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Marco Bortolami a 36 anni, dopo 26 anni di rugby e 112 caps con la Nazionale appenderà gli scarpini al chiodo al temrine di Zebre-Newport che deciderà la stagione della franchigia del Nord-Ovest.

In una bella intervista rilasciata ad Andrea Buongiovanni sulla Gazzetta Marco parla della sua carriera e dello stato del rugby italiano Alla domanda su a chi dovesse di più ha risposto "A John Kirwan: ha creduto in me come atleta e come uomo. Mi ha tirato fuori quel che avevo dentro.." e Marco lascia poi un messaggio ai giovani dicendo che "Banalmente: bisogna credere nei propri sogni attraverso il lavoro, in ciò che fa appassionare, che fa battere il cuore. E mettersi sempre in gioco" .

Borto parla anche del rammarico nel non aver potuto disputare la quarta Coppa del Mondo, ma anche dell'etica nell'aver sempre fatto delle scelte e preso delle decisioni al chiuso di uno spogliatoio, lontano dalle luci della ribalta. Quelle luci di cui ha goduto sul campo ad Hamilton contro gli All Blacks nel 2002 quando, ad esempio, è andato in meta ed è stato il più giovane capitano di sempre di Italrugby.

Alla domanda di Buongiovanni su cosa debba fare il rugby italiano per arrivare al top "Le società devo badare al rigore amministrativo, giocatori e tecnici a diventare i migliori al mondo..riportare i club al centro di ogni proposta..ripartendo dalla base" facendo tesoro della storia e dell'esperienza di club come Petrarca (dal quale arriva Marco), Treviso, L'Aquila, Rovigo e valorizzando le Accademie che dovrebbero essere più legate ad Eccellenza e franchigie.

 

A noi resta che goderci il suo ultimo match e dire grazie a Marco per tutti questi anni "donati" alla nobile causa del rugby. 

 

Foto Alfio Guarise

 

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