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Bell’intervista quella di Carlo Canna fatta da Massimo Calandri in cui il giornalista di Repubblica lo accosta a Diego Dominguez ricevendo in risposta un umile “Non scherzate, per favore. Sono già abbastanza emozionato: in quello stadio ci sono stato solo una volta in vita mia. In tribuna con degli amici, l'anno scorso. Se penso che fra 4 giorni magari tocca proprio a me, il calcio d'inizio del torneo".

Si parla di un rugby quasi dilettantistico, quello dell’Eccellenza, che perde da tedeschi, spagnoli e russi dal quale però possono emergere dei talenti puri come Canna che ha scelto di non entrare in Accademia per finire il Liceo ed ha invece firmato per i poliziotti delle Fiamme Oro, squadra con la quale ha esordito in serie A marcando subito una meta.

Un predestinato? Forse dal momento che è andato al Mondiale di Inghilterra per una serie di circostanze fortuite: la rinuncia di Orquera e l’infortunio di Haimona "Che emozione, la convocazione di Brunel. Nel frattempo sono finito alle Zebre. Ho conosciuto campioni come Burgess e Muliaina, prima li avevo visti solo alla playstation. M'ispiro all'australiano Larkham: sono alto (1,90), indosso il caschetto come lui. Mi piace attaccare gli spazi. Avventurarmi. Ho disputato delle buone partite. E la mia vita è cambiata".

Carlo ha esordito al Millennium piazzando un drop da circa 40 metri nell’ultimo match pre mondiale, e questo la dice lunga sulla sua personalità, ha disputato anche un discreto mondiale e dei buoni match in Pro12 e Challenge tant’è che si sono accorti di lui anche oltre Manica: Planet Rugby l’ha citato più volte tra i “buoni”.

"Ci sono tanti atleti con grandi potenzialità, anche in Eccellenza: basta dare loro fiducia. Brunel questa volta ha chiamato pure Castello, Bellini, Odiete. Con me c'è un'altra apertura italiana, giovane e talentuosa: Padovani.”

L’apertura di Zebre e Italrugby ha concluso la sua intervista parlando di un rugby italiano che probabilmente non è ancora al livello dei grandi ma che deve avere il coraggio di osare e voglia di imparare. Insomma chiede anche di fidarsi dei giovani che vogliono provarci, vogliono provare a vincere le partite”.

 

Foto Elena Barbini

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