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E’ andata, anche stavolta. Sciupata, mancata, fallita, sprecata, usate il participio passato che preferite: la sostanza non cambia e neanche quell’eterna sensazione di incompiutezza che prova il tifoso italiano in queste occasioni. Perché proprio di occasione si trattava, per gli Azzurri di capitan Leo Ghiraldini che nella sua Padova insieme ai compagni di nazionale ha perso l’ennesimo treno per la storia.

Allo stadio Euganeo l’Australia ha vinto meritatamente, pur commettendo errori e falli in abbondanza. Perché è più forte, come organico e per qualità individuali; perché sotto pressione e con un uomo in meno ha difeso meglio, anzi, ha annullato uno dei punti forti degli Azzurri (la rimessa laterale); perché fondamentalmente ha saputo cogliere il “momentum” – parola magica che sempre più imperversa nel frasario di tecnici e giocatori di rugby – a differenza di un’Italia tanto quadrata nell’approccio e generosa nello sforzo agonistico quanto pasticciona alla prova dei fatti. Tralasciando il caso della meta annullata – o meglio, non concessa – a Tebaldi e altre decisioni arbitrali discusse, dal test match di Padova sono emersi nuovamente due aspetti che cronicamente affliggono il rugby italiano di vertice, l’inconsistenza in attacco – fastidiosa ma tollerabile con la Georgia, micidiale con l’Australia o qualsiasi big – e i black out difensivi che in 5 minuti possono vanificare mezz’ora o anche un’ora di gioco convincente e ordinato.

Inevitabile che, a dispetto di tante prestazioni individualmente positive, in pagella ci sia da scontare le amnesie e i passaggi a vuoto che hanno condannato l’Italia alla ventesima sconfitta con l’Australia.

I voti degli Azzurri

Hayward. Che ci fosse bisogno di lui, assente con Irlanda e Georgia, lo si è capito con quel break nei primi minuti che ha aperto la strada al primo assalto azzurro, con Steyn portato fuori un attimo prima di schiacciare in bandierina. Orchestra da buon estremo il triangolo allargato nella prima mezzora ma poi finisce anche lui nel tritacarne australiano in occasione della doppietta di Koroibete che ha rotto la partita. Voto 5/6

Benvenuti. Poca gloria per l’ala del Benetton Treviso che pur avanzando e difendendo con ordine paga dazio sulla sua fascia alle principali offensive degli Wallabies. In attacco ha meno spazio e palloni rispetto a Bellini, incidendo solo marginalmente sulle manovre azzurre. Voto 5

Campagnaro. Prima mezzora da gran cavallone di razza, poi gli australiani capiscono che è proprio sul suo canale che possono fare breccia, puntando tutto sull’impatto vincente di Kerevi. Nel secondo tempo con l’Italia in attacco tenta di trovare lo spunto giusto ma non gli va come a Chicago e a Firenze. Voto 4/5

Castello. L’elemento più positivo in mezzo al campo, riscatta una prestazione opaca offerta con i Lelos caricando la linea australiana con un’impeto da combattente di rango. In difesa regge meglio rispetto a Campagnaro ma dovrà migliorare la comunicazione con il secondo centro per evitare di andare fuori sincrono sulle salite. Voto 6.5

Bellini. Eroe locale e martire di giornata, sicuramente il migliore degli Azzurri. La sua meta ha gasato il pubblico di Padova, la città dov’è nato e cresciuto, e appoggiato la palla in meta ha dedicato un pensiero al nonno Gastone, indicando il cielo. In difesa si è fatto sentire a più riprese, fino a quel recupero prodigioso su Folau (mica l’ultimo arrivato) che salva una meta certa ma gli costa una sublussazione alla spalla. Auguri di pronta guarigione Mattia, questa Nazionale ti aspetta a braccia aperte. Voto 7.5

Allan. Esame fallito dal mediano d’apertura azzurro, contro l’Australia serviva una migliore lettura delle situazioni di gioco, specialmente in attacco, con il risultato di aver attaccato quasi sempre con poca profondità e sfruttando male spazi ed eventuali soprannumeri. Deludente anche il gioco tattico al piede e pesantissimo quel calcio in touche rimasto in campo dopo fallo conquistato in attacco. In attesa di giornate migliori. Voto 4

Tebaldi. Ha illuso l’Euganeo con quell’intercetto da antologia, vanificato dal fischio dell’arbitro Gauzere che ha chiamato il fuorigioco prima che schiacciasse in meta, impedendo così di poter ricorrere al Tmo le cui immagini avrebbero dimostrato la bontà della sua salita da rimessa laterale. Poi riesce a dare buon ritmo all’uscita del pallone, usando accuratamente anche il piede. Voto 7

Steyn. Sfiora la meta in avvio, bussa come sempre a modo suo – stile sudafricano – difende la palla dagli assalti di Hooper e sodali che provano in tutti i modi a metterlo in crisi. Neanche per lui è un weekend di festa ma riesce comunque a strappare la sufficienza con un work rate da terza centro di sostanza. Voto 6

