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World Rugby ha annunciato i risultati dei test anti-doping e del programma educativo intrapreso durante la Rugby World Cup 2015.

L'organizzazione ha stilato un elenco che annovera 468 campioni prelevati da 20 squadre partecipanti, divisi in 200 campioni prelevati in competizione e 268 lontano dalle gare.

In collaborazione con l'anti-doping inglese (UKAD), designata come l'organizzazione ufficiale per reperire i campioni durante il mondiale 2015, il programma non ha ad oggi registrato positività.

Il programma dei test includeva un sia il test delle urine (317 campioni raccolti) che del sangue (151). Tutti i campioni sono stati analizzati dal “Drug Control Centre” presso il laboratorio accreditato dell'agenzia mondiale anti-doping (WADA) al King's College di Londra. I campioni saranno catalogati per le future analisi, come per il precedente Mondiale.

Inghilterra 2015 è stato il primo mondiale a mettere in atto il Passaporto Biologico degli Atleti (ABP), programma che ha fatto seguito al suo lancio da  parte di World Rugby nel 2013. Impegnata nel garantire i più alti standard sui test e sul programma di educazione ad esso legato, World Rugby ha incrementato il budget dedicato a tali attività di circa il 30% nel 2015.

Il programma di test della Rugby World Cup è stata un'estensione del già esistente programma anti-doping di World Rugby, che annovera più di 1.300 campioni di sangue e urine raccolti attraverso le squadre durante le competizioni tra gennaio e settembre. Il programma sottolinea la promozione e il mantenimento di condizioni di gioco eque per tutti.

Il mondiale del 2015 è l’evento dove si è registrato il più grande programma di educazione anti-doping (#KeepRugbyClean) con più di 600 giocatori ed oltre 500 membri dello staff che hanno seguito la formazione obbligatoria prima del torneo, mentre giocatori di fama globale hanno supportato il #KeepRugbyClean Day del 26 settembre, interagendo con circa un milione di persone sui canali digitali. Più di 13.000 persone tra giocatori, allenatori e medici sono stati istruiti attraverso questo programma.

Il presidente di World Rugby, Bernard Lapasset, ha dichiarato: “Il doping è la maggiore minaccia per l’integrità dello sport e World Rugby è impegnata in un programma di prevenzione di controlli mirati e di educazione globale alla materia per garantire che i giocatori a tutti i livelli capiscano l’importanza di mantenere condizioni di gioco eque per tutti”

“Nonostante non ci siano stati risultati negativi prima o durante il mondiale 2015, non significa che possiamo dormire sugli allori. Questo è il motivo per cui abbiamo aumentato il bilancio in questo importante settore e ci siamo impegnati per la conservazione dei campioni in vista delle analisi future”.

“Il mondiale del 2015 ha avuto una piattaforma globale enorme per raggiungere, coinvolgere e informare la famiglia globale del rugby. Dobbiamo continuare insieme su questa strada con gli intenti del programma di educazione. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato e sostenuto il progetto”.

Nicole Sapstead, amministratore delegato di UKAD, ha aggiunto: “L’agenzia anti-doping del Regno Unito è stata lieta di prendere parte a un progetto così importante e di fornire un servizio utile agli organizzatori del Mondiale 2015”.

“Garantire che vi sia un rigoroso programma di test a un evento così importante è un aspetto fondamentale per proteggere l’integrità di qualsiasi attività sportiva e World Rugby ha lavorato duramente in questo senso”.

“World Rugby dovrebbe essere contento per il successo della loro campagna Keep Rugby Clean. L’educazione sull’anti-doping è indispensabile per mantenere uno sport pulito. E’ uno strumento chiave per prevenire il doping in quanto aiuta i giocatori a fare le scelte giuste in modo da non mettere a rischio la loro carriera e la loro salute”.

David Howman, direttore generale WADA: “Lodiamo World Rugby per aver implementato in maniera robusta il programma anti-doping del Mondiale 2015.”

“Con il doping così in auge sotto le luci dei riflettori, è ancora più importante mantenere uno sport come il rugby pulito, con un programma che unisce organizzazione e educazione in materia. World Rugby ha fatto un passo deciso per incrementare le sue risorse e la formazione, e raccogliere campioni in vista di analisi future incoraggia la lotta mondiale al doping”. 

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