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L’Italia per la storia, l’Australia per guardare avanti. Domani pomeriggio allo stadio Euganeo di Padova s’incroceranno tanti destini nel secondo dei Cattolica Test Match 2018.

Quello degli Azzurri di Conor O’Shea, che allontanato lo spauracchio georgiano puntano a sorprendere il mondo ovale contro una delle tre rappresentative nazionali mai battute prima (le altre sono Nuova Zelanda e Inghilterra). Quello di tanti giocatori che, da una parte e dall’altra, sgomitano per trovare spazio nel prossimo Sei Nazioni o nel Championship australe e soprattutto un biglietto per la Coppa del Mondo 2019 in Giappone.

E quello di Michael Cheika, ct degli Wallabies, finito nel mirino di stampa e tifosi australiani per i deludenti risultati ottenuti nel 2018. Annus horribilis per l’Australia, uscita sconfitta in 8 partite su 11. L’ultimo stop, per 9-6, rimediato una settimana fa a Cardiff, ha causato l’ennesima crepa nell’ambiente anche perché erano dieci anni che il Galles non la spuntava. Una battuta d’arresto con l’Italia sarebbe un autentico shock per i nostri avversari e metterebbe inevitabilmente la parola fine alla guida tecnica di Cheika, che proprio a Padova iniziò ad allenare nel 1999, ad appena 32 anni, voluto da Vittorio Munari come suo successore sulla panchina del Petrarca. Un anno di transizione in quanto a risultati (tuttoneri fuori dalla Poule Scudetto) ma importante per il futuro professionale del 51enne ex terza centro del Randwick di Sidney (stesso club di Campese) destinato a diventare il primo – e al momento unico – allenatore ad aver vinto il principale trofeo continentale in Europa (Heineken Cup, con Leinster, nel 2009) e nell’Emisfero Sud (Super Rugby, con i Warathas, nel 2014).

“Ho imparato tanto qui a Padova. Quel primo anno al Petrarca mi ha fatto capire tante cose sul ruolo dell’allenatore, sul modo di rapportarmi con i giocatori, alcuni dei quali erano miei coetanei o anche più grandi di me” ha ricordato il ct dell’Australia, giovedì nel quartier generale Wallabies, “Giocare in questa città una partita così importante, per l’Australia e per me, è una sfida esaltante e sono certo che in campo riusciremo a mettere tutto il lavoro portato avanti in questi mesi con grande impegno dai ragazzi. Sarà dura, giochiamo in casa loro, dovremo essere fisici, precisi, concentrati, disciplinati. E avere voglia di divertirci. I segreti per far bene sono tutti qui. Sono appeso a un filo? Meglio, sarà una sfida ancora più avvincente”.

Se Cheika è dunque pronto a raccogliere il proverbiale guanto, anzi a mangiarselo, O’Shea l’ha già lanciato da tempo. Anche il ct dell’Italia ha bisogno di compattare il suo gruppo, costantemente bersagliato dalla critica (spesso a ragione). E niente sarebbe più prezioso in questo senso di un successo che farebbe la storia del movimento ovale italiano. Attenzione però: questi Wallabies non sono gli Springboks disastrati e sfiduciati battuti a Firenze nel 2016. Michael Hooper e compagni stentano con le più forti ma non partono mai battuti. Se perdono è per la qualità dei loro avversari. Dunque starà a noi fare la partita, se davvero crediamo a questa occasione. Dieci anni fa, sempre all’Euganeo, un’Italia coraggiosa andò vicino all’impresa, battuta solo nel finale da una meta di un debuttante Quade Cooper (non convocato per questo Tour e da tempo fuori dal giro Wallabies).