Polledri. Non riesce ad emergere come ha fatto in altre occasioni, anche perché il livello dello scontro con gli Wallabies è decisamente alto. Anche sui palloni a terra incide molto poco, per i suoi standard abituali, e nel complesso conclude una prestazione dispendiosa ma poco incisiva. Voto 5.5

Negri. Come il compagno di ruolo, il flanker del Benetton Treviso deve gestire tanta pressione e spendersi molto fisicamente per reggere l’urto degli avversari. Parte con buon vigore ma a lungo andare cala vistosamente e lascia il posto a Fuser al 10’ della ripresa. Voto 5

Budd. Primo tempo di qualità, ripresa difficile per lui, specialmente quando l’Australia cambia il modo di difendere in rimessa laterale mandando in tilt il nostro meccanismo di lancio. Per il resto tanto lavoro sporco e di sacrificio, compreso un duro impegno in spinta e nei drive. Voto 5.5

Zanni. Prestazione insolitamente incolore per il veterano degli Azzurri, che a Padova ha faticato a far valere la sua esperienza internazionale contro avversari dinamici e dall’alto peso specifico. Voto 5

Ferrari. Regge con grande abilità alla pressione che gli australiani provano a mettergli nel primo tempo, guadagnando più di un fallo in mischia. Purtroppo lo sforzo compiuto per garantire stabilità alla nostro pacchetto di avanti gli consuma presto la benzina e così esce visibilmente provato al 10’ del secondo tempo. Voto 6 +

Ghiraldini. Il capitano guida con sapienza l’ottimo inizio degli Azzurri, che per mezzora tengono in scacco i più quotati avversari. Recuperata fiducia con la meta di Bellini e con l’Italia in forte rimonta perde però il controllo delle operazioni proprio nel fondamentale di sua competenza. Un “black out” – come l’ha definito lui stesso nel post partita – con tre lanci in touche persi consecutivamente dopo aver cambiato alcune perdine, che ha spento ogni velleità azzurra di rifarsi sotto nel punteggio. Voto 5

Lovotti. Merita la sufficienza per aver sistemato le cose davanti, dopo essersi fatto fischiare più di un fallo per crollo a Firenze. Lavora sodo anche in giro per il campo. Voto 6

 

Bigi. Anche lui entra nel momento di confusione in cui viene sprecata la superiorità numerica e le opportunità di azionare nei 22 australiani il drive da rimessa laterale. 5.5

Pasquali. Chissà per quanto si sognerà quell’off load – basso, per carità, ma in quella zona del campo bisogna essere pronti a tutto - sfuggitogli di mano nel momento del massimo impeto azzurro, a pochi metri dall’obiettivo. Fatica rispetto a Ferrari a tenere dritta la mischia italiana. L’impegno c’è, deve migliorare in alcuni fondamentali imprescindibili per il suo ruolo a questo livello. Voto 5

Traorè. Ci teneva tantissimo a giocare più di uno scampolo di match e nei 20 minuti in campo all’Euganeo si dimostra tra i più carichi. Nell’assalto finale dell’Australia è uno dei due avanti a farsi sorprendere dal tuffo sull’asse di Genia. Voto 5/6

Fuser. Il suo peso fa comodo ma con l’uscita di Negri l’Italia perde in dinamismo. In rimessa laterale pasticcia insieme ai compagni di reparto per difetti di comunicazione ed esecuzioni lente. Voto 5.5

Meyer. Si fa uccellare come guardia sulla linea di meta, da Genia che gli segna sui piedi. Per il resto prova a metterci tanto fisico e furia agonistica ma quando i giochi sono ormai compiuti. Voto 5.5

Palazzani. Prestazione regolare da parte del Gullo, che però non riesce a ravvivare la manovra azzurra dopo l’uscita di Tebaldi. Voto 5/6

Canna. Usa il piede tatticamente meglio di Allan, anche se vale per lui quanto riportato su Palazzani. E’ difficile entrare e fare la differenza ma al mediano d’apertura delle Zebre attualmente viene chiesto proprio questo. A tempi migliori. Voto 5/6

Morisi. Entra quando si fa male Bellini. L’unico azzurro a giocare meno di dieci minuti, forse sarebbe servito prima al posto di un Campagnaro evanescente. Non giudicabile

 

L’arbitro Gauzere. Abbiamo perso per colpa nostra, non dell’arbitro. Ok, perfetto, tutti d’accordo. Ma se per voi però questo è il livello di un arbitro internazionale, in predicato di andare alla prossima World Cup, allora la smetto proprio di pigiare tasti a caso. Improvvido, impreciso e arrogante nel gestire le situazioni spinose, sbaglia anche nel dare il giallo a Sio, estratto forse per compensare le tante cappelle a nostro danno. Se non avesse diretto in modo accettabile le mischie ordinate meriterebbe un giudizio ancora più basso. Voto 3

 

Risultati della 3° giornata di Test Match Autunnali 2018  - clicca sul match per tabellino formazioni e statistiche

Foto Alfio Guarise

 

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