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Di strada, dal giorno del suo arrivo a Tirrenia nel settembre del 2006 Simone Favaro – primo assoluto della prima nidiata di promesse azzurre a presentarsi all’inaugurazione assoluta dell’Accademia – ne ha fatta parecchia: giovanissimo idolo della tifoseria rodigina prima, una stagione interlocutoria a Parma, due anni con gli Aironi prima di tornare alla Benetton Treviso, suo club di origine, all’inizio della presente stagione.

Nel mezzo l’esordio in Nazionale nel 2009 a Melbourne, contro l’Australia, a ventuno anni appena e con ventuno placcaggi messi a segno sugli Wallabies – “ma chi accidenti è quello?” sembra si sia lasciato sfuggire, ai tempi, il CT oroverde Robbies Deans di fronte al continuo placcare e rialzarsi del flanker italiano – qualche infortunio che gli è costato la preparazione ai Mondiali 2011. Con l’arrivo di Brunel sulla panchina della Nazionale, Favaro sembra aver trovato una collocazione stabile nel gruppo azzurro.

In panchina contro Tonga la settimana scorsa, in panchina contro gli All Blacks nel 2009 a Milano, Favaro è tra i trenta Azzurri del CT Jacques Brunel che si contendono un posto da titolare per la gara di sabato all’Olimpico di Roma nel secondo Cariparma Test Match dell’autunno 2012 ed oggi ha incontrato la stampa nel ritiro azzurro del “Giulio Onesti”: “Stiamo lavorando per sistemare le cose che non hanno funzionato contro Tonga e per affinare quelle che invece sono andate per il verso giusto – spiega il ventiquattrenne flanker biancoverde dell’Italia – perché questa settimana che stiamo vivendo è sicuramente tra le più entusiasmanti che possano toccare in sorte ad un rugbista”.

“Sfidiamo i campioni del mondo, la squadra che gioca il rugby migliore, tutti i rugbisti sognano di giocare contro la Nuova Zelanda: approcciare questa partita cambia l’aria che una squadra respira, l’atmosfera che si percepisce attorno ad un gruppo. E’ qualcosa di molto bello. Per quanto mi riguarda vivo questa settimana con serenità, abbiamo la chance di capire a che livello siamo confrontandoci con i migliori. Giocare contro gli All Blacks è un test importante per ogni giocatore”.

“Partiamo sfavoriti, non battuti: se andassimo in campo già sconfitti, rischieremmo una sconfitta pesantissima. Le sconfitte arrivano alla fine delle partite, mai prima: io non penso alle statistiche, le lascio a voi giornalisti, noi andremo in campo per fare il meglio possibile. Alla fine della partita guarderemo il risultato e faremo le considerazioni del caso” ha detto Favaro.

Che, se andrà in campo, potrebbe trovare sulla propria strada il capitano dei tuttineri, Richie McCaw, che potrebbe essere costretto a rinunciare al turn-over in caso di squalifica al compagno di squadra Thomson: “Che McCaw giochi o meno non mi interessa molto. Quanto cambia la Nuova Zelanda con o senza di lui dovete chiederlo agli All Blacks. Noi giochiamo contro la Nuova Zelanda nel suo insieme, sinceramente ci interessa poco sapere se giocherà o meno”.