragazzi, faremo in modo di uscire da questa situazione al meglio per loro, per le società e per lo sport. L’importante ora è vincere questa guerra.”

 

 

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