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Solo negli ultimi giorni si sono verificati una serie continua di infortuni nel corso dei match delle Pool di questa RWC 2015, il nostro capitano di giornata Leo Ghiraldini è dovuto uscire a causa di un sospetto stiramento e siamo ancora in attesa di scoprire se potrà continuare o meno.

Il Galles ha dovuto cambiare ben altri 2 giocatori dopo l'incredibile battaglia di Twickenham vinta con l'Inghilterra, Scott Williams (ginocchio) e Hallam Amos (spalla) hanno terminato la loro esperienza nella Rugby World Cup e sono stati sostituiti da James Hook e Gareth Anscombe.

L'Inghilterra ha perso Billy Vunipola sostituito da Nick Easter, la Scozia la seconda linea Grant Gilchrist ed ha dovuto chiamare Blair Cowan, il Sud Africa (che a dir il vero si era presentato a questa coppa con una lunga lista di convalescenti) ha perso il capitano di mille battaglie Jean de Villiers che, in seguito alla frattura alla mandibola che ha messo fine al suo mondiale, ha deciso di ritirarsi dal rugby internazionale.

Sappiamo ovviamente tutti che in uno sport di contatto come il rugby l'infortunio è dietro l'angolo, sopratutto se non si è bene allenati. Ma non è questo il caso, tutte le nazionali hanno effettuato una lunga serie di raduni preparatori per arrivare nella migliore condizione fisica possibile e quindi il problema potrebbe stare nell'overtraining, il troppo allenamento e il recupero ridotto al minimo potrebbe essere l'altra causa. I giocatori professionisti oggi sono sottoposti a stress fisici importanti, portare il corpo troppo oltre la soglia aumenta il rischio di infortuni muscolari ma anche il rischio dei ben più gravi infortuni articolari.

Oggi vengono utilizzate le migliori forme di terapia per velocizzare il recupero, a partire dalla classica fisioterapia, per finire alle camere criogeniche, l'Italia se n'è portata addirittura una da casa.

Viene da chiedersi ora se il livello del gioco e l'esasperazione del gesto non influiscano sulla percentuale di infortuni, senz'ombra di dubbio i fisici e le prestazioni degli atleti sono stati portati al massimo ma in conseguenza più soggetti a "rotture" ed infortuni anche gravi.

Non solo, se vogliamo analizzare la velocità del gioco e conseguentemente degli impatti risulta evidente come questi siano sempre più importanti tant'è che la campagna di prevenzione di World Rugby è in continua evoluzione ma probabilmente sempre un passo indietro rispetto all'evoluzione del gioco e delle prestazioni.

Vorrà dire che vincerà chi avrà un minor numero di infortuni, semplicisticamente potremmo anche dire di si. Ma val la pena forse di ricordare che che al di la del fisico la qualità tecnica di base giocherà un ruolo fondamentale a fine competizione quando il serbatoio delle energie segnerà verso la riserva.

 

Foto © Elena Barbini

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