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"Avevo rotto i miei legamenti crociati. Sapevo che era grave, il dolore era incredibile, ma ho rifiutato di andare in ospedale. Non sopporto gli ospedali." (Dai Morris)

"In termini di rugby, Dai è l'eroe definitivo della classe operaia, uno dei più grandi giocatori a portare la maglia gallese." (Max Boyce)

Tra la fine degli anni ’60 e per tutto il decennio successivo la nazionale gallese è stata senza ombra di dubbio la squadra di rugby più forte al mondo. Persino gli All Blacks dovevano inchinarsi a quegli uomini nati nelle valli e usciti dalle miniere. Il merito è senza dubbio da attribuirsi al fiorire contemporaneamente di grandi campioni. Tutti ricordano Gareth Edwards, Barry John e JPR Williams, ma la squadra era formata da quindici uomini e non vanno dimenticati coloro che eseguivano il lavoro sporco per permettere ai colleghi più famosi di brillare. Uno di questi è il terza linea Dai Morris.

Per Gareth Edwards Dai Morris era un eroe. È lui che in più di un’occasione gli ha salvato le ossa e per lui ha coniato il soprannome The Shadow, perché sembrava apparire dal nulla per affrontare gli avversari e fornire ai propri compagni la palla necessaria quando tutto sembrava perduto, e perché non si trovava mai a più di un metro di distanza dall’azione. Flanker e terza centro, Morris è stato uno degli uomini più forti ad indossare la maglia della nazionale gallese: un "eroe della classe operaia" che la mattina scavava in miniera ed il pomeriggio correva sul campo con una grinta che pochi altri potevano vantare.

David "Dai" Morris è nato l’11 novembre 1941 a Rhigos, villaggio della Cynon Valley, nel sud del Galles, e ha iniziato l’avventura ovale quando era studente presso la Gadlys Secondary School. In seguito, il ragazzo si è accasato nel club della sua città natale, il Rhigos RFC, dove in passato aveva giocato anche un’altra leggenda del rugby in rosso, Dai Edwards, atleta tanto in rugby Union quanto nella League durante gli anni ’20. Dopo un passaggio al Glyn Neath, nel quale ha realizzato un record di 22 mete in una stagione, nel 1963 Dai è passato definitivamente tra le fila del Neath RFC.

Morris ha esordito con la nazionale gallese il 1 aprile del 1967 per affrontare la Francia a Parigi, nell’ambito del Cinque Nazioni, schierato con la maglia numero 8 in mezzo ai flanker John Taylor e Ron Jones. Il Galles, che aveva in David Nash il primo allenatore della sua lunga storia, arrivava da due brutte sconfitte, ma a nulla sono serviti alcuni nuovi innesti nel XV, tra cui, oltre a Dai, un certo Gareth Edwards; anche questa sfida è stata persa con il punteggio di 14 a 20.

Il terza centro ha disputato anche l’ultima gara contro l’Inghilterra all’Arms Park, contribuendo all’unica vittoria dei Dragoni in quel torneo per 34 a 21 con la sua prima meta internazionale.

Dai ha disputato l’intero Cinque Nazioni del 1968 schierato blindside flanker (Numero 8 era Bobby Wanbon). I Dragoni ancora una volta sono riusciti a vincere una sola partita: quella in casa con la Scozia.

A settembre la squadra gallese, ora affidata a Clive Rowlands, ha intrapreso il primo tour della sua storia in Argentina. Oltre a quattro sfide con selezioni locali, sono stati affrontati due volte i Pumas, anche se la federazione non ha concesso lo status di test match. Morris e compagni hanno perso il primo incontro 5 a 9 e pareggiato il secondo 9 a 9.

L’anno successivo i Dragoni sono riusciti a conquistare il titolo con tanto di Triple Crown. Vittorie pesanti a Murrayfield, in casa con l’Irlanda, dove Morris ha marcato una meta, e soprattutto con il XV della Rosa, asfaltato per 30 a 9 all’Arms Park con un poker di mete dell’ala Maurice Richards. Soltanto il pareggio 8 a 8 conseguito la terza giornata a Parigi ha tolto al Galles la gioia del Grande Slam.