Gli Azzurri scenderanno in campo con la stessa formazione che ha battuto la Georgia, a parte Hayward che prende il posto di Sperandio apparso non del tutto a suo agio nel ruolo di estremo nei test match giocati a Chicago e a Firenze. Con il recupero del neozelandese (italiano per residenza) del Benetton Treviso la linea dei trequarti italiani si presenta come un mix di solidità e fantasia, in cui accanto all’estro offensivo di un Bellini o di un Campagnaro (il più temuto dagli osservatori australiani) spicca la solidità dei vari Castello, Benvenuti e dello stesso Hayward. Non ci sarà Parisse, non ancora al meglio e già tornato a Parigi. La mischia vista in azione con i Lelos – confermata in blocco – garantisce comunque un buon livello di prestazione ma contro l’Australia saranno fondamentali soprattutto le esecuzioni e il ridurre al minimo errori gratuiti ed indisciplina. Sperando che la lezione di Sidney dello scorso anno – Italia sotto di un punto e in rimonta al 76’, poi sconfitta 40-27 in tre minuti dopo un giallo a Steyn – sia rimasta impressa nella testa di Ghiraldini e compagni.

Gli Wallabies si presentano invece con una formazione rivoluzionata rispetto agli ultimi test con Galles e Nuova Zelanda. Dal primo minuto partiranno due esordienti: il mediano di mischia Jake Gordon, 25 anni, dei Warathas, probabilmente il numero 9 più alto (186 cm) della storia degli Wallabies, e il giovanissimo trequarti-ala Jordan Petaia, dei Queensland Reds, 18 anni compiuti in marzo. Alcuni titolari vantano poche presenze, come il tallonatore Folau Fainga'a (6 caps), il pilone destro Taniela Tupou (10 caps), il seconda linea Izack Rodda (15 caps) o il flanker Jack Dempsey (6 caps), mentre pochi sono i punti fermi del XV in maglia oro e cioè il capitano Michael Hooper e il terza centro David Pockock, il pilone Scott Sio e l'estremo Israel Folau, oltre al ritorno in Nazionale del veterano Adam Ashley-Cooper (116 caps). Cheika inoltre ha deciso di mischiare le carte fra i trequarti, dove Matt Toomua (che a Leicester gioca centro) sarà il mediano d'apertura mentre Bernard Foley (solitamente il regista della squadra), gli starà invece a fianco come primo centro. Infine, occhio ai rincalzi di lusso per il secondo tempo, con personaggi del calibro di Kepu, Polota-Nau, Genia e Beale pronti ad entrare per fare la differenza.

 

Le formazioni:

Italia: 15 Jayden Hayward, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Michele Campagnaro, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Tito Tebaldi, 8 Abraham Jurgens Steyn, 7 Jake Polledri, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini (c), 1 Andrea Lovotti
Panchina: 16 Luca Bigi, 17 Cherif Traorè, 18 Tiziano Pasquali, 19 Marco Fuser, 20 Johan Meyer, 21 Guglielmo Palazzani, 22 Carlo Canna, 23 Luca Morisi

Australia: 15 Israel Folau, 14 Adam Ashley-Cooper, 13 Samu Kerevi, 12 Bernard Foley, 11 Marika Koroibete, 10 Matt Toomua, 9 Jake Gordon, 8 David Pocock, 7 Michael Hooper (c), 6 Jack Dempsey, 5 Adam Coleman, 4 Izack Rodda, 3 Taniela Tupou, 2 Folau Fainga’a, 1 Scott Sio
Panchina: 16 Tatafu Polota-Nau, 17 Jermaine Ainsley, 18 Sekope Kepu, 19 Rob Simmons, 20 Pete Samu, 21 Will Genia, 22 Kurtley Beale, 23 Dane Haylett-Petty

Stadio Euganeo, Padua
Arbitro: Pascal Gaüzère (France)
Assistenti: Andrew Brace (Ireland), Mike Adamson (Scotland)
TMO: Simon McDowell (Ireland)

 

Calendario e risultati della 2° giornata di Test Match Autunnali - clicca sul match per tabellino e statistiche

Foto Alfio Guarise

 

 

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