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Jacques Brunel ed Andrea Di Giandomenico, Sergio Parisse e Silvia Gaudino, con il vice-presidente vicario Nino Saccà ed il manager Luigi Troiani, hanno rappresentato l’Italia alla conferenza stampa di lancio dell’RBS 6 Nazioni 2013 che si è svolta questa mattina all’Hurlingham Club di Londra. Dieci giorni al calcio d’inizio del Torneo maschile, undici al debutto della Nazionale maschile all’Olimpico di Roma contro la Francia mentre le Azzurre sfideranno le transalpine il 2 febbraio a Rovato.

Conferenze stampa, interviste individuali e scatti fotografici hanno caratterizzato la lunga giornata della delegazione italiana, con Brunel e Parisse sotto i riflettori della stampa europea.

“La partita con la Francia sarà diversa da quella dell’anno scorso – ha detto il CT Brunel in conferenza stampa – ma ugualmente difficile per noi. Stiamo crescendo, ma potremo dire di essere maturi quando battere la Francia non sarà più vista come un’impresa, ma come una normale possibilità. Cosa mi aspetto? Punteremo a vincere il maggior numero di gara possibili, un obiettivo normale per chi fa sport professionistico. Ma le vittorie arrivano in rapporto a quello che si fa vedere sul campo e quello che faremo vedere sul campo è per me la cosa più importante. Nello scorso 6 Nazioni ed in novembre abbiamo fatto vedere di essere sulla strada giusta, sarà fondamentale confermarsi in una competizione lunga e difficile come il Torneo, un appuntamento che non ha pari al mondo”.

Brunel è poi intervenuto sulle modifiche apportate alla rosa rispetto a novembre: “Ci sono altri giocatori, come Morisi, che avrebbero le qualità per far parte del gruppo ma non hanno giocato molto. Era giusto coinvolgere ragazzi come Garcia, che si sta esprimendo ad ottimo livello, o Buso che dopo tanti infortuni sta facendo vedere cose interessanti con le Zebre. L’auspicio è che, nei prossimi mesi, possa esprimersi bene anche in maglia numero dieci”.

Per Sergio Parisse quello che scatta domenica 3 febbraio all’Olimpico sarà il quinto RBS 6 Nazioni con i gradi di capitano dell’Italrugby: “E’ sempre una grande responsabilità guidare la Nazionale in questo Torneo e sono felice di essere stato confermato. Non vedo l’ora di giocare tre partite in casa, davanti al pubblico dell’Olimpico”.

“Obiettivi minimi in termini di risultati? Non ce ne siamo posti, vogliamo continuare sulla strada intrapresa a novembre: mettere in campo un gioco dinamico, pericoloso per gli avversari, ambizioso. Non aspetteremo per difendere, lavoreremo per attaccare. Ogni gara in casa sarà una chance per vincere, vogliamo che sia il miglior Torneo giocato da questa squadra, questa è la nostra ambizione principale” ha detto il numero otto dello Stade Francais.

“Novembre ci ha dato confidenza e consapevolezza di poter impensierire tanti avversari, nel Sei Nazioni dovremo confermare tutto questo, ribadire che questo è il rugby che vogliamo portare sino ai Mondiali, raccogliere il frutto del lavoro, raccogliere vittorie. Credere nel nostro gioco, prima di tutto, ma non dimenticare che il risultato conta perché è quello che resta scritto negli annuari”.

“Non siamo una squadra che ha le qualità per vincere anche se gioca male, quindi – ha detto Parisse – dovremo esprimerci sempre al meglio per mettere noi stessi nella posizione di portare a casa il risultato. Certo, se arrivasse un Grande Slam anche giocando male…”

“Credo che tre o quattro anni fa il gruppo fosse meno equilibrato di oggi – ha proseguito Parisse – abbiamo dimostrato di essere alla ricerca di un rugby più bilanciato tra gioco degli avanti e dei trequarti, senza rinunciare alle nostre forze ma valorizzando il gioco della linea arretrata. Abbiamo i giocatori per farlo e per divertirci tutti assieme”

“Possiamo battere la Francia? Sì, lo abbiamo già fatto nel 2011, loro sanno che rischiano una sconfitta se non giocheranno al meglio, il ricordo della sconfitta del Flaminio è ancora vivo. Conosco bene tutti loro, in particolare il loro capitano Pascal Papè mio compagno di squadra a Parigi, ci rispettano e questo rispetto ce lo siamo meritato sul campo. Con l’aiuto del pubblico dell’Olimpico, il sedicesimo uomo in campo, possiamo farcela”

Proprio l’Olimpico è stato motivo d’interesse per i media britannici: “L’atmosfera del Flaminio era meravigliosa, ma giocare all’Olimpico è non solo un grande onore ed una grande emozione, ma anche una grande chance per far conoscere sempre più il nostro sport. A novembre, contro gli All Blacks, è stato un momento indimenticabile” ha aggiunto Parisse, prima di concludere: “Non siamo più gli outsider di questo Torneo, abbiamo le armi ed il talento per vincere più di una partita”.