Si può dire che è iniziato da questo Cinque Nazioni 1969 il dominio della nazionale gallese nel mondo del rugby, che sarebbe durato per tutto il decennio successivo grazie ad una schiera di campioni che erano fioriti contemporaneamente: JPR Williams, Gareth Edwards, Barry John, Gerald Davies e Keith Jarrett. Capitano era il seconda linea Brian Price, mentre la terza, formata da John Taylor, Mervyn Davies e Dai Morris, è considerata la migliore di sempre per quanto riguarda il principato.

In primavera la squadra di Rowlands ha intrapreso un tour in Oceania.

La prima tappa è stata effettuata alle isole Fiji, dove il 25 maggio il XV gallese ha inflitto ai padroni di casa una sonora sconfitta per 31 a 11. Solamente due giorni più tardi la squadra era già a New Plymouth per affrontare Taranaki (partita terminata 9 a 9) mentre il 31 maggio, a Christchurch, hanno disputato il primo test match con gli All Blacks di Brian Lochore, perdendo 0 a 19.

Dopo avere vinto due partite infrasettimanali, con Otago e Wellington, il 14 giugno Morris e compagni sono stati sconfitti 12 a 33 nel secondo test a Auckland.

A quel punto i gallesi si sono trasferiti sul suolo australiano, dove il 21 giugno sono riusciti a battere i Wallabies 19 a 16. Tre mete realizzate, tra cui quella di Dai.

È successo in questo tour, durante uno spostamento aereo, che Morris ha minacciato di "picchiare" alcuni dei più forti avanti del Galles, i quali, ubriachi, stavano facendo ondeggiare in maniera pericolosa l’aereo a elica. Alle sue grida, tutti si sono messi a sedere in silenzio.

I Dragoni, che avevano Gareth Edwards nuovo capitano al posto di Price, hanno aperto il 1970 pareggiando 6 a 6 all’Arms Park con il Sudafrica. Poco dopo è iniziato il Cinque Nazioni, con il Galles che ha conquistato ancora il titolo di campione, anche se stavolta è stato costretto a condividere la vetta della classifica con la forte Francia del “friulano” Walter Spanghero. Nello scontro diretto fra le due compagini, andato in scena il 4 aprile a Cardiff, il Galles ha vinto 11 a 6 grazie ad una meta di Dai Morris e ai calci di JPR Williams. Stavolta a far mancare la possibilità dello Slam è stata la brutta sconfitta per 0 a 14 patita al Lansdowne Road contro l’Irlanda di Tom Kiernan. Morris, oltre alla marcatura con i Bleus, aveva superato la linea proibita anche della Scozia la prima giornata del torneo.

Nel 1971 la squadra guidata da Clive Rowlands ha conquistato un Grande Slam che mancava dal lontano 1952 ed il blindside flanker del Neath vi ha contribuito giocando titolare in tutte e quattro le sfide.

La prima giornata, il 16 gennaio, ha visto i Dragoni asfaltare l’Inghilterra all’Arms Park con il punteggio di 22 a 6. Il successivo 6 febbraio è arrivata la vittoria al cardiopalma di Murrayfield contro la Scozia. Verso la fine del gioco, con il risultato fisso sul 18 a 14 a favore della nazionale del Cardo, l’ala Gerald Davies, a seguito di una touche conquistata dal Galles, ha corso in direzione dell’angolo destro e ha schiacciato l’ovale in meta. La trasformazione avrebbe garantito la vittoria ai rossi, ma la posizione era troppo angolata e Barry John non se l’è sentita di provare. Ad incaricarsene, allora, è stato un kicker part-time come John Taylor, compagno di Morris in terza linea, che col suo piede mancino avrebbe avuto maggiori chance. Gareth Edwards, in seguito, ha raccontato di avere voltato la schiena per scaramanzia e di essersi girato a guardare solo dopo avere udito il boato del pubblico. Il calcio, infatti, è andato diritto in mezzo ai pali e quei punti hanno portato il Galles a vincere 19 a 18.

