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Vincere due derby nel giro di quattro ore è qualcosa che gonfia il cuore e il petto. Si, ma c’è qualcosa che va un po’ oltre il tifo, il piacere di una domenica speciale. C’è la visione di alcuni ingredienti che appartengono storicamente a questo Club, A. S. Rugby Milano, nel bene e, per qualche piccolo verso, anche nel male.

Il male –via il dente, via il dolore – riguarda la visione della voglia, della concentrazione, della dedizione come potenziali che emergono nei casi estremi e che talvolta si assopiscono per distrazione o pigrizia, per forma mentale o per chissà cosa. Se i nostri ragazzi applicassero identici strumenti ogni domenica, beh, nessuno li fermerebbe più.
Dentro questa osservazione c’è il resto, ovviamente. C’è un senso di appartenenza così radicato e forte da trasformare una squadra, ogni squadra, in un gruppo di persone che lotta per il gusto di farlo, per raggiungere un traguardo comune e sentito. Carico di significati. E’ una prerogativa tipica, del resto, anche se impressiona e fa sempre piacere ritrovarla sul campo, a distanza di anni, col passare delle generazioni.
 

Chi fa parte dell’A.S. Rugby Milano compie una scelta piuttosto articolata. Sceglie di entrare in una famiglia per molti versi scombinata, non ricca, non del tutto organizzata, piena di complesse e magari sanissime contraddizioni. Il tutto per comporre una anomalia rara, di fronte alla quale serve mettere qualcosa di proprio per far funzionare le cose. Il che, se accade, produce soddisfazioni senza prezzo. Non solo. A.S. Rugby Milano significa un Club, inteso come aggregazione rugbistica in linea con una tradizione non più di gran moda (purtroppo). Club inteso come famiglia, appunto, con i suoi pro e i suoi contro, con l’orgoglio di fare per conto proprio in tempo di magre e di grasse, con la certezza di stabilire dei criteri condivisi, con la sensazione costante di determinare una diversità. Così nel minirugby, nelle giovanili, tra i seniores. Certamente rispetto ad altre realtà – come la Grande Milano nello specifico cittadino- i cui presupposti sono sostanzialmente diversi. Anche per questo, dunque, un derby assume valore anomalo. E’ un confronto “interno”, certo. Ma in questo caso anche un confronto tra due modi e due mondi sostanzialmente diversi di fare rugby, di muoversi nel rugby e con il rugby.

In aggiunta, A.S.Rugby Milano significa scegliere una sorta di minoranza. E non c’è additivo più efficace, per ribadire il senso di una scelta libera in questa direzione, di un confronto con chi si pone in termini diversi sullo stesso terreno.
Non è una polemica questa. Piuttosto una osservazione che emerge al cospetto di due sfide, due partite, due squadre, capaci di scovare energie speciali nelle occasioni speciali. Degli avversari, dignitosissimi, corretti, ammirevoli, importa meno, adesso.

Piuttosto importa scoprire che lo spirito ASR resiste, nel tempo, intatto. Non è una cosa da poco. E’ il segno di una tenuta, di una stoffa, di un carattere che conforta. Alla faccia delle tante problematiche che pure attraversano questo Club.
Non è tutto, certo. Ma è abbastanza per chiudere un altro anno con un sorriso, per guardare avanti con un ottimismo prezioso. Dati i tempi, beh, una grande soddisfazione.