Il 13 marzo è stata conquistata la Triple Crown con il perentorio 23 a 9 con cui è stata sconfitta l’Irlanda sull’erba di Cardiff, mentre il 27 dello stesso mese, grazie alle mete di Gareth Edwards e Barry John, e ad un penalty calciato dalla fenomenale apertura, è giunto il tanto sospirato trionfo con il successo per 9 a 5 allo Stade Olympique Yves-du-Manoir di Colombes.

Il 4 marzo, una volta finito il Cinque Nazioni, Dai ha disputato una partita contro East Midlands indossando la casacca dei Barbarians, con questi ultimi che hanno vinto 18 a 14.

Un mese più tardi il flanker ha preso parte al classico tour pasquale in Galles del club ad inviti, scendendo in campo nei match contro Cardiff e Swansea, vincendo il primo e uscendo sconfitto dal Saint Helen's.

In primavera i British Lions agli ordini di Carwjn James sono partiti per il famoso tour in Nuova Zelanda che sarebbe sfociato nell’unica vittoria sugli All Blacks in cent’anni. Purtroppo Dai non è stato convocato, ed è questo il più grande rammarico della sua carriera. Il problema, da lui stesso confessato, era la sua paura a restare lontano da casa, tanto che in qualsiasi parte del mondo egli fosse il suo orologio era sempre sincronizzato sull’ora di Rhigos. I selezionatori dei Leoni hanno così riconosciuto che Morris non poteva veramente permettersi di restare lontano dal suo paese per intraprendere un tour amatoriale che sarebbe durato quattro mesi.

Poco prima della fine di quel lungo 1971, esattamente il 28 dicembre, Morris ha indossato nuovamente la maglia dei Barbarians per un incontro a Welford Road contro i Leicester Tigers. I Baa-baas, per la cronaca, hanno perso 14 a 20.

Dai era regolarmente in campo nel Cinque Nazioni del 1972, un torneo rimasto incompleto a causa del rifiuto di effettuare la trasferta in Irlanda da parte delle nazionali di Galles e Scozia per le lettere di minaccia fatte recapitare loro dai combattenti dell’IRA. È un peccato, perché i Dragoni avevano vinto le altre tre partite e nulla toglie che avrebbero conquistato il loro secondo Grande Slam consecutivo.

Il 2 settembre Dai ha disputato il suo quinto match per i Barbarians. Questa volta ha affrontato il Llanelli perdendo 17 a 33.
Tre mesi dopo la nazionale in rosso è stata la prima ad affrontare gli All Blacks durante il loro tour. La sfida è stata vinta dagli ospiti 19 a 16.

Il torneo del 1973 ha visto le cinque contendenti vincere due partite a testa e perderne altrettante, arrivando così in cima alla classifica tutte a pari merito. Con le regole attuali, tenendo conto della differenza punti, avrebbero vinto ancora Morris e compagni.

Il 10 novembre dello stesso anno il ragazzo di Rhigos ha fatto parte del XV gallese che ha travolto l’Australia a Cardiff con il punteggio di 24 a 0, mentre nel 1974 ha preso parte ad un altro Cinque Nazioni. 
Questa volta il XV capitanato da John Lloyd ha deluso le aspettative, in quando ha fatto registrare solamente la vittoria sulla Scozia la prima giornata, seguita dai pareggi di Dublino e in casa con la Francia e dalla sconfitta patita a Twickenham per 12 a 16.

Poco dopo, durante un match tra il suo Neath ed il Llanelli, Dai è stato colpito duro dal compagno di nazionale Tommy David e ha subito la frattura dei legamenti crociati; un incidente dal quale non si è più ripreso e che ha di fatto scritto la parola fine alla sua carriera ovale. Con i Blacks il ragazzo ha disputato qualcosa come 414 partite.

Dopo il ritiro, Dai si è dedicato alla rinascita del club del suo paese natale, il Rhigos RFC, del quale è sempre stato molto orgoglioso.

Nel 2002 Morris è stato inserito nel migliore XV gallese di tutti i tempi nel ruolo di flanker.

Anche se Dai era famoso per il suo stile senza compromessi sul campo di rugby, sin da giovane si è sempre dimostrato tenero con gli animali e vagava per le strade della valle alla ricerca di bestiole ferite da curare. Dietro la sua casa di Rhigos aveva istituito anche un cimitero dove erano sepolti i suoi innumerevoli animali adottati.

 